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I ‘Sea Shanties’ spopolano su TikTok e diventano una moda alla portata di tutti. E il ‘fondatore’ occasionale del trend lascia il suo lavoro per dedicarsi alla musica a tempo pieno

Una nuova moda sta impazzando su TikTok, il social di condivisione video che ha sedotto la Gen Z, e poi di seguito anche tutti gli altri, generazionalmente più ‘maturi’: i Sea Shanty, i canti marinareschi in 4/4 e base di tamburi, che si sono diffusi in tutto il mondo, partendo da un canto intonato da un ‘signor nessuno’, uno scozzese di nome Nathan Evans che a fine dicembre ha ripreso se stesso mentre intonava ‘The Wellerman’ una canzone ottocentesca neozelandese, ritmandola battendo i pugni sulle cosce, come facevano i marinai di un tempo.

Non era neppure la prima volta che lo faceva: già a luglio aveva pubblicato la sua prima ‘impresa’: una canzone chiamata ‘Leave Her, Johnny’, toccando il milione di visualizzazioni. Un successo sorprendete certo, ma tutto sommato la cosa era rimasta lì, senza seguiti particolari, a parte un po’ più di follower guadagnati. Anche la seconda canzone, pubblicata il 23 dicembre 2020, ‘The Scotsman’, suddivisa in tre video diversi, non aveva dato vita a un successo spettacolare. A dare il via al trend su TikTok e a rimbalzare sulle onde di una moda internazionale, da miliardi di visualizzazioni e condivisioni, è stata appunto ‘The Wellerman’, una vera tendenza globale che si è moltiplicata decina di migliaia di volte, aggiungendo, con le apposite funzioni di TikTok, alla voce originale accompagnamenti di violini, cori e voci singole, come quella del diciannovenne Luke Taylor, che ha aggiunto il suo sorprendente baritono profondo al mix.

Come già in passato per altre canzoni, il successo di ‘The Wellerman’ su TikTok si è riverberato fuori dal social network, arrivando al terzo posto nella classifica ‘Viral 50’ mondiale su Spotify, mentre negli USA è giunta tra le 200 canzoni più ascoltate in streaming. Alla fine, qualcuno si è a azzardato a rifare anche altre canzoni in versione ‘sea shanty’.

Inutili i tentativi di spiegare razionalmente perché proprio queste canzoni, e proprio adesso, siano diventate l’equivalente dei meme di qualche anno fa. Alcuni, sulla stampa internazionale, hanno suggerito che si tratta di una musica che resta particolarmente in testa perché creata proprio per questo scopo, per scandire i ritmi di lavoro e renderlo meno monotono. A questo tentativo di spiegazione se ne è aggiunto un altro, che per la loro ritmicità (e la presenza di un coro) questi canti rendono meno negativi all’ascolto eventuali errori nell’intonazione.

Vi è infine (e come poteva mancare) la spiegazione psico-sociologica: è un canto adatto a questo periodo di pandemia perché parla di qualcuno che aspetta una nave di provviste durante una spedizione di caccia alla balena. Gli sfortunati balenieri, isolati su un’isola, in attesa di ‘tea, sugar and rum’ sarebbero gli archetipi di noi stessi, isolati in casa, dediti al teleavoro, che aspettiamo il vaccino salvifico e, in mancanza di questo, ci accontentiamo dell’arrivo del food driver che ci porta la cena.

Intanto però, il 26enne postino scozzese, protagonista di questo successo globale, ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla musica a tempo pieno: “C’erano così tante e-mail, messaggi sui social, instant massaging di persone volevano parlarmi, incontrarmi, intervistarmi”, ha detto in un’intervista al quotidiano The Indipendent, “così ho pensato di dover fare un cambiamento nella mia vita, perché questa popolarità non sia solo un attimo fuggente. Suono la chitarra da quando avevo otto anni, la musica è sempre stata è stata la mia passione ed è sempre stato il mio sogno”.

Un sogno con milioni di visualizzazioni su TikTok e Youtube: un buon punto di partenza. Ma come insegnano i voice contest, per durare nel tempo serve qualcosa di più.