Netflix si piega alla pubblicità. La notizia non è nuova, ma oggi si è svelato il nome del partner tecnologico che gestirà l’inventory del gigante dello streaming. Si era fatto il nome di Google, con la sua divisione dedicata all’advertising, e anche quello di Comcast, che ha già in pancia Sky.
Invece Microsoft ha annunciato oggi che gestirà le vendite di spazi pubblicitari sulla piattaforma di Netflix, che vuole proporre abbonamenti meno cari ma con qualche spot.
“Microsoft ha dimostrato di possedere la capacità di supportare tutte le nostre esigenze pubblicitarie: lavoreremo insieme per costruire una nuova offerta con inserzioni promozionali”, ha dichiarato Netflix in una nota. “Non solo: Microsoft ha messo a disposizione la flessibilità necessaria per innovare nel tempo sia gli aspetti tecnologici che quelli relativi alle vendite, garantendo contestualmente un’eccellente protezione della privacy per i nostri abbonati”.
Netflix ha preso questa decisione dopo un primo trimestre deludente, con la perdita di abbonati per la prima volta in 10 anni, e dopo anni di resistenza contro l’idea di diffondere pubblicità, in nome di uno streaming ad free, che era anche quello – almeno così sosteneva Netflix – preferito dai suoi clienti.
Ma la realtà della contingenze economiche ha fatto cambiare idea anche a questo tech giant, che si propone di offrire i suoi abbonamenti in due versioni, una ad free più costosa, e l’altra a prezzo ribassato, con inserimenti pubblicitari. Questa’ultima soluzione, comunque, non è prossima: Netflix e Microsoft avranno molto lavoro da fare prima di lanciare l’offerta ad supported, che si stima farà il proprio debutto verso la fine dell’anno.