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Interoperabilità e strutture open-source per i futuri sviluppi del mercato Smart Home

Riallacciandoci all’articolo sulla Smart Home e l’IoT, si vuole qui dedicare qualche riga agli aspetti tecnologici di tale mercato.

Molto promettente appare l’introduzione del Wi-Fi 6, che dovrebbe prendere il posto dell’ormai trapassato Wi-Fi Halow, ‘rifiutato’ dal mercato per la necessità di hardware specifici per la varie aree geografiche e per la complessità della sua implementazione.
Il Wi-Fi 6 è invece molto più focalizzato sulle esigenze dell’IoT: l’adozione di tecniche tipiche delle reti cellulari gli consente di supportare contemporaneamente un gran numero di device, riducendo i consumi energetici e garantendo migliori prestazione anche in presenza di interferenze.

Inoltre, l’ingresso degli OTT nel settore ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate. Amazon, ad esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui Wi-Fi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici.

Apple, dal canto suo, prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi (utilizzando lo smartphone come passepartout) all’interno dell’abitazione.

Per quanto riguarda invece i protocolli a corto raggio naturalmente dedicati alla Smart Home, ZigBee e Z-Wave, è confermato per entrambi un ruolo centrale nello sviluppo di nuove applicazioni. ZigBee in particolare, con 1 milioni di dispositivi venduti nel mondo, è più orientato verso la Smart Home, mentre Z-Wave, che conta circa 300 milioni di dispositivi installati, è maggiormente dedicato al metering.

“Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source (Connected Home over IP – CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali”, commenta Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. “Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato”.

Anche Z-Wave, standard proprietario di Silicon Lab, ha annunciato entro la fine del 2020 il rilascio delle specifiche, che daranno così modo a terze parti di produrre chipset compatibili. In questo modo verrà evitato la possibilità di un vendor lock-in che potrebbe mettere a rischio la diffusione dei prodotti.

L’interoperabilità dei prodotti sarò invece garantita dall’introduzione di un livello applicativo condiviso, le cui specifiche saranno distribuite a partire da fine anno.

L’Intelligenza Artificiale è infine un fattore sempre più importante all’interno dell’ecosistema della Smart Home, con applicazioni nel campo della sicurezza, dell’assistenza agli anziani e del comfort. “L’AI abilita nuove funzionalità e nuovi servizi”, spiega Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. “Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente AI di comprensione del linguaggio, ci sono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. Nel comfort, con soluzioni per la regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e della temperatura in base alle abitudini delle persone e alle condizioni climatiche. E nell’assistenza ad anziani e persone fragili, con sensori che possono raccogliere dati in vari ambienti della casa per comprendere le abitudini degli occupanti e mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali”.