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Netflix apre alla pubblicità e ‘taglia’ le condivisioni degli abbonamenti. Ma come reagiranno gli italiani?

La vicenda è nota: il 20 aprile, a fronte dei dati che mostravano per la prima volta negli ultimi dieci anni una caduta del numero di abbonati, attribuita al ritiro dal mercato russo, Netflix è andato incontro a un brusco ridimensionamento del valore della proprie azioni, calate dai 348,61 ai 226,19 dollari alla chiusura del giorno. In realtà il calo aveva radici più lontane, visto che, a partire dal 16 novembre 2021, il valore si era sostanzialmente abbassato, passando dagli oltre 691 dollari di allora ai 189 dollari di ieri, ma la perdita di quasi 130 dollari in un solo giorno non poteva di certo passare senza conseguenze.

Non per caso, negli Stati Uniti, nello stesso giorno Netflix aveva annunciato l’introduzione di una pubblicità ‘soft’ di qui a un anno e la volontà di porre un freno alla condivisione ‘selvaggia’ degli account di streaming, In ogni caso, Netflix starebbe già architettando un piano per aggiungere degli account singoli all’abbonamento mensile familiare.

Una domanda però sorge spontanea: quali saranno le sorti dei 4,6 milioni di abbonati in Italia? Per cercare di rispondere a questo quesito, Time2Play ha deciso di porre una serie di altre domande agli streamer italiani lungo tutta la penisola, in uno studio che vuole fornire qualche informazione in più sui ‘condivisori’ di account, chiedendo direttamente agli utenti di Netflix con quante persone condividessero gli accessi, se sarebbero stati disposti a pagare per una propria sottoscrizione, e quale sarebbe la cifra massima oltre la quale non andrebbero se l’azienda bloccasse definitivamente l’opzione di condivisione. Ma entriamo nel dettaglio dello studio, relativo a 1.067 persone provenienti da tutte le 20 regioni italiane, con un’età media di 27 anni e un reddito familiare medio di 33.500 euro circa.

L’Italia dello streaming condiviso

Per prima cosa, è stata mappata l’Italia dello streaming condiviso, chiedendo agli utenti Netflix, che hanno preso parte allo studio, in quale regione vivessero e se pagassero per un proprio account. Oppure se guardassero Netflix attraverso l’account di un parente o di un amico. Perché è inutile negarlo: in Italia, condividere piace. A sorpresa, le regioni con la percentuale più alta di account condivisi sono la Valle d’Aosta (95%), la Basilicata (95%), la Liguria (94%), la Puglia (90%) e l’Umbria (90%).

Un fenomeno che abbraccia l’Italia intera, da nord a sud senza distinzioni. Fiore all’occhiello dei pagatori di account, il Molise, dove solo il 33% della popolazione dichiara di utilizzare l’account di un amico o parente per guardare Netflix. Ma la fotografia che se ne ricava, con percentuali che vanno dal 70% al 95%, è quella di un’Italia che non solo ama condividere gli account di Netflix con i parenti, cosa perfettamente consentita dai termini e le condizioni aziendali, ma che li condivide anche con amici, cosa non propriamente consentita. Infatti, allo stato attuale, Netflix consentirebbe la condivisione di un’unica sottoscrizione solo ai componenti di uno stesso nucleo familiare. E le sorprese non finiscono qui, se si analizzano con cura i dati che emergono di seguito.

Condividere per condividere, senza chiedere nulla in cambio

Alla domanda se l’intervistato paga per un proprio account, o se guarda Netflix attraverso l’account di amici o parenti, il 46% del campione ha dichiarato di pagare per il proprio account, e il restante 54%, che rappresenta la maggioranza, ha dichiarato di usare l’account di amici o parenti. A questo punto, l’indagine ha chiesto alla ‘nobiltà’ di Netflix, ovvero a coloro che pagano per il proprio account, se lo condividono con amici o parenti. L’84,2% ha risposto sì, che condividono il proprio account con i loro cari, contando una media di 2,7 persone per account. A coloro che pagano per il proprio account e che lo condividono con i loro cari, abbiamo poi chiesto se si fanno rendere il favore, attraverso l’accesso ad altri account di streaming pagati dai loro amici e parenti. Ebbene, solo il 33,2% di loro chiede il ritorno del favore, mentre il 66,8% dichiara di pagare per il proprio account, condividendolo con amici e parenti, senza chiedere niente in cambio. Un’altra freccia da scoccare all’arco della proverbiale generosità italiana, che condivide per condividere senza ricevere nulla in cambio.

Ma, considerazioni a parte, c’è un altro dato da valutare. A fronte della possibilità di un nuovo incremento dei prezzi, come è già avvenuto negli Stati Uniti e in Canada, è stato chiesto agli streamer intervistati quale fosse il costo massimo che sarebbero disposti a pagare e oltre il quale non andrebbero per guardare i contenuti su Netflix. La media? 16,87 euro al mese come tetto massimo oltre il quale sarebbe meglio non spingersi per non incorrere in una valanga di chiusure. E inoltre è stato domandato agli utenti di Netflix Italia se, qualora l’azienda bloccasse la possibilità di condivisione degli account, sarebbero disposti a effettuare una sottoscrizione loro stessi. Qui, l’ultima sorpresa: il 71,2% degli utenti ha dichiarato che, se Netflix bloccasse gli account condivisi, non pagherebbero per una sottoscrizione. Un dato che Netflix farebbe meglio a tenere in considerazione, dunque, se non vuole perdere un mercato da 4,6 milioni di abbonati.