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La Commissione Europea ‘punisce’ Apple con una multa di 1,8 miliardi per la sua posizione dominante nello streaming musicale. Apple annuncia il ricorso e accusa la svedese Spotify di voler ‘piegare le regole a suo favore’

Commissione Europea
di Massimo Bolchi

La Commissione europea ha inflitto ad Apple una multa di oltre 1,8 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato della distribuzione di applicazioni di streaming musicale agli utenti di iPhone e iPad attraverso il suo App Store. In particolare, la Commissione ha riscontrato che Apple ha applicato restrizioni agli sviluppatori di app impedendo loro di informare gli utenti iOS su servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app (‘disposizioni anti-steering’). Ciò sarebbe illegale ai sensi delle norme antitrust dell’UE.

Apple controlla attualmente l’App Store dove gli sviluppatori possono distribuire le loro applicazioni agli utenti iOS in tutto lo Spazio economico europeo (‘SEE’). Apple controlla ogni aspetto dell’esperienza utente di iOS e stabilisce i termini e le condizioni che gli sviluppatori devono rispettare per essere presenti sull’App Store e poter raggiungere gli utenti iOS nel SEE.

L’indagine della Commissione ha rilevato che Apple vieta agli sviluppatori di app per lo streaming musicale di informare completamente gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app e di fornire istruzioni su come sottoscrivere tali offerte.

Il ricorso di Apple

Su questo punto, come sulla condanna, Apple ha già fatto sapere che farà opposizione, nel metodo e nel merito. “La decisione è stata presa nonostante la Commissione non sia riuscita a trovare alcuna prova credibile di un danno per i consumatori e ignora la realtà di un mercato che è fiorente, competitivo e in rapida crescita”, sostiene infatti l’azienda in un comunicato. “Il principale sostenitore di questa decisione – e il maggior beneficiario – è Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify possiede la più grande applicazione di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine”.

“Come molte aziende, Spotify utilizza e-mail, social media, messaggi di testo, annunci web e molti altri modi per raggiungere i potenziali clienti. In base alla regola dell’App Store, Spotify può anche includere nella sua app un link a una pagina web dove gli utenti possono creare o gestire un account”, prosegue Apple. “Molte app utilizzano questa opzione per collegare gli utenti a una pagina web, dagli e-reader ai servizi di streaming video. Anche Spotify potrebbe farlo, ma ha scelto di non farlo. Invece, Spotify vuole piegare le regole a suo favore inserendo i prezzi degli abbonamenti nella sua app senza utilizzare il sistema di acquisti in-app dell’App Store. Vuole utilizzare gli strumenti e le tecnologie di Apple, distribuire su App Store e beneficiare della fiducia che abbiamo costruito con gli utenti, senza pagare nulla ad Apple”.

In particolare, le disposizioni anti-steering condannate dalla Commissione vietano agli sviluppatori di app di:

  • informare gli utenti iOS all’interno delle loro applicazioni sui prezzi delle offerte di abbonamento disponibili su Internet al di fuori dell’applicazione.
  • informare gli utenti iOS all’interno delle loro app sulle differenze di prezzo tra gli abbonamenti in-app venduti attraverso il meccanismo di acquisto in-app di Apple e quelli disponibili altrove.
  • includere nelle loro app dei link che conducano gli utenti iOS al sito web dello sviluppatore dell’app su cui è possibile acquistare abbonamenti alternativi.

Agli sviluppatori di app è stato inoltre impedito di contattare i propri utenti appena acquisiti, ad esempio via e-mail, per informarli sulle opzioni di prezzo alternative dopo la creazione di un account.

La multa

La decisione odierna conclude che le disposizioni anti-steering di Apple costituiscono condizioni commerciali sleali e non sono né necessarie né proporzionate per la tutela degli interessi commerciali di Apple in relazione all’App Store sugli smartphone e incidono negativamente sugli interessi degli utenti iOS, che non possono prendere decisioni informate ed efficaci su dove e come acquistare abbonamenti allo streaming musicale da utilizzare sul proprio dispositivo.

Per stabilire il livello dell’ammenda, la Commissione ha deciso di aggiungere all’importo di base dell’ammenda un’ulteriore somma forfettaria di 1,8 miliardi di euro per garantire che l’ammenda complessiva inflitta ad Apple sia sufficientemente dissuasiva, proporzionata ai ricavi globali di Apple e necessaria per ottenere un effetto deterrente. La Commissione ha inoltre ordinato ad Apple di rimuovere le disposizioni anti-steering e di astenersi dal ripetere l’infrazione o dall’adottare in futuro pratiche con oggetto o effetto equivalente.

“Per un decennio Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di applicazioni di streaming musicale attraverso l’App Store”, ha concluso in una conferenza stampa la Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager. “Lo ha fatto limitando gli sviluppatori a informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Questo è illegale secondo le norme antitrust dell’UE, per cui oggi abbiamo multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro”.