“Festeggiamo i 10 anni dal debutto in Italia di Netflix con l’offerta italiana più ricca di sempre. Per la prima volta offriremo più di un titolo originale al mese. Puntiamo al miglior contenuto italiano, che ci permette di offrire al pubblico l’autenticità dei nostri racconti”. È la dichiarazione di intenti di Tinny Andreatta, vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix, che è stata la grande protagonista dell’evento Next On Netflix, in cui, in collegamento con Los Angeles, è stata presentata anche l’offerta internazionale del colosso dello streaming. L’incontro, che si è tenuto un paio di settimane fa allo Spazio Vittoria, in via Vittoria Colonna a Roma, è stata l’occasione di ribadire il posizionamento dei contenuti italiani di Netflix, e di fare una serie di riflessioni sulle scelte in fatto di produzione. Per cui torniamo volentieri sull’argomento.
Le cdp che lavorano con Netflix
Come vi avevamo raccontato, Netflix punterà anche su prodotti unscripted, adattamenti di format americani, e su film italiani in prima visione, che debuttano in prima ‘inestra’, subito dopo la distribuzione nelle sale. Sono Parthenope, prodotto, tra gli italiani, da Fremantle, The Apartment e Piper Film, L’abbaglio, prodotto da Tramp e Bibi Film con Medusa e Rai Cinema, e Io e te dobbiamo parlare, prodotto da IIF e Rai Cinema. “I nostri contenuti hanno la vocazione primaria di raccontare l’Italia e soddisfare il pubblico italiano, ma anche di arrivare al pubblico globale” ha spiegato Andreatta. “Vogliono cogliere lo spirito del tempo, incuriosire il pubblico, lasciarlo con il fiato sospeso. I contenuti italiani sono come i tasselli di un mosaico variopinto che stiamo costruendo anno dopo anno con la creatività dei nostri artisti”. In questo senso, Tinny Andreatta ci ha tenuto a ringraziare le case di produzione che lavorano ai contenuti: AlterEgo, Aurora TV, Banijay, Bibi Film, Cattleya, Fremantle, Groenlandia, IIF, Indiana, Palomar, Tramp e The Apartment. “Sono i produttori che lavorano con Netflix e trasformano i nostri sogni in realtà”.
Le 4 parole chiave in Italia
Le 4 parole chiave sono sfida, cambiamento, coraggio, ambizione. Il posizionamento delle produzioni italiane di Netflix è in questi concetti. Tinny Andreatta ne ha illustrato il senso. “Ogni progetto che facciamo è una sfida. Vogliamo catturare storie in cui il pubblico possa riconoscersi. Cambiamento vuol dire trovare storie che raccontano trasformazioni, per catturare il pubblico e portarlo verso l’inaspettato. Coraggio è quello che serve per osare, innovare non fermarsi mai i risultati ottenuti. Ambizione è quella che ci ha accompagnato in tutte le scelte di questi 10 anni”.
In arrivo Motorvalley, Mrs Playmen, Sara – La donna nell’ombra, Maschi veri
Alla voce “Sfida” è in arrivo Motorvalley (Groenlandia), serie dedicata al campionato italiano gran turismo, con Luca Argentero, Giulia Michelini e Caterina Forza, e la regia di Matteo Rovere, Pippo Mezzapesa e Lyda Patitucci . Ma sono sfide anche Too Hot to Handle: Italia (Fremantle Italia), in cui dieci focosi single dovranno tenere a bada i loro istinti e L’amore è cieco: Italia (Banijay Italia), in cui un gruppo di single avrà l’opportunità di cercare l’anima gemella senza averlo mai visto. Alla voce “Cambiamento” ecco Mrs Playmen (Aurora Tv), dedicata alla donna che negli anni 70 ha rivoluzionato il magazine erotico, con Carolina Crescentini e la regia di Riccardo Di Donna, Sara – La donna nell’ombra (Palomar), ispirata ai romanzi crime di Maurizio De Giovanni, con Teresa Saponangelo e Claudia Gerini, su una donna capace di capire quello che sfugge agli altri da piccoli dettagli. Maschi veri (Groenlandia) è una serie su degli uomini che hanno deciso di mettersi in gioco. Dirigono Matteo Oleotto e Letizia Larmartire, nel cast ci sono Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari, Pietro Sermonti, Thony, Sarah Felberbaum, Laura Adriani e Alice Lupparelli.
Presto su Netflix Il Mostro, Il Gattopardo, Storia della mia famiglia, Nuova scena
Il “Coraggio” è quello di Storia della mia famiglia (Palomar), di Claudio Cupellini, una dramedy in arrivo il 19 febbraio, che racconta la forza di affrontare il lutto e andare avanti, con Eduardo Scarpetta e Vanessa Scalera. È coraggio, ma anche tanta faccia tosta, quella dei giovani rapper della seconda edizione di Nuova Scena – Rhythm & Flow Italia (Fremantle), dal 31 marzo con Fabri Fibra, Rose Villain e Geolier. E poi c’è Il coraggio di capovolgere il punto di vista su uno dei misteri italiani più inquietanti degli ultimi 50 anni: è la nuova serie Il Mostro di Stefano Sollima (The Apartment e AlterEgo). Coraggio è anche quello dei poliziotti di ACAB (Cattleya), già disponibile. “Ambizione” vuol dire alzare sempre più l’asticella come ne Il Gattopardo (Indiana e Moonage Picture), l’epica serie che porterà in vita e sullo schermo il capolavoro della letteratura italiana di Tomasi di Lampedusa: nel cast ci sono Kim Rossi Stuart, Deva Cassel e Benedetta Porcaroli, tra i registi Tom Shankland, Giuseppe Capotondi, Laura Luchetti.
La qualità secondo Netflix
La chiave, secondo Tinny Andreatta, è pensare all’ampiezza del pubblico di Netflix, da qui la grande varietà dei contenuti. “In Italia sono tanti gli spettatori che hanno la necessità, in momenti diversi della propria giornata, di vedere contenuti diversi tra loro: film, reality, distrazione, impegno. Qualità è realizzare la miglior versione di ogni contenuto per ognuno di questi momenti. Il concetto di qualità è in relazione alla possibilità di portare il pubblico, e sentirlo al centro dei nostri pensieri”.
Quante serie italiane riescono ad avere una seconda stagione?
Negli Stati Uniti molte serie nascono e muoiono nella prima stagione. Ed è successo anche in Italia. Quante serie italiane riescono ad avere una seconda stagione? “Molte serie nascono come serie limited. Capita che un libro come ‘Tutto chiede salvezza’, che ha dato vita a una limited series, grazie al fatto che l’autore del libro partecipava alla scrittura, ha potuto avere una seconda stagione. Alcuni cicli si sono chiusi e altri se ne stanno aprendo. Ci sono serie in scrittura non ancora al punto da essere annunciate. Per noi costruire lunghe catene di racconto è fondamentale”.
Film o serie tv?
Ma come viene deciso se un progetto sia adatto a diventare una serie o un film? “È una modalità di lavoro che è sempre molto arricchente” risponde Luisa Cotta Ramosino, Direttrice delle serie Netflix. “Molte proposte che arrivano hanno già un’idea chiara. Ogni storia trova il suo formato. Se una storia è nata per essere una serie cadrà nel mio lavoro, se è nata per essere un film in quello delle mie colleghe. Alcune storie ci lasciano in sospeso. Per una storia come Il Gattopardo diventare una serie è stata una sfida bellissima, che ci ha permesso di dare spazio alle tante storie al suo interno e alla bellezza dei luoghi”. “Spesso i partner che arrivano hanno già un’idea di come trattare i romanzi” interviene Arianna De Chiara, direttrice dei film. “Stiamo lavorando su diversi progetti in cantiere nei prossimi mesi. Visto che l’asticella è alta, trovare i progetti giusti a noi richiede un po’ di tempo. Siamo contenti dei risultati che abbiamo ottenuto per i film che abbiamo lanciato. ‘Il treno dei bambini’ è stato 5 settimane nella top ten mondiale. Un film interessante è ‘Mica è colpa mia’. La sfida è continuare a lavorare sui film originali con molta varietà”.
In Italia siamo più bravi ad adattare i format
Nella sezione non fiction, una tendenza evidente, in America e ora anche in Italia è quella dei prodotti unscripted. “L’area non fiction vive di documentari e di titoli unscripted” ci ha spiegato Giovanni Bossetti,Direttore della sezione non fiction. “Abbiamo una grande offerta di documentari ma sentivamo che dovevamo misurarci sugli adattamenti. Possiamo vantarci del fatto che in Italia siamo più bravi ad adattare i format. Con Fremantle e Banijay sappiamo che possiamo partire da formati forti e creare una versione che sia più adatta a nostro pubblico”. Vi ricordate la scritta su quella t-shirt indossata da Madonna? Era Italians Do It Better.
di Maurizio Ermisino