di Massimo Bolchi
È stato inaugurato a Milano un Google Accessibility Discovery Center (ADC) – quinto al mondo dopo Monaco, Londra, Dublino e Zurigo – uno spazio che vuole creare consapevolezza sul tema dell’accessibilità e disabilità e diventare, con l’aiuto di tutti, un luogo di incontro, di apprendimento e collaborazione.
“La tecnologia ha il grandissimo potenziale di rendere il mondo più accessibile a tutti”, ha dichiarato Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e VP, Google Italy. “Per questo in Google ci impegniamo, anche al fianco di partner di valore, per abbattere le barriere che ogni giorno le persone con disabilità e neurodivergenze si trovano davanti e aiutarle a raggiungere i propri obiettivi”.
Prodotti e soluzioni dell’ADC
Nel concreto, il nuovo Accessibility Discovery Center di Milano permette ai visitatori di scoprire alcuni prodotti e soluzioni innovative tra hardware, software e videogiochi adattati alle esigenze delle persone con disabilità. Inoltre, funge da spazio per piccoli workshop, tour guidati, corsi di formazione e per dimostrazioni di tecnologie assistive prodotti da altre compagnie o da noi, per esplorare come queste possono abbattere le barriere quotidiane. In questo modo, il centro mira a favorire lo scambio di idee sull’accessibilità e a sensibilizzare sulle necessità delle persone con disabilità.
“Come Google, siamo impegnati da sempre a rendere l’informazione universalmente accessibile e crediamo che la tecnologia abbia il potere di migliorare la vita di tutte le persone, comprese quelle con disabilità e neurodivergenze”, ha spiegato Christopher Patnoe, Head of EMEA Accessibility, Diversity Inclusion di Google. “Quando tutti hanno accesso alle informazioni e alle opportunità, tutti vincono. Ma le esigenze delle persone cambiano continuamente, nel corso della loro vita o addirittura della loro giornata. Sappiamo che la tecnologia – e le collaborazioni dirette con le persone con disabilità e neurodivergenze – sono fondamentali per aiutarci a rispondere a queste esigenze e a rendere le informazioni del mondo più accessibili”.
Le attività disponibili ad oggi nel centro toccano varie disabilità, da quella cognitiva, a quella visiva, uditiva e non solo. Lo spazio dimostra l’utilità di alcune funzionalità specifiche di Google per rispondere alle esigenze di varie disabilità (Live Transcribe per la disabilità uditiva, Guided Frame per quella visiva e tante altre soluzioni), ma mette anche a disposizione alcuni videogiochi di terze parti che sono stati resi accessibili tramite tecnologie assistive, permettendo a chiunque di usufruirne.
‘Pathway Companion’ al servizio dei bisogni speciali con l’AI
L’impegno di Google per l’accessibilità non conclude con questa inaugurazione e va oltre con un progetto finanziato da Google.org. Con la collaborazione di Fondazione Don Carlo Gnocchi, ITLogiX e Università degli Studi di Roma Tre, Fondazione Mondo Digitale ETS sta sviluppando una piattaforma innovativa di apprendimento con tutoring intelligente ‘Pathway Companion’, che supporta educatori, docenti e caregiver e facilita il percorso di crescita di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali, garantendo una maggiore sicurezza anche nella dimensione online. La piattaforma verrà inserita all’interno dell’Accessibility Discovery Center per ispirare e offrire ai visitatori un ulteriore esempio di come la tecnologia sia anche al servizio delle persone con disabilità.
“La Fondazione Mondo Digitale ETS, da quasi 25 anni, si impegna a promuovere l’uso inclusivo delle tecnologie per garantire la piena partecipazione delle persone e favorire lo sviluppo equo delle comunità, partendo dal diritto fondamentale alla conoscenza”, ha concluso Mirta Michilli, Direttrice Generale della Fondazione Mondo Digitale ETS. “Con Pathway Companion abbiamo combinato la nostra esperienza e sensibilità con quelle di Google per realizzare uno strumento innovativo, accessibile e coinvolgente. La piattaforma, adattiva e dotata di un tutoring intelligente, offre un supporto prezioso ai caregiver e facilita il percorso di apprendimento degli studenti con bisogni speciali, contribuendo a un’educazione davvero inclusiva”.