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Niam, Velvet Media e Atelier lanciano Niam Digital Hub, portale che mette in relazione professionisti della moda e consumatori

Alessio Badia, Velvet Fashion Director

La pandemia ha causato una crisi senza precedenti nel mondo fashion. Ne stanno pagando le conseguenze tutti, dalle griffe ai negozianti. E nella crisi sono finiti gli agenti di moda, che di fatto hanno visto ridurre il loro ruolo con lo sviluppo degli eCommerce e i cali dei consumi. Per risolvere questa situazione Velvet Media, agenzia di marketing e vendita online veneta, ha deciso di siglare una storica partnership con Niam, l’associazione che rappresenta 800 agenti di moda in Italia e ideatrice del progetto, e con Atelier, software house specializzata in gestionali per i negozi di abbigliamento che ha nei propri database circa 16.000 store fisici a livello europeo: per la prima volta tre tra gli attori più importanti della filiera fashion uniscono le loro forze per aiutare il settore moda a uscire dalla crisi.

L’obiettivo è creare un portale, il Niam Digital Hub, che sarà presentato al pubblico nelle prossime settimane, capace di riunire chi opera a livello professionale nella moda (per primi gli agenti di moda e i negozianti, a tendere anche le griffe) mettendoli in relazione coi consumatori attraverso i più evoluti sistemi di eCommerce esistenti.

“Niam Digital Hub sarà il primo portale internet capace di riunire centinaia di agenti di moda, che potranno supportare i negozianti nella vendita delle collezioni di stagione e le rimanenze di magazzino. Questo significherà che le collezioni saranno a disposizione molto più rapidamente, perché saranno caricate direttamente sul portale prima ancora di arrivare fisicamente nel negozio e la vendita online potrà essere agganciata ai diversi marketplace nazionali e internazionali”, commenta in una nota Alessio Badia, docente universitario e responsabile della business unit dedicata al fashion di Velvet Media.

“Gli Agenti moda su scala nazionale si fanno interpreti per fare incontrare consumatori finali e negozianti e brand in un unico spazio digitale da loro progettato a supporto delle relazioni sociali”, spiega Giorgio Magello, Presidente di Niam. “Garantiremo l’estensione della comunicazione dei brand su larga scala, ma selezionando solo il meglio per ogni profilo di cliente grazie al largo uso di intelligenza artificiale. Niam Digital Hub diventerà il punto di riferimento per la perfetta fusione di digitale e fisico come paradigma della nuova dimensione del commercio post 2020”.

“Verranno unificati in un grande catalogo aggregato le collezioni e i capi provenienti da una base, inusuale per estensione, di buyer e negozi”, aggiunge Graziano Giannini, Chief Commercial Officer di Atelier. “Grazie a un unicum tecnologico anche i negozi più piccoli e le aziende più remote hanno strumenti semplici per inserire prodotti, foto e descrizioni e inviarle istantaneamente al sistema centrale in grado di raccogliere e armonizzare dati eterogenei per creare un catalogo unico per varietà e profondità. I dati sul marketplace sono istantaneamente aggiornati rispetto alle giacenze di ogni negozio, rafforzando così la sincronia e l’interazione tra online e una miriade di punti fisici”.

Nel proporre questo servizio è stato deciso di lanciare per la prima volta in Italia l’affitto del virtual show room, che sarà uno degli strumenti utilizzati dalla piattaforma. Ma sono previste altre proposte commerciali (a tempo) anche per chi tenta l’avventura del fashion virtuale per la prima volta.

Il progetto non è solo online: gli store fisici saranno dotati di tablet e strumenti per l’acquisto online e si arriverà a proporre in alcuni casi persino degli ologrammi presenti dentro cornici innovative e finalizzate a raccontare (e a vendere) il prodotto. I dati raccolti saranno così tutti accentrati e ogni negoziante potrà vedere da dove e come provengono gli acquisti.

Di fatto, con questa operazione il mondo del fashion entra nella nuova era, quella che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato ‘o20’ (online2offline), ossia la crasi tra il mondo online e quello offline, una unione che servirà alla moda per uscire dalla crisi causata dal Covid.