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Occorre combattere i pregiudizi maschili in rete, che relegano in secondo piano le imprese sportive delle donne. La campagna globale ‘Correct the Internet’ firmata DDB

Questa storia inizia quando una bambina ha cominciato a fare ricerche su internet sulle più grandi atlete del mondo per il suo progetto scolastico. Le sue ricerche hanno rivelato molti dei più grandi atleti maschi del mondo e tutti i loro successi, ma pochissime donne. La bambina è rimasta poi scioccata nello scoprire che, quando ha cercato i risultati delle più grandi atlete, molte di loro erano superiori agli uomini che le venivano proposti nei risultati della ricerca. È emerso, ad esempio, che Christine Sinclair ha segnato più gol nel calcio internazionale di Cristiano Ronaldo. Steffi Graf ha trascorso più tempo al numero 1 del tennis di Novak Djokovic. E la squadra di basket femminile degli Stati Uniti ha vinto più del doppio dei titoli mondiali di qualsiasi squadra maschile. Questo era solo l’inizio.

Più si andava a fondo, più si scoprivano inesattezze nei risultati della ricerca. I fatti dicono che molti dei più grandi atleti del mondo sono donne, ma Internet sembra continuare a sostenere che sono uomini. Il motivo è semplice: gli algoritmi che i motori di ricerca utilizzano sono addestrati sul comportamento umano. E ora Internet ha imparato i pregiudizi umani nei confronti gli uomini.

“È un problema che abbiamo creato noi, ma che abbiamo il potere di risolvere”, sostiene l’iniziativa ‘Correct the Internet’, che sta raccogliendo i risultati di ricerca errati creando uno strumento semplice per aiutare a correggerli: il 2023 sarà l’anno in cui si infrangeranno i pregiudizi di Internet e dei search engine

Anche DDB Group Aotearoa NZ sta lavorando per ‘Correct the Internet’, producendo una nuova campagna globale che prende il via questo fine settimana con uno spot da 60 secondi. La campagna è lo sforzo collettivo di un gruppo internazionale di persone che la pensano allo stesso modo e cerca di evidenziare e correggere le inesattezze nei risultati delle ricerche su Internet e di rendere più visibili le donne sportive.

Maher Nasser, Direttore della Outreach Division del United Nations Department of Global Communications, afferma in una nota: “Con la crescente dipendenza dai motori di ricerca su Internet per trovare informazioni, gli algoritmi partono dal presupposto che i pregiudizi umani, consci e inconsci, siano l’ordine naturale delle cose e di conseguenza i risultati che si conformano a questo pregiudizio vengono premiati. L’uguaglianza di genere inizia con il riconoscere le sfide affrontate da donne e ragazze: campagne come ‘Correct The Internet’ sono un ottimo modo per smascherare come gli stessi pregiudizi siano entrati nel mondo virtuale“.

La CdP della campagna, che vede Matty Button e Gary Steel  rivestire il ruolo di Chief Creative Director, è la Finch Company NZ, diretta da Lex Hodge.