L’adozione concreta delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle sfide più significative e promettenti per il nostro Sistema Paese. Il fattore cruciale di fattibilità e sostenibilità di questa fase di radicale cambiamento è il capitale umano, diventa quindi una priorità occuparsi non solo dell’educazione all’Intelligenza Artificiale, elemento imprescindibile per favorirne l’adozione, ma anche dell’Intelligenza Artificiale per l’educazione e la formazione, ovvero dell’AI learning.
Questo il messaggio al centro della ricerca ‘La via italiana all’AI learning: Intelligenza Artificiale e piattaforme digitali per le competenze e la competitività del Paese’, realizzata da Lutech e The European House – Ambrosetti, e presentata presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL). Il rapporto offre un’analisi approfondita delle competenze in ambito scolastico, aziendale e nella PA, e propone soluzioni concrete per affrontare un cambiamento ormai imprescindibile.
L’AI learning, motore delle competenze
L’AI learning offre opportunità senza precedenti per personalizzare l’apprendimento, migliorare l’inclusività e ottimizzare i processi educativi che, nella loro modalità tradizionale, sono oggi insufficienti per raggiungere la scala e l’efficacia necessarie.
“Colmare i gap formativi di circa 15-20 milioni di italiani è una necessità strategica per il Paese e serve una strategia condivisa che coinvolga scuola, università, imprese e istituzioni pubbliche”, ha dichiarato Giuseppe Di Franco, Ceo del Gruppo Lutech. “Un piano in cui la partnership pubblico-privato dovrà mettere al centro il digitale e l’AI per un piano di formazione straordinario, la creazione di un Fascicolo delle Competenze digitali per ogni cittadino e il ruolo dell’AI come acceleratore verso la creazione di infrastrutture dati settoriali a livello industriale che abilitino un nuovo modello competitivo del Made in Italy e quindi un grande piano di formazione continua, sono i tre elementi al centro del futuro della competitività nel nostro Paese nel panorama globale”.
Il gap italiano in ambito competenze digitali e AI
Il percorso di alfabetizzazione digitale all’interno della scuola dell’obbligo, una forte dispersione scolastica di circa 1,5 milioni negli ultimi 10 anni e bassi punteggi in termini di competenze trasversali chiave (problem solving e numeracy in primis) ha portato a solo il 19% di giovani in Italia laureato in discipline STEM, chiave per formare competenze legate all’AI.
In ambito lavorativo e sociale, partendo dal presupposto che solo il 46% degli adulti hanno competenze digitali di base, la sfida che ci troviamo ad affrontare è di 15 milioni di italiani che dovranno acquisire competenze digitali di base, di cui oltre la metà over 55 e con un basso livello di istruzione.
In questo contesto le aziende, che potrebbero fungere da facilitatore determinante del processo di acquisizione di competenze e soft skill e di re-skilling allineato alle esigenze del mercato, offrono corsi di formazione solo nel 70% dei casi, che scendono al 59% se consideriamo le PMI (di cui meno di 1 su 5 offre corsi specifici per competenze digitali avanzate), con modalità che portano solo il 13% dei lavoratori a parteciparvi.
Abilitare il futuro della formazione in Italia
Nel corso dell’evento è stata illustrata la piattaforma Lutech BrAIn Learning, pensata per potenziare le competenze digitali e rendere operativo il Fascicolo elettronico delle Competenze. L’iniziativa si inserisce nel quadro degli obiettivi del Digital Compass europeo, che prevede di formare entro il 2030 oltre 15 milioni di italiani oggi privi di competenze digitali di base.
La proposta mette al centro una strategia nazionale fondata sulla partnership pubblico-privata, per recuperare i ritardi strutturali del Paese e sostenere la competitività del Made in Italy in chiave AI.