Gaming

Epic Games vince contro Google: ecco cosa potrebbe cambiare per il mondo dei videogiochi

di Carlo Corcione

‘I Love You California’ non è solo l’inno dello stato Americano affacciato sul Pacifico ma è quello che avrà pensato Tim Sweeney il 12 Dicembre scorso, a poche ore dal verdetto del Tribunale Federale della California che ha dato ragione alla Epic Games contro Google, quando trionfante ha cinguettato (pardon: ha postato su X): “Victory over Google“.

Ma avvolgiamo il nastro e proviamo a sintetizzare. Epic Games, sviluppatore di Fortnite, fondata trenta anni fa in pieno stile americano in una cantina da Tim Sweeney che ne è ancora Ceo, tre anni fa ha fatto causa a Google, sostanzialmente per pratiche monopolistiche, dopo che il gigante di Mountain View aveva rimosso Fortnite dal suo Store perché non aveva gradito la mossa di Epic di far scaricare contenuti per il gioco dal proprio sito.

Cosa significava e significa questo per Google?

Innanzitutto una perdita di guadagno su commissioni che in genere si aggirano su un terzo rispetto al costo del prodotto che il consumatore sta acquistando. Andando un po’ più nel profondo un vero e proprio game changer nei rapporti di forza tra i colossi degli app store.

La causa intentata da Epic Games nei confronti di Google è andata avanti (con un’accelerazione nelle ultime settimane) fino all’11 Dicembre 2023 quando una giuria del Tribunale del Northen District della California con un verdetto che a leggerlo sembra più una lista della spesa, tra l’altro compilata a mano ha detto e ripetuto, in buonissima sostanza, una, ed una sola parola: ‘Yes’.

In particolare la giuria ha pronunciata il fatidico ‘Yes’ su tre diversi e distinti (seppur collegati) capi di imputazione.

Il primo attinente al monopolio. La giuria ha dato ragione ad Epic che è riuscita in giudizio a provare l’esistenza di pratiche monopolistiche scorrette di Google.

Il secondo punto attiene al cosiddetto Unlawful Restraint of Trade – in soldoni limitazione illecita del mercato. Ancora una volta la giuria conferma che ‘Yes’, Epic è riuscita a dimostrare che Google sia entrato in accordi per limitare il mercato, causando un danno alla stessa Epic.

Il terzo ed ultimo punto riguarda il tying o meglio conosciuto tying sales (letteralmente vendita trainata), ovvero la pratica di vendite di prodotti collegati ad un altro prodotto definito principale.

In sostanza si rientra in una fattispecie tyding quando un cliente acquistando il prodotto principale acquista automaticamente anche uno o più prodotti automaticamente, dunque ‘trainati’ dal principale.

Va sottolineato che tali pratiche commerciali, solitamente adottate in mercati concorrenziali, non sono per forza di cose contrarie ai principi di concorrenza ma anzi, fanno spesso e volentieri parte di strategie di marketing atte all’efficientamento dei costi. Tuttavia tali pratiche entrano nel mirino delle leggi sulla concorrenza sleale quando, a scapito di concorrenti e consumatori, sono effettuate da colossi con posizioni vicine al monopolio o comunque con vasto controllo del mercato.

Sulle pratiche del tyding sleale e dunque sul terzo ed ultimo punto della controversia, la giuria, ancora una volta ha risposto: ‘Yes’, Google è incappato in pratiche di tyding ed Epic è stata per questo danneggiata.

Google ha già fatto sapere di trovare ingiusto il verdetto e la volontà di volere appellare.

Cosa succederà ora è ancora tutto da capire. All’inizio del 2024, un tribunale ad hoc si pronuncerà sui rimedi che verranno imposti a Google – probabilmente quello di permettere agli sviluppatori di poter avere libertà di utilizzare sistemi di pagamento al di fuori di quelli di Google, così cambiando radicalmente le regole degli app store. Tuttavia il verdetto attuale potrebbe essere ribaltato dal ricorso in appello che certamente Google promuoverà – stimando i tempi della giustizia Americana una sentenza di appello non arriverebbe prima di due o tre anni.

Subito dopo la divulgazione del verdetto, e subito dopo l’ormai già ‘epico’ post di Sweeney: “Victory over Google”, la società Epic Games ha seguito il proprio fondatore festeggiando con un altro post in cui si richiamava ad una vittoria per tutti gli sviluppatori e i consumatori gaming e non solo.

Difatti va detto che la portata della vittoria, se resa esecutiva al netto degli appelli, riguarderebbe tutto il mondo online e non solo il Gaming.