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Mastodon fa fatica a reggere il passo della ‘marea’ di coloro che lasciano Twitter. Il social network open-source tedesco ha registrato un’impennata di nuove iscrizioni negli ultimi giorni

Da quando Elon Musk ha preso il controllo di Twitter il 27 ottobre, Mastodon ha attirato 489.003 nuovi utenti, portando il totale degli utenti attivi mensili a più di 1 milione, secondo quanto dichiarato dal fondatore e amministratore delegato Eugen Rochko sul proprio account Mastodon lunedì. Si tratta di una piccola frazione rispetto ai 238 milioni di utenti attivi giornalieri di Twitter. Ma l’acquisto di Musk sembra essere proprio l’incentivo che l’organizzazione no-profit tedesca aspettava dalla sua fondazione nel 2016.

“Non credo che Mastodon o il ‘fediverso’ abbiano mai ricevuto così tanta attenzione prima d’ora”, ha scritto Rochko sul suo account due giorni fa. “È una grande opportunità per le persone di vedere finalmente che i social media possono essere fatti in modo diverso, che possono essere un protocollo non sotto il controllo di una singola azienda“.

Le ricerche relative a Mastodon sono aumentate esponenzialmente su Google dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Musk, soprattutto in Europa, dove il social network open source ha sede. Tutto questo nuovo interesse ha messo a dura prova la piattaforma e Rochko ha dichiarato di essere sovraccarico di lavoro. “Se da un lato è bello vedere che il proprio lavoro viene finalmente preso sul serio dal mainstream, dall’altro le giornate di lavoro di 12-14 ore che ho dovuto affrontare per gestire il tutto sono un problema”, si è lamentato Rochko il 31 ottobre scorso.

Lunedì, inoltre, alcuni utenti del sito hanno segnalato di non aver ricevuto e-mail di conferma al momento della registrazione. Rochko avrebbe dichiarato di aver raggiunto il limite giornaliero di invio di e-mail con il provider utilizzato dell’azienda.

La dichiarazione di Mastodon di impegnarsi a mantenere le conversazioni sul sito libere da discorsi di odio e bullismo è interessante per i ‘twitter user’ preoccupati delle iniziative di Musk in materia di free speech, o meglio libertà di parola che può essere declinata in molti modi. Insulti e meme razzisti si sono già moltiplicati su Twitter, evidenziando la sfida che Musk deve affrontare per equilibrare la promessa di ripristinare la ‘liberta di parola’ con il mantenimento delle forme accettabile sulla piattaforma per placare gli inserzionisti pubblicitari. Dopotutto, il 90% delle revenue di Twitter proviene proprio da loro. In una lettera aperta agli inserzionisti, Musk ha dichiarato che non intende lasciare che Twitter diventi – citazione letterale, un “free-for-all hellscape, where anything can be said with no consequences (paesaggio infernale libero, dove tutto può essere detto senza conseguenze)”.

Mastodon si definisce ‘un social network federato’: invece di iscriversi a un sito web, gli utenti scelgono di unirsi a uno qualsiasi dei ‘server’. Ogni server è indipendente, ospitato da un individuo o da un’organizzazione, e può avere le proprie regole di moderazione. Gli utenti possono seguire gli altri account di Mastodon, indipendentemente dal server utilizzato, e i membri della rete possono cambiare server quando vogliono. Mastodon ha dichiarato che promuoverà solo i server che “sono costantemente impegnati nella moderazione contro il razzismo, il sessismo e la transfobia”.

Ma è tutt’altro che chiaro se la migrazione a Mastodon avrà un impatto duraturo, sia sul sito sia su Twitter. Anche su Twitter molti si sono già lamentati della piattaforma laboriosa e confusa di Mastodon. Lo stesso Musk sta tenendo d’occhio il sito e ha commentato con un sarcastico “plug in” per Mastodon.