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Su YouTube le visualizzazioni di un video in seconda posizione sono inferiori del 74% rispetto al primo. Uno studio di Semrush e Tubics spiega come ‘scalare’ sul motore di ricerca più cliccato dopo Google

Con oltre 2 miliardi di utenti attivi mensili, YouTube è oggi il secondo motore di ricerca più cliccato dopo Google. Per i video maker di tutto il mondo, ottenere un buon posizionamento sulla piattaforma equivale a una maggiore visibilità e alla possibilità di ottenere successo e monetizzare il proprio lavoro.

Ormai in tutto il mondo, YouTube è il punto di riferimento per scoprire come fare qualsiasi cosa, dalle ricette, al fitness, fino a qualsiasi attività creativa. Secondo i dati rilevati da Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, a marzo 2020 le ricerche su YouTube di video per ‘allenamenti a casa’ sono aumentate del 515% e, più in generale, i video in cui si fa qualcosa ‘a casa’ hanno ottenuto il 700% di caricamenti giornalieri in più.

Ma come scalare l’algoritmo della più gettonata (nonché competitiva) piattaforma di condivisione di video a livello mondiale? A questo hanno cercato di dare una risposta Semrush e Tubics, azienda esperta di video marketing e di sviluppo video, analizzando il traffico della piattaforma, e redigendo un report finale con dati e approfondimenti.

La prima cosa che viene evidenziata è che più della metà dei video classificati in prima posizione ha oltre 50 parole nella descrizione. Il 52% dei video che si posizionano per le parole chiave ‘how to’ (come fare per…) ha più di 100 parole nelle descrizioni, mentre per il campione generale i video con descrizione superiore a 100 parole sono solo il 31%. Ancora, il 52% dei video ‘how to’ dura più di 5 minuti, mentre per il campione generale la durata superiore a 5 minuti appartiene solo al 33% dei video. Il 55% dei video ha un rapporto di corrispondenza tra titolo e parola chiave pari a 1.

L’affinità del titolo con le parole chiave, il numero di visualizzazioni e la durata del video sono i parametri più importanti, ma non sono le sole cose che possono garantire un buon posizionamento dei contenuti. Come accade per i risultati su tutti gli altri motori di ricerca, la SEO gioca un ruolo determinante, per questo i creatori di video devono studiare e comprendere l’algoritmo di YouTube in modo approfondito. Ad influire in questo caso, oltre all’utilizzo di parole chiave e alla lunghezza del titolo, sono le dinamiche di crescita del canale (numero di iscritti e visualizzazioni); i segnali di coinvolgimento (mi piace, non mi piace, commenti); e le funzionalità dei video (durata del video, metadati, descrizioni, ecc.).

I dati mostrano che la maggior parte dei risultati con un buon posizionamento proviene dai canali con il maggior numero di iscritti. Tuttavia, il 18% dei video è rappresentato da canali con meno di 1.000 iscritti. Ciò significa che anche i piccoli canali possono trovarsi tra i primi 10 risultati di ricerca. Tra i motivi che possono spiegare il successo di questi contenuti, il basso numero di ‘non mi piace’ (che hanno un peso maggiore rispetto ai ‘mi piace’) e una descrizione video più elaborata e pertinente, utilizzando le giuste parole chiave.

Il numero medio di visualizzazioni di un video di YouTube in seconda posizione è mediamente inferiore del 74% rispetto al numero medio di visualizzazioni di quello in prima posizione. Questo sicuramente perché il primo video nell’elenco ha più probabilità di essere cliccato, ma c’è un altro fattore che ha sicuramente un impatto sulle classifiche. YouTube stima il tempo di visualizzazione di ciascun video per ogni parola chiave, suggerendo quelli che hanno maggiori probabilità di essere visti fino alla fine.

Una domanda importante che da sempre affligge tutti i video maker è: meglio essere conciso o dettagliato? I dati possono darci alcuni numeri approssimativi sulla questione. Quasi la metà di tutti i video che raggiungono i primi 10 risultati durano tra i 3 e i 5 minuti. I successivi formati video di maggior successo durano tra 1 e 3 o tra 5 e 10 minuti. In sintesi, la lunghezza media del video aumenta con la posizione del video, anche se la differenza non è così grande. Potrebbe sembrare che i video di 3-5 minuti siano la strada giusta da percorrere, ma la risposta logica (e forse più giusta) alla domanda sulla durata ideale di un video rimane ‘dipende’.