La diffusione dell’ufficializzazione della notizia del rinvio alla fine dell’anno 2023, da parte di Google, della deprecazione dei cookie di terza parte su Chrome, il bowser più diffuso al mondo, ha prodotto reazioni immediate da parte della aziende attive nel mondo del digital advertising. Ne riportiamo alcune, vi invitiamo a inviarcene altre.
“Qualsiasi CEO o manager che sta tirando un sospiro di sollievo per questa notizia e si prepara a riassegnare persone e risorse ad altri progetti dovrebbe riconsiderare la propria decisione”, sottolinea Konrad Feldman, CEO di Quantcast.
“Google ha annunciato di aver bisogno di più tempo per l’interruzione del supporto dei cookie di terze parti, ma brand, agenzie, editori e aziende tecnologiche dovrebbero comunque rimanere concentrati sulla ricerca di un’alternativa a lungo termine altrimenti la corsa folle prevista per la seconda metà del 2021, sarà solo rimandata alla prima metà del 2023. Le soluzioni per il mondo cookieless hanno infatti valore ora, indipendentemente dal rinvio temporale dichiarato dal gigante tech perché già molte sezioni dell’open internet, compresi Safari e Firefox, richiedono alternative ai cookie di terze parti. Quantcast resta quindi focalizzata sullo sviluppo di un’alternativa innovativa e interoperabile ai cookie di terze parti basata su solidi standard industriali”.
Un’opinione analoga quella di Sara Buluggiu, Managing Director Italia, Spagna e MENA di MAGNITE: “Nonostante il rinvio della deprecazione dei cookie annunciata da Google, rimane il fatto incontrovertibile che la industry, nel suo complesso, debba continuare a impegnarsi seriamente nel lavoro che è già stato iniziato. Le soluzioni ID di identificazione necessitano di essere sviluppate, testate e validate per assicurare che, quando i cookie diventeranno obsoleti, le società attive nel digital ad market possiedano delle alternative funzionanti. Come Magnite crediamo che i first party data rappresentino il futuro, perché gli editori hanno già un rapporto con i loro utenti basato sui dati di prima parte. Assicurare che i dati, raccolti con il consenso delle persone che formano le tante audience. continuino a essere controllati anche quando e dove venissero condivisi con gli investori pubblicitari rappresenta il fattore di maggior criticità nel lungo periodo”.
“La notizia diffusa da Google suona un po’ come una sorpresa per chiunque si sia impegnato direttamente fino a ora nella preparazione per un futuro ‘cookieless’: Google ha indubbiamente compreso che l’industry non è ancora pronta”, è il parere di Projjol Banerjea, Co-Founder e CPO di Zeotap. “Tuttavia, questo non vede diminuire l’urgenza: è un tempo ‘sufficiente’ solo se ogni player continua ad agire rapidamente. Come Customer Data Platform, abbiamo potuto constatare tramite il nostro lavoro con brand e publisher quanto sia fondamentale adottare solide risorse di first party data per farsi trovare preparati. I first party data sono stati a lungo riconosciuti come uno dei pilastri fondamentali del mondo ‘cookieless’; tuttavia, l’anno scorso ha insegnato a molti che questo è più facile a dirsi che a farsi. La messa in pausa dei test FLoC avvenuta nel marzo di quest’anno ha reso la decisione di ritardare la scomparsa dei cookie quasi inevitabile per quelli che come noi operano da una prospettiva europea. Google ha dimostrato responsabilità verso se stesso e verso l’industry: l’universo delle soluzioni basate su una maggiore trasparenza e tracciabilità del consenso adesso ha il tempo necessario per prepararsi completamente”.