Interactive

Carlo Noseda, IAB Italia: “Internet è ormai un diritto di tutti. E nel mondo dei media, il retail è destinato a diventare la prossima grande miniera di dati da sfruttare”

“La giornata di apertura dello IAB Forum di quest’anno vede sul palco del MiCo solo protagonisti italiani”, spiega Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. “Questo per una precisa scelta, a rimarcare la piena maturità del comparto nel nostro paese, mentre, a livello globale, i numeri del web sono lievitati in maniera incredibile. Abbiamo raggiunto oltre 5,5 miliardi di utenti in un mondo che ha tagliato proprio oggi il traguardo degli 8 miliardi di abitanti: forse troppi, se pensiamo che il settimo miliardo risale solo a 11 anni fa. Il web, al contempo, nel suo sviluppo mostruoso, si è caratterizzato per una apparente semplicità crescente. Parole come swipe, click, cloud sono ormai di uso comune, ma dietro questa apparente semplicità si nasconde una complessità che solo informatici e ingegneri possono decrittare, e che cresce in maniera altrettanto esponenziale. Per questa ragione abbiamo voluto, anche se solo per i due giorni del Forum, immergerci e scoprire questa complessità e le persone che hanno tracciato in passato un cammino che prosegue verso un futuro ancora da delineare, ma di cui si intravedono alcuni tratti, rappresentato da termini quali metaverso, artificial intelligence, e data governance. In questi due giorni approfondiremo tutto questo, verticalmente“.

Ma come sta reagendo il mercato? Abbiamo alle spalle due anni difficili…

Due anni tosti, non abbiamo paura ad affermarlo. Ma è tale la velocità con cui il digitale si è inserto nelle nostre vite, che non è esagerato affermare che, senza di esso, nei periodi peggiori della pandemia, ci saremmo ritrovati in una sorta di nuova età della pietra. Il digitale ci ha consentito di fare cose che altrimenti sarebbero state impossibili, ma per continuare il suo sviluppo sono indispensabili persone e competenze: va avanti veloce perché alle sua spalle ci sono spinte immense che vengono governate e indirizzate a seconda delle necessità. Guardando al mercato italiano, ve detto che non vedremo nei prossimi anni la crescita iperbolica che ci accompagnati nel recente passato, ma una resilienza che permette al comparto di tenere nonostante tutto quello di negativo che accade nel mondo.

È possibile indicare quali sono i territori più promettenti sotto questo aspetto?

Guardando al media, per esempio, ci sono aree di grande potenziale, già sviluppate solo in misura limitata: mi riferisco alla connected Tv, al digital audio, e soprattutto – stante la sparizione dei cookie di terza parte – a quella grande e inesplorata miniera di dati che è il Retail. A cui si affiancheranno altri ambiti, quali il gaming, inteso come si inizia a fare oggi, e il metaverso, la grande scommessa sul futuro. Il domani è qui, ma il punto è essere in grado di cogliere queste opportunità e governarle, perché, come ci insegna la cronaca del 5G, non si può più rincorrere un treno, una volta che è partito. Ma di converso, l’apertura di Netflix alla pubblicità è la conferma della progressiva democratizzazione del digitale: noi l’abbiamo sempre affermato, che il mondo del digitale permette a tutti l’accesso a cose che altrimenti sarebbero state irraggiungibili. Se utilizzato nel modo corretto, il digitale è sinonimo di apertura. La prossima sfida sarà connettere tutti i mezzi, che sono diventati digitali, dall’outdoor alle stampa, per ottenere pianificazioni sempre più efficienti, sempre più trasversali.

Se si dovessero scegliere alcune keyword che rappresentino l’attuale e la futura evoluzione del digitale, quali sarebbero le migliori?

Al di quelle più classiche, che non sto qui a ripeterle, la mia keyword sarebbe ‘uguaglianza’: potrebbe sembrare un po’ troppo filosofica, ma credo davvero che la Rete e internet siano diventate un diritto. E in quanto tale, diventa un dovere da parte nostra saperle utilizzare al meglio, facendo progredire attraverso di esse l’intera comunità. Perché oggi, non avere l’accesso al web significa essere tagliati fuori dall’evoluzione, dal progresso; significa che internet è come l’aria: non se ne può fare a meno, tutti dobbiamo avervi accesso, ma è altrettanto dovere di tutti far sì che sia sempre sostenibile e ‘respirabile’.