Una ricerca sulla fisioterapia condotta dal Move to 2 Learn Innovation Lab, situato negli Stati Uniti, ha rivelato che videogiochi come ‘RingFit Adventure’ di Nintendo potrebbero essere di supporto ai bambini con disturbo dello spettro autistico.
L’impiego dei videogiochi nell’ambito medico sta guadagnando sempre più importanza, passando da semplice passatempo a strumenti terapeutici utilizzabili in diversi contesti. Il laboratorio di ricerca statunitense ha sperimentato l’utilizzo dei videogiochi all’interno di programmi di fisioterapia per i bambini affetti da disturbo dello spettro autistico, con risultati sorprendenti.
Il Move to 2 Learn Innovation Lab ha una lunga storia nella ricerca di modalità creative per coinvolgere i bambini autistici, con l’obiettivo aggiuntivo di migliorare la flessibilità e le capacità motorie. Utilizzando ‘RingFit Adventure’ su Nintendo Switch, il professor Anjana Bhat e il suo team stanno esplorando nuove opportunità per incoraggiare l’esercizio fisico quotidiano nei bambini affetti da disturbo dello spettro autistico.
Bhat ha osservato che i suoi pazienti mostrano un interesse particolare per la tecnologia, i computer e i robot, ma l’esercizio attraverso i videogiochi non è ancora stato ancora messo in pratica sui pazienti. L’introduzione di un’attività chiamata ‘exergaming’ rappresenta quindi un’innovazione nel campo delle terapie fisiche per questa categoria.
Dopo un periodo di test durato otto settimane su una dozzina di bambini con disturbo dello spettro autistico, i risultati hanno sorpreso positivamente i ricercatori. L’uso di ‘RingFit Adventure’ ha dimostrato di essere particolarmente coinvolgente per i bambini, offrendo un’esperienza più stimolante rispetto a metodologie terapeutiche tradizionali come la musica e il movimento, lo yoga e l’esercizio fisico all’aperto.
La ricerca di Bhat è stata finanziata con un contributo di 50mila dollari dal Maggie E. Neumann Health Sciences Research Fund, un fondo destinato a promuovere l’innovazione e la ricerca per migliorare la vita delle persone con disabilità. Grazie a questo finanziamento, Bhat spera di poter ampliare l’accesso a questo intervento terapeutico e di poterlo testare su un numero maggiore di pazienti.