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Le Real(z) People al centro, la qualità come mantra: è questa la value proposition di Realz, content solution studio con il pallino del data driven e il sogno di ispirare utenti a creare contenuti di qualità

co-Founder Realz
Giulia Laura Peracchio, Alberto Bommartini, Benedetta Andreozzi e Chiara Aldeghi
di Monica Gianotti

Accorciare il gap tra brand e utenti tramite contenuti autentici, con un approccio agile e concreto fondato su una solida competenza verticale e sullo sviluppo di tecnologie innovative. Con questa premessa 11 mesi fa nasce Realz, Content Solution Studio fondato da Benedetta Andreozzi, Chiara Aldeghi, Alberto Bommartini e Giulia Laura Peracchio, rispettivamente CEO, Client Service Director, General Manager e Chief Marketing Officer.

La proposta di Realz prevede soluzioni from people to people costruite intorno alla centralità del contenuto come leva strategica. Un posizionamento beyond Influencer Marketing che mira a riempire di significato l’opportunità di far raccontare storie di brand persone reali. Ne parliamo con i 4 co-founder.

Content solution studio spreading real stories. Qual è il vostro dna, come avete scelto di muovervi in questa direzione e cosa distingue il vostro approccio?

Benedetta Andreozzi – Realz si presenta sul mercato – a quasi un anno dalla sua nascita – con un’offerta sempre più ampia, concepita per incontrare l’esigenza crescente delle aziende di affacciarsi a un comparto in espansione, quello della creator economy. Le nostre proposte hanno il content come leva strategica, con un importante focus sugli short videos UGC. Il tutto, sempre, a partire da un forte approccio consulenziale.

Nothing brings people closer than people è il nostro payoff, un concetto in cui crediamo fortemente e che in questi primi 11 mesi di attività si è consolidato grazie a risultati concreti rivelandosi efficace in modo trasversale: dal beauty al fashion, dal lifestyle al food.

Siamo una content factory super professionalizzata, con un pensiero strategico articolato derivante da expertise di lunga data; garantiamo estrema efficienza in termini di delivery dei progetti. Il nostro modello di business – e la nostra proposition – sono molto scalabili, ci rivolgiamo a tutte le tipologie di aziende: dal piccolo brand indipendente con esigenze specifiche alla big company che ha bisogno di approvigionarsi di contenuti per tutto il mondo.

Per quali obiettivi possono rivolgersi a voi i brand?

Chiara Aldeghi – Lavoriamo su tutto il funnel di comunicazione, attivando contestualmente diversi livelli di influenza. Pensiamo e gestiamo progetti end-to-end, in termini di strategia, execution e delivery keeping con valutazione post campaign dell’attività sia in termini social sia di misurazione di impatto sul business. Quest’ultima, la nostra killer application del 2023.
Supportiamo i brand in occasione di lanci, promozioni e iniziative speciali generando un hype autentico, partecipativo e diffuso.

Crediamo nei social media come motore di ricerca, relazione e appartenenza: vogliamo riportare i brand a una dimensione in cui potersi fidare e affidare a utenti e creator come modalità di comunicazione efficace. La proposta del nostro Content Solution Studio prevede soluzioni from people to people, che vedono il contenuto UGC al centro della strategia e della progettualità.

Avete parlato di un approccio trasversale alla creator economy, oltre alla definizione di influencer marketing a cui siamo ormai abituati. Ci raccontate meglio?

Giulia Laura Peracchio – Possiamo riassumere il nostro approccio alla creator economy con il concetto di ‘spectrum of influence’. Considerando variabili ed evoluzioni del mercato, può essere considerato influencer chiunque sia in grado di influenzare uno o più utenti in termini di abitudini e consumi. Ci proponiamo di lavorare trasversalmente su tutte le sfere dell’influencer marketing al netto della terminologia utilizzata: dagli users alle celebrities, passando per creators, peers – termine con cui definiamo gli utenti con le migliori skills di content creation – e influencer in senso più tradizionale.

A cambiare è il modo in cui i singoli talent si relazionano con gli utenti e il ruolo che possono ricoprire all’interno della progettualità. Proprio per questo – come Realz – ci inseriamo a livello strategico e progettuale per efficientare l’ideazione e la realizzazione di campagne che coinvolgano uno o più gradienti di questo spettro, in cui aspirazionalità e autenticità si incontrano per diventare un messaggio efficace.

Questo ci ha permesso di lavorare in questo primo anno a progettualità molto diverse tra loro, e di approcciare anche mezzi che non avevamo considerato all’inizio del nostro percorso, in primis eCommerce e digital out of home.

Avete recentemente lanciato CIE (Creator Impact Evaluation), di cosa si tratta e qual è l’obiettivo di questa nuova metrica?

Alberto Bommartini – Abbiamo sempre pensato che la tecnologia e la capacità di analizzare gli strumenti della comunicazione siano la chiave di lettura unica e sola quando si vuole lavorare con dei partner/clienti qualificati. Non possiamo vendere qualcosa come efficace se non sappiamo misurarlo. A lungo termine il nostro obiettivo è quello di ispirare nuove tecnologie e nuovi strumenti per la misurazione e non solo nel contesto dell’influencer marketing ma nella creator economy in generale. Il lancio che abbiamo raccontato a UPA ha l’obiettivo nel 2024 di misurare post campaign l’efficacia delle campagne di influencer marketing in termini di valore monetario.

Nello specifico, l’obiettivo ultimo della metrica Creator Impact Evaluation è quello di rispondere a una domanda tanto semplice quanto ricorrente nel nostro business, ovvero: Quanto vale una campagna di influencer marketing? Ci è sempre più chiaro quanto ormai sia consolidata la necessità di standardizzare una misurazione efficace cross-channel e quindi di convergere su un metodo condiviso per mappare i risultati della creator economy tenendo in considerazione le specificità dello strumento.

C.I.E., sviluppata in partnership con Inflead, si configura come un valore monetario espresso in euro, pensato per essere calcolato post campaign, partendo da una formula che tiene in considerazione tre moltiplicatori: KPIs del singolo contenuto, formato del contenuto stesso e piattaforma di erogazione; la quantificazione economica di ciascun KPI, assegnata sulla base della difficoltà del loro raggiungimento; altri indici, derivati dallo studio di variabili collegate al singolo influencer.

Un mercato in continua evoluzione, quali novità dobbiamo aspettarci per il 2024?

Benedetta Andreozzi – In questo anno di lavoro ci siamo affermati nel comparto beauty; grazie a pitch e nuovi clienti acquisiti, il 2024 ci vedrà operativi su nuovi progetti anche in ambito food, fashion e lifestyle.

Oltre a questo, quello che sicuramente i nostri clienti ci stanno chiedendo di più, e che stiamo valutando, è un contributo sull’estero con le nostre Real(z) People, ulteriore conferma di quanto sia difficile trovare sul mercato UGC di qualità.