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We Are Social esplora l’evoluzione dell’Influencer Marketing nel report ‘Next Gen Influence’

Next Gen Influence

Nel nuovo report WE ARE SOCIAL analizza le tendenze chiave che accomunano la nuova generazione di influencer e hanno un impatto sulle collaborazioni con i brand.

Nell’ultimo decennio questo settore non solo è cresciuto in modo esponenziale – con un aumento del 17% degli investimenti solo nell’ultimo anno e un valore stimato di 56 miliardi di dollari entro la fine del decennio – ma è anche cambiato radicalmente. Dai temi trattati al tono di voce, passando per le modalità produttive e gli aspetti legali, questo mondo è in costante e rapida evoluzione.

Per aiutare i brand a orientarsi in questo contesto, ‘Next Gen Influence’ mette in luce cinque tendenze chiave che possono offrire nuove prospettive alle strategie di influencer marketing.

  • Diritto di reinventarsi

Profili molto verticali e contenuti sempre coerenti non sono più sinonimo di successo. Oggi i creator abbracciano un approccio più fluido e spontaneo, raccontando la propria evoluzione personale sotto diversi punti di vista. Questo offre nuove opportunità ai brand, che possono creare relazioni durature e profonde seguendo i cambiamenti di un creator.

Esempio: Marta Daddato nasce come star del rap su TikTok, ma oggi condivide momenti di difficoltà, sempre in vena ironica, tipici di qualsiasi ragazza della sua età.

  • Realismo accessibile

In un contesto di incertezza economica e sociale, i creator promuovono stili di vita più realistici e accessibili, allontanandosi dai modelli aspirazionali irraggiungibili. Questo cambiamento risponde al bisogno delle persone di vedere rappresentate vite più autentiche.

Esempio: Ivan Maggini è un giovane influencer conosciuto per i suoi viaggi estremi e low cost, sempre e solo su mezzi pubblici.

  • Alleati influenti

Per i creator oggi sostenere cause sociali non si limita a esprimere i propri valori, ma richiede azioni concrete in grado di stimolare il confronto e di contribuire al cambiamento reale. È importante quindi che le collaborazioni tra brand e creator siano orientate all’azione, piuttosto che alla sola rappresentazione.

Esempio: L’iniziativa Unignorable Adbreak, in cui dieci dei brand più conosciuti d’Australia si sono uniti per sostenere la rappresentazione delle persone con disabilità.

  • Creatività autentica

Le collaborazioni con i creator permettono ai brand di interagire con le persone grazie a una creatività rilevante e credibile, essenziale per catturare l’attenzione online.

Esempio: Le partnership come quella di Ceres Top con i creator provocatori @qulobrando e @sewer, offrono ai brand la libertà di osare con l’umorismo, senza rischiare di provocare indignazione per aver usato un tono di voce dissacrante.

  • Oltre i limiti

Creator e brand stanno sperimentando sempre di più in ambito creativo per intrattenere le persone in modo unico e inaspettato, così da potersi distinguere da contenuti privi di originalità e che non sono in grado di coinvolgere le audience.

Esempio: Michele Molteni con i suoi video del ‘fai da te’ estremo ha conquistato un enorme pubblico, rapito dalle sue costruzioni, come il ‘mega bunker’ realizzato direttamente nel suo terreno.

“Next Gen Influence prende in analisi la creator economy, intercettando ed esplorando le tendenze che influenzeranno nel lungo termine e in modo profondo la collaborazione tra brand e creator. Perché è così importante comprendere questi cambiamenti? Perché oggi l’influencer marketing è entrato in una nuova fase in cui i creator non sono più semplicemente partner per amplificare i messaggi di marca, ma un’opportunità per i brand di mettere la creatività al centro in un mercato ormai sempre più dinamico e competitivo”, commenta nella nota Marta Prosperi, Influencer Marketing & Strategy Director di We Are Social.

È possibile scaricare il report completo a questo link.