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Contextual advertising e Connected TV sono i temi che caratterizzeranno il 2023, secondo Channel Factory

Sara Dragonetti, Luca Di Cesare e Giulio Giacometti, Channel Factory

Contextual Advertising e CTV: sono questi i trend individuati da Channel Factory per il 2023. La piattaforma tecnologica video globale prevede infatti per il prossimo anno un forte focus delle pianificazioni su Connected TV e la svolta del settore pubblicitario verso l’era dell’inclusività.

CTV

Il panorama della CTV e dei servizi di streaming in generale è molto influenzato dalle scelte di un player come Netflix, e, sull’onda dell’introduzione di abbonamenti supportati dalla pubblicità, il mercato si sta muovendo in questa direzione, offrendo alla CTV l’opportunità di diventare il più grande canale pubblicitario. YouTube è in una posizione unica, sia come piattaforma ‘nuova’, nata dall’era digitale, sia come uno degli ambienti più familiari e più seguiti dal pubblico della CTV. Inoltre, garantisce un maggiore coinvolgimento e un buon livello di interattività per gli utenti, grazie al suo mix di contenuti brevi e lunghi che attirano l’attenzione di tutti.

Sull’onda dell’interesse crescente verso questo canale “in Italia abbiamo messo a punto una soluzione per la CTV innovativa, soprattutto, perché introduce il concetto di costo per GRP“, è il commento in una nota di Giulio Giacometti, Lead, Client Solutions Italy & Spain di Channel Factory. “Uno strumento molto apprezzato dai nostri clienti, che ha già dimostrato la sua validità ed è pronto a varcare i confini nazionali e a candidarsi all’adozione europea“.

Contextual Advertising – Conscious Advertising Project

Si sta avvicinando la terza fase della pubblicità digitale, quella delle tre C. La prima è stata quella del ‘caos‘, in cui la rivoluzione dei media digitali ha creato un’abbondanza di contenuti video per gli inserzionisti. Dopo il caos dei primi tempi si è aperta l’era della ‘cautela’, ma le conseguenze indesiderate sono state l’esclusione e la disuguaglianza. Le scelte sono andate troppo nella direzione opposta, nel tentativo di correggere una situazione ormai consolidata. Un periodo comunque necessario da attraversare ma da cui stiamo uscendo: Channel Factory infatti è convinta che l’anno prossimo si assisterà al passaggio all’era della ‘consapevolezza e dell’inclusione’.

“Il settore è consapevole di aver oscillato troppo in entrambe le direzioni e ora si trova a un bivio, con l’opportunità di agire e di affrontare le iniquità insite negli attuali standard del settore per ispirare il cambiamento verso un mercato pubblicitario più inclusivo ed equo”, afferma Sara Dragonetti, che nel team italiano di Channel Factory ricopre il ruolo di Head of Agencies. “Una nostra recente ricerca ha dimostrato che il 60% dei consumatori vuole acquistare da aziende che sostengono e promuovono cause che li appassionano. Nel 2023, quindi, i brand dovrebbero essere più accorti nell’analizzare il tipo di contenuti (news), dei creator (inclusivi) e delle conversazioni (come la sostenibilità) che sostengono e monetizzano. Questo sarebbe un vantaggio per gli inserzionisti, ma anche per il settore, poiché il maggiore sostegno a un crescente numero di voci ‘differenti’ aiuterà molte più persone a raccontare le loro storie uniche”.

Conscious Advertising Project e la proposta per la CTV di Channel Factory hanno introdotto novità importanti nell’industry della comunicazione digitale”, conclude Luca Di Cesare, Country Manager di Channel Factory in Italia. “Il mercato sta rispondendo alle nostre soluzioni con entusiasmo perché hanno intuito che l’evoluzione positiva della società e dei messaggi pubblicitari va di pari passo con le scelte dei consumatori, con forti ricadute sul business aziendale”.