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Plural presenta Imperfection Vol.3. Al centro il rapporto tra tecnologia e umanità

Con il patrocinio di ADCI, il nuovo numero affronta il tema del tempo nell’era dell’Intelligenza Artificiale, interrogandosi sui rischi dell’iper-efficienza algoritmica
Plural, Imperfection 3

PLURAL presenta il terzo volume di Imperfection, progetto editoriale longform che esplora l’imperfezione come leva strategica nella cultura, nel business e nella comunicazione. Dopo aver messo in discussione l’estetica patinata dei brand e aver celebrato l’errore come scintilla creativa, con richiami al cinema di David Lynch, Imperfection Vol. 3 sposta lo sguardo sul rapporto tra tempo e Intelligenza Artificiale.

Il nuovo numero, realizzato con il patrocinio di ADCI – Art Directors Club Italiano, parte da una domanda: in futuro avremo più tempo per essere imperfetti? In un contesto in cui l’AI promette di ottimizzare ogni processo, il rischio è che l’efficienza algoritmica finisca per ridurre lo spazio dedicato al tentativo, al dubbio e, in definitiva, all’umanità. Il volume si interroga quindi sul destino del tempo liberato dalle macchine: sarà un’occasione per riscoprire la nostra natura fallibile o si trasformerà in una nuova gabbia di iper-produttività?

Per indagare come la velocità tecnologica stia ridefinendo le relazioni, il lavoro e la percezione del tempo, Imperfection Vol. 3 raccoglie i contributi di tre voci. Alessandro Zollo, Partner & Ceo di Great Place to Work Italia, riflette sul valore dell’errore nelle organizzazioni, non come incidente ma come parte vitale dei processi: secondo Zollo, la paura del giudizio genera mediocrità, mentre l’innovazione nasce solo dove esiste la libertà di fallire.

Arianna Catania, direttrice di Gibellina Photoroad e curatrice di Fotografia Europea, porta invece uno sguardo artistico e filosofico, richiamando il concetto di durata di Bergson. L’imperfezione diventa così una forma di resistenza delle nuove generazioni contro l’estetica artificiale e levigata imposta dai social media.

Infine, Diletta Huyskes, ricercatrice e sociologa, co-Ceo di Immanence e autrice di Tecnologia della rivoluzione, affronta il paradosso della tecnologia. Attraverso la metafora della lavatrice, mette in guardia dal rischio che l’Intelligenza Artificiale non ci restituisca davvero tempo libero, ma innalzi semplicemente le aspettative e gli standard di produttività.

“Quando tutti ti dicono di fare le cose in modo perfetto, non contemplano la complessità del qui e ora”, spiega Marco Diotallevi, fondatore di Plural e curatore del progetto. “Imperfection è il nostro signature project più importante: rappresenta l’essenza del nostro approccio Co-Stories, che nel tempo si è trasformato in una vera e propria missione editoriale, online e offline”.

L’ebook è scaricabile gratuitamente