Healthcare

Vaccino anti Sars-Cov-2, cosa ne pensano gli italiani? Uno studio internazionale condotto da Kantar fotografa orientamenti e apprensioni

Carlo Silenzi, Ceo Italy Health Division, Kantar

Sui vaccini in generale ci sentiamo ragionevolmente tranquilli rispetto al loro profilo di sicurezza (70% dei rispondenti) e ancor di più rispetto alla loro efficacia (75%), in linea con gli altri paesi a confronto, con l’eccezione della Francia, dove solo un 62% li ritiene una strategia sicura.

Entrando nel merito dell’attuale pandemia, l’Italia, in controtendenza rispetto agli altri paesi analizzati e ad indagini condotte prima dell’annuncio di Pfizer e BioNTech, in relazione ai risultati preliminari del proprio studio clinico di fase III, migliori delle più rosee aspettative, la propensione a vaccinarsi contro il Coronavirus è cresciuta da giugno a novembre di 4 punti percentuali, attestandosi oggi al 78%.

Paura dell’impatto della seconda ondata sulla salute pubblica o presa di coscienza che il paese non abbia la forza di reagire economicamente al protrarsi delle limitazioni imposte dal susseguirsi dei DPCM?

Commenta nella nota Carlo Silenzi, Ceo Italy Health Division, Kantar: “Le microimprese, quelle cioè con meno di 10 dipendenti, rappresentano il 95% delle imprese attive. Con una struttura tanto polverizzata del tessuto economico e con un popolo di partite iva particolarmente esposto e vulnerabile, non stupisce il senso di urgenza di voltare pagina. Ciò è confermato anche dal fatto che il 77% dei rispondenti dichiari che vaccinarsi sia “il miglior modo per tornare alla vita di prima” laddove per Francia e Germania questa percentuale si attesta rispettivamente al 57% e al 67%. Forse anche per questo da noi più che altrove si ritiene che la vaccinazione dovrebbe essere obbligatoria per tutti (il 54% dei rispondenti contro il 34% della Germania e il 35 della Francia). L’Italia si percepisce come strutturalmente più fragile”.

In tutti i paesi oggetto dell’indagine (Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e USA) non è trascurabile, riferisce la nota, una certa preoccupazione legata alla rapidità con cui stanno sviluppando e si accingono a produrre i vaccini anti Covid19. Più o meno un intervistato su due si dichiara preoccupato, tranne in Francia dove si arriva a due su tre. Un vaccino, ancorché approvato dalle autorità sanitarie, sarebbe ritenuto sicuro solo da un intervistato su due a dispetto del fatto che le autorità sanitarie di ciascun paese rappresentano la fonte di informazione più affidabile insieme ai medici di base.

In Italia, così come in Germania e in Gran Bretagna, siamo più preoccupati di infettarci e diffondere il Coronavirus che di ricevere un vaccino i cui effetti non siano ancora completamente conosciuti.

E qual è il livello di fiducia nel governo rispetto alla capacità di prendere le giuste decisioni nel rendere disponibile un vaccino contro il Coronavirus? In Italia e Germania 3 intervistati su 4 accreditano fiducia ai rispettivi governi, 2 su 3 in Gran Bretagna e negli USA e, ancora una volta, solo il 50% degli intervistati in Francia.

Per concludere, il forte impatto che la pandemia sta avendo sull’economia italiana ed il rischio di dover recepire provvedimenti ancora più restrittivi fa crescere in noi il desiderio di adottare soluzioni risolutive, ed il vaccino sembra ora essere la strategia più promettente.