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Netflix ‘con pubblicità’ debutterà in Italia il 3 novembre prossimo. Atteso un nuovo ‘surge’ di abbonati. O la parcellizzazione dei servizi di streaming è ormai irreversibile?

Giovedì di questa settimana Netflix ha comunicato i dettagli della sua ormai prossima offerta in modalità AVOD (Ad-supported Video On Demand), che verrà introdotta in 12 paesi tra cui l’Italia: il nuovo abbonamento sarà più economico di quelli proposti finora, ma includerà ovviamente le interruzioni pubblicitarie, e si chiamerà ‘Base con pubblicità’. In Italia costerà 5,49 euro al mese e sarà disponibile dal 3 novembre alle cinque del pomeriggio. Gli altri tre modelli di abbonamento, ‘Base’, ‘Standard’ e ‘Premium’, saranno disponibili sempre senza interruzioni pubblicitarie e agli stessi prezzi di attuali: rispettivamente 7,99; 12,99; e 17,99, a seconda del numero di dispositivi collegabili – da 1 a 4 – e della risoluzione video, da HD a UltraHD.

In altri paesi le date saranno di poco differenti: il 1° novembre, gli abbonati di Canada e Messico saranno i primi a provare il nuovo piano. Il 3 novembre sarà la volta di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Australia, Giappone, Corea del Sud e Brasile. La Spagna sarà l’ultima a sperimentare il piano più economico, quando verrà lanciato il 10 novembre.

L’annunciato piano ‘Base con pubblicità’ avrà una media di 4 o 5 minuti di commercial ogni ora, con spot da 10 o 15 secondi collocati sia all’inizio che in mezzo a film e serie: nulla di diverso da quanto fanno le Tv commerciali da moltissimi anni. Al momento gli spot sono stati concepiti nel formato di 15 e 30 secondi l’uno (quindi per arrivare ai 4-5 minuti l’ora saranno diversi) e targettizzati: Netflix offre infatti la possibilità agli inserzionisti di raggiungere il pubblico più adatto a loro per paese, interessi e fascia demografica. Nel corso della presentazione internazionale sono state mostrate pubblicità abbinate alla serie Emily in Paris, la cui protagonista è una giovane donna che lavora nel campo della moda. Le inserzioni sono state quindi di cosmetici e profumi. E le aziende potranno scegliere di non essere associate a contenuti che non rispettano la filosofia del loro marchio, ad esempio film e serie che contengono violenza o scene di sesso. Una sorta di contestual advertising con dei limiti imposti dai brand in funzione delle loro scelte insindacabili.

Il progetto è in partnership con Microsoft, DoubleVerify e Integral Ad Science, che verificherà la visibilità e la validità del traffico delle pubblicità di Netflix a partire dal 1° trimestre del 2023. Viene assicurato in una nota che “i dati degli abbonati saranno utilizzati soltanto per fini pubblicitari sul nostro servizio di streaming. Non verranno creati profili né saranno ceduti a terzi”. Pertando non è ipotizzabile che il servizio offra ai clienti forme di addressable advertising. Netflix ha comunicato inoltre che l’abbonamento non include un ‘numero limitato’ di film, serial e programmi, per vie delle ‘restrizioni legate alle licenze’, ma che sta lavorando per risolvere la cosa.

L’introduzione di questo nuovo piano era già stata annunciata mesi fa. L’obiettivo della società è attrarre abbonati nuovi e recuperare quelli persi negli ultimi mesi facendo leva sul prezzo mensile più basso, ma introducendo la pubblicità per non ridurre il fatturato per utente. È un cambiamento piuttosto significativo nell’offerta di Netflix, la cui dirigenza si era sempre detta contraria ai piani di abbonamento con pubblicità.

Le cifre relativa al loro mercato principale, gli Stati Uniti, sono però chiare: negli ultimi due quarter – da gennaio 2022 – le audience si sono andate restringendo, passando dagli oltre 75 milioni di abbonati della fine del 2021 ai poco più di 73 milioni attuali. Sulla riduzione degli abbonati ha influito però anche la scelta di Netflix di alzare i prezzi dei propri abbonamenti a partire dallo scorso gennaio.

D’accordo, la società non rivedeva i propri prezzi da quasi due anni, ma in seguito agli aumenti molti hanno preferito abbandonare il servizio, magari orientandosi verso altre piattaforme di streaming che costavano meno. Basterà attendere pochi giorni per scoprire l’esattezza delle previsioni di Netflix. Basti pensare, però, che anche la concorrenza si sta muovendo: Disney+, il competitor più minaccioso, ha a sua volta annunciato l’introduzione da dicembre prossimo di un abbonamento Avod a 6,99$ il mese: formula più economica dei 9.99$ richiesti per essere ad-free, e solo marginalmente più cara dell’offerta di Netflix negli Stati Uniti, un dollaro di differenza.