Tra i punti chiave della normativa, spicca l’attenzione agli impatti etici e sociali dell’intelligenza artificiale, con l’introduzione di misure rigorose per garantire trasparenza, affidabilità e rispetto dei principi fondamentali. Un aspetto centrale è l’obbligo di alfabetizzazione all’AI, pensato per favorire un approccio consapevole alla tecnologia, non solo a livello istituzionale, ma anche aziendale.
L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle imprese è in forte crescita e il nuovo Regolamento in materia impone la formazione, ritenuta essenziale per sfruttarne appieno le potenzialità e per ridurre i rischi nel suo impiego, garantendo una maggiore preparazione a chiunque si interfacci con queste tecnologie ad affrontare le sfide del futuro.
Ne abbiamo parlato con Simone Rinzivillo, Ceo di Archetipo Agency, per approfondire il ruolo dell’AI nel mondo del business e il valore di un’adozione strategica e consapevole.
L’AI Act introduce l’obbligo di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale (AI Literacy). Perché questa misura può rappresentare un’opportunità per le aziende?
Credo che l’alfabetizzazione all’AI non debba essere vista esclusivamente come un obbligo, ma come una vera e propria opportunità strategica per le aziende, che possono trarne numerosi vantaggi. L’AI Act intende per alfabetizzazione all’AI “il possesso di competenze, conoscenze e comprensione adeguate per procedere ad una diffusione informata dei sistemi di AI ed essere consapevoli delle opportunità e dei rischi associati all’AI”.
Questo rappresenta un invito a una trasformazione culturale profonda, che impone alle aziende di adottare misure concrete per garantire che chiunque operi con i sistemi di AI possieda le competenze necessarie per comprenderne non solo il funzionamento e i limiti, ma anche i rischi potenziali legati al suo impiego.
Investire nella formazione sull’AI, quindi, consente alle aziende di accelerare in modo responsabile l’adozione di queste tecnologie, passando più rapidamente dalle fasi di sperimentazione alla loro implementazione su larga scala. Questo porta a una maggiore efficienza e all’ottimizzazione dei tempi di esecuzione dei progetti. Inoltre, una preparazione mirata consente di ridurre il rischio di incorrere in problematiche legali, come bias o discriminazione, limitando il potenziale per un uso scorretto dei dati. Ma l’alfabetizzazione in AI non riguarda soltanto la parte tecnica. È fondamentale infatti che, chi opera con l’intelligenza artificiale sviluppi una comprensione più ampia, che includa anche la consapevolezza delle sue implicazioni sociali ed etiche.
Infine, investire nell’alfabetizzazione in AI, consente alle aziende di sfruttare appieno il potenziale dell’automazione e dell’analisi avanzata dei dati. Questo non solo porta a benefici in termini di produttività, ma rende anche le organizzazioni più agili, pronte ad adattarsi velocemente ai cambiamenti del mercato, rendendole più competitive nel lungo periodo.
Uno studio recente ha evidenziato come l’intelligenza artificiale possa influenzare il pensiero critico nelle scelte aziendali e nei processi decisionali. In che modo le imprese possono bilanciare l’uso dell’AI con una visione strategica autonoma e consapevole?
L’intelligenza artificiale offre indubbi vantaggi in termini di efficienza e automazione, ma può anche comportare il rischio di una dipendenza eccessiva dalla tecnologia. Per evitarlo, le aziende devono adottare un approccio che valorizzi il ruolo delle persone in relazione all’AI, la cultura aziendale e i principi etici. L’AI dovrebbe infatti essere integrata nei processi decisionali come strumento di supporto, e non andare a sostituire il pensiero critico umano.
Un elemento chiave affinché questo accada è la formazione continua: oltre alle competenze tecniche, le imprese devono sviluppare le capacità analitiche e decisionali dei dipendenti, insegnando loro a interpretare e contestualizzare i dati forniti dall’AI. Questo consente di sfruttare la tecnologia in modo strategico, senza perdere la capacità di valutare autonomamente le scelte più adatte al contesto aziendale.
Inoltre, è essenziale che l’AI venga utilizzata in sinergia con l’esperienza umana, anziché sostituire il contributo dei professionisti. Le migliori decisioni nascono proprio dall’integrazione tra dati, intuizione e capacità di analisi.
Un utilizzo consapevole e bilanciato dell’intelligenza artificiale permette quindi alle aziende di potenziarne i benefici, mantenendo al contempo una visione strategica autonoma e una solida capacità di pensiero critico.
Archetipo ha sempre adottato un approccio strategico e consapevole verso l’intelligenza artificiale. Quali sono i principi guida da voi seguiti per integrare l’AI nelle strategie di marketing e comunicazione, garantendo innovazione senza perdere di vista il fattore umano?
In ARCHETIPO, l’intelligenza artificiale è stata concepita sin da subito come un alleato utile a svolgere attività un tempo impensabili a causa del loro elevato time consuming, ma sempre con una visione consapevole e strategica del corretto utilizzo di questo strumento. I principi che ci guidano nel suo utilizzo sono infatti fondati su un equilibrio tra innovazione tecnologica e l’importanza del ‘tocco umano’, che per noi rimane insostituibile.
In primo luogo, l’AI è uno strumento, non un sostituto. La nostra filosofia è quella di sfruttare l’intelligenza artificiale per velocizzare i processi, ad esempio generando contenuti preliminari o analizzando dati, ma lasciando sempre la parte più strategica e creativa nelle mani dei nostri professionisti. Un altro principio fondamentale è l’ottimizzazione dei processi senza sacrificare la qualità. Automatizzare le attività ripetitive ci permette di liberare risorse preziose da concentrare su attività a maggiore valore aggiunto, come la definizione di strategie creative, l’elaborazione di insights o la cura dei dettagli nella comunicazione.
L’AI, quindi, accelera, ma non riduce la nostra attenzione alla qualità. Crediamo anche che l’AI debba fungere da catalizzatore per espandere le capacità creative, non per sostituirle: l’intelligenza artificiale ci fornisce insight e spunti preziosi, che dopo essere stati interpretati e sviluppati dal nostro team, danno vita a nuove soluzioni. È questo il valore aggiunto che l’intelligenza artificiale porta alla nostra creatività, senza però mai sostituire l’intuito umano che è alla base di ogni progetto di successo.
Infine, l’approccio etico è per noi imprescindibile. L’intelligenza artificiale deve essere utilizzata in modo responsabile, con una forte attenzione alle persone e alla qualità delle relazioni. La tecnologia non deve mai risultare invadente o impersonale, ma essere un mezzo per migliorare l’esperienza del cliente e ottimizzare le comunicazioni in maniera precisa e umanamente rilevante.