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Il 2020 sarà un anno difficile per l’industria pubblicitaria globale. Google in calo per la prima volta. Le rilevazioni di eMarketer sugli investimenti digitali

Gli aggiornamenti sulle previsioni degli investimenti pubblicitari globali si susseguono a ritmo sostenuto, man mano che la situazione economica generale risente in misura sempre più evidente della conseguenze dell’emergenza Coronavirus. L’ultima in ordine di tempo è quelle di eMarketer: un gigantesco ‘pollice verso’ che riguarderà tutti i mercati analizzati, eccetto la Cina. In aggiunta, per la prima volta in assoluto, gli investimenti su Google sarebbero destinati a ridursi per la crisi che ha investito anche il comparto del search.

Per quanto riguarda il mercato pubblicitario nel complesso, è in vista, secondo l’istituto di ricerca, un calo quest’anno del 4,9% a livello globale, un calo tanto più significativo se pensiamo che nel 2019 si era registrata una crescita del 6,3%, mentre la stime pre-pandemia parlavano di un +7%.

Restringendo la previsioni alla sola pubblicità digitale ci si attende un incremento del 2,4%, un dato sì positivo ma davvero ridotto ai minimi termini: si è infatti di fonte al numero più basso di sempre poiché il comparto non era in passato mai cresciuto a cifra singola. Le previsioni aggiornate di eMarketer stiamo di chiudere l’anno a quota 332,84 miliardi di dollari, in netto ribasso di 36,11 miliardi rispetto a quanto previsto prima dell’emergenza Coronavirus. che si si è accanita, secondo i numeri, in particolare sul comparto search, che quest’anno dovrebbe addirittura calare dello 0,2%, in netta controtendenza con lo spending nel display, che crescerà, sia pure stentatamente, del 5,3% a 179,39 miliardi di dollari.

Le conseguenze della crisi economica prossima ventura si faranno sentire anche sui Big Player del comparto digitale. Per Google si stima addirittura una chiusura d’anno in negativo: meno 3,3% di ricavi pubblicitari, una diretta conseguenza della crisi che ha investito il turismo e i viaggi. Ma anche Facebook non ha motivo di ridere: con +5,9% chiuderà l’anno in territorio positivo, ma è nulla in confronto al +26,6% del 2019. Un anno da dimenticare, per tutti gli attori del comparto. Sperando che le ripresa, che tutti danno per certa nel 2021, non si riveli solo un miraggio.