di Monica Gianotti
Il 30 aprile la Commissione Europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, possa aver violato il Digital Services Act (DSA).
Come ha spiegato in una nota la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen : “Questa Commissione ha creato strumenti per proteggere i cittadini europei dalla disinformazione e dalla manipolazione mirata da parte di Paesi terzi. Se sospettiamo una violazione delle regole, agiamo. Questo vale in ogni momento, ma soprattutto in occasione di elezioni democratiche. Le grandi piattaforme digitali devono essere all’altezza dei loro obblighi di destinare risorse sufficienti a questo scopo e la decisione di oggi dimostra che siamo seriamente intenzionati a rispettare le regole. Proteggere le nostre democrazie è una lotta comune con i nostri Stati membri. Oggi a Praga voglio ringraziare il Primo Ministro Fiala per il suo ruolo attivo nel sollevare la questione a livello europeo, insieme all’attivazione da parte del Belgio del meccanismo di emergenza per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri”.
Le sospette violazioni riguardano le politiche e le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi. Riguardano inoltre l’indisponibilità di un adeguato strumento ‘terzo’ di monitoraggio civico e politico, in vista delle elezioni del Parlamento europeo, a fronte del graduale abbandono da parte di Meta del suo strumento di public insights in tempo reale CrowdTangle senza un’adeguata sostituzione.
Inoltre, la Commissione sospetta che il meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali sui servizi (‘Notice-and-Action’), nonché i meccanismi di ricorso degli utenti e di reclamo interno non siano conformi ai requisiti del Digital Services Act e che vi siano carenze nella fornitura di Meta di accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori.
“La diffusione rapida e capillare di opinioni e informazioni sui social media come Instagram e Facebook offre grandi opportunità. Ma le piattaforme online sono anche vulnerabili alla diffusione della disinformazione e alle interferenze straniere, in particolare nel periodo che precede le elezioni. Stiamo avviando una procedura formale di infrazione nei confronti di Meta perché sospettiamo che violino gli obblighi della DSA in materia di pubblicità ingannevole e contenuti politici, e che non forniscano a ricercatori, giornalisti e soggetti interessati alle elezioni strumenti di monitoraggio in tempo reale e meccanismi efficaci per segnalare i contenuti illegali”, ha spiegato Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno.
Il procedimento formale
Dopo l’avvio formale del procedimento, la Commissione continuerà a raccogliere prove, ad esempio inviando ulteriori richieste di informazioni, conducendo colloqui o ispezioni. Il DSA non fissa alcun termine legale per la conclusione dei procedimenti formali. La durata di un’indagine approfondita dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui l’azienda interessata collabora con la Commissione e l’esercizio dei diritti di difesa.
Il Digital Services Act
Il 17 febbraio 2024, il Digital Services Act è entrato in vigore in tutta l’UE per tutte le piattaforme social (e non solo). Il DSA armonizza gli obblighi nell’UE per rafforzare la sicurezza e l’affidabilità dello spazio online. Questi obblighi sono applicati da tempo alle prime piattaforme online di grandi dimensioni (VLOPs), come Instagram, TikTok, Youtube, Facebook, X, Whatsapp e Snapchat: i cosiddetti ‘gatekeepers’. A partire da questa data anche le piattaforme più piccole devono rispettare queste regole.