Dal 25 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019, le sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospiteranno la fantasia di Armando Testa, geniale interprete della propria epoca e anticipatore di fondamentali istanze contemporanee, la cui lezione è ancora oggi quanto mai attuale.
I curatori Gemma De Angelis Testa e Gianfranco Maraniello rendono omaggio all’estro del più importante comunicatore italiano con una mostra, realizzata in collaborazione con Mart – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che rappresenta un tuffo nell’immaginario di un grande sperimentatore.
Le Sale Chiablese accoglieranno alcuni dei personaggi più celebri dei mondi di Testa. Dall’uomo moderno che campeggia nei manifesti Facis, al logo senza tempo del vermut Carpano Punt e Mes, passando per l’ippopotamo Pippo protagonista delle réclame Lines, fino ai Caroselli abitati da Carmencita e Caballero per il caffè Paulista di Lavazza o dagli sferici extraterrestri del pianeta Papalla per Philco. E ancora, elefante Pirelli, rinoceronte Esso, caroselli in bianco e nero e pubblicità più recenti.
Nato a Torino nel 1917, Testa contribuì a costruire la cultura visiva italiana di cui oggi siamo eredi. La città nel 2015 gli ha dedicato una scultura pubblica, Sintesi ’59, collocata davanti alla stazione di Porta Susa, un occhio aperto sul mondo in dialogo con lo spazio urbano che la circonda.
Nell’esposizione torinese è presente un nucleo di opere che illustra la produzione artistica di Armando Testa, soffermandosi con particolare attenzione sulle passioni iconografiche ripetute e reinterpretate durante la sua lunga carriera. L’allestimento,che include manifesti del primo periodo fortemente pittorici, quadri, fotografie, serigrafie e sculture, approfondisce i topoi ricorrenti, come quello degli animali o quello delle dita. Ricco anche il gruppo di materiali ispirati al cibo, tema a cui l’artista si dedicò fin dalla fine degli anni Sessanta, precorrendo ancora una volta i tempi.
Procedendo per suggestioni tematiche, l’esposizione illustra la ricerca del pubblicitario italiano, restituendo un artista a tutto tondo la cui attività supera l’ambito della comunicazione ed entra in contatto diretto con le energie e le sperimentazioni che hanno segnato gli ultimi settant’anni. Tra i sottotesti, costante resta l’umorismo: giochi di parole e slittamenti semantici sono tra le caratteristiche fondamentali delle numerose visioni rappresentate.
L’esposizione si concentra sulle narrazioni, sui riferimenti visivi, sui temi formali, sulla capacità di costruire mondi. Attraverso la presentazione di estratti di celebri interviste e filmati di repertorio, il percorso è segnato da aneddoti dello stesso Armando Testa, voce narrante dell’intera esposizione. Si comincia con lo spezzone di una videointervista nella quale dichiara che, dopo aver perso un cliente a causa di una proposta troppo azzardata, in agenzia si disse: “Il Testa qualche volta ha delle cose azzeccate negli ismi, chiamiamoli ismi tutti i modernismi. Qualche volta però sarà bene guardare di più il marketing!”
Questi ismi sono il perno attorno a cui ruota l’intero progetto espositivo.
Futurismo, Astrattismo, Surrealismo, grandi artisti del ’900 sono fonti alle quali Testa attinge in una costante ricerca della comprensione della vita moderna. Lampanti i riferimenti al Bauhaus, per esempio, o gli omaggi a Mondrian e Malevič. Costanti l’uso dei colori primari e delle forme geometriche.
L’arte come stella polare, il cinema e la fotografia come linguaggi dai quali carpire tecniche e strutture nutrono la sua formazione e la carriera.
Tutti gli ismi di Armando Testa vuole testimoniare il dialogo tra il lavoro del creativo torinese e i più vivaci vocabolari culturali, evidenziandone i meccanismi di vicinanza: a volte l’arte offre riferimenti diretti, altre volte analogie di metodo.
Testa intuisce che il mondo sta cambiando e che i linguaggi della modernità diventano patrimonio comune, identità condivisa. Precursore assoluto, inaugura un nuovo modo di fare pubblicità, sintesi perfetta tra rappresentazione e simbolo.
Tra metafore, miraggi, sogni, favole, metamorfosi, le sue creazioni concedono un’evasione dall’ovvietà del reale, rispondendo ai bisogni primari dello spettatore: divertimento, emozione, coinvolgimento.
Armando Testa raggiunge tutti i pubblici, piacendo tanto ai frequentatori delle gallerie, dei musei e dei cinematografi, quanto ai consumatori meno avvezzi ai linguaggi colti. Attraverso una formidabile capacità visionaria e con grande ironia, Testa costruisce icone del mondo moderno, anche rielaborando creativamente stilemi e canoni della storia dell’arte così come manifestazioni del proprio tempo, decontestualizzandoli e riassemblandoli.
La mostra, che si conclude con un video sulla comunicazione e sull’uso delle immagini nel futuro, presenta oltre 120 opere tra sculture, manifesti, video, pubblicità, spot televisivi, bozzetti, quadri e installazioni. Le opere provengono dalla collezione personale di Gemma De Angelis Testa. Completano l’esposizione alcuni video provenienti dalla collezione dell’Agenzia Armando Testa.
Il catalogo, edito da Electa, contiene saggi di Gianfranco Maraniello e Stefano Bartezzaghi, oltre a un’intervista a Gemma De Angelis Testa. La nuova edizione del volume è stata arricchita con un testo inedito della curatrice su Torino.
“La notizia è che Armando Testa, dopo la bellissima mostra di circa 20 anni fa al Castello di Rivoli, ritorna a Torino. Ma Armando non è mai andato via da qui. E’ sempre stato nella sua città”, ha commentato in occasione della conferenza stampa di presentazione Marco Testa, Presidente e Amministratore Delegato #armandotesta. “Oggi se mio papà sapesse l’onore che gli viene tributato con questa mostra si sorprenderebbe perché è sempre stato legato alle cose semplici, al valore del talento innestato su quello del lavoro. Armando ha sconfinato dalla pubblicità, alla pittura, alla fotografia, dalla grafica alla tv, dal design alla scrittura. Mio papà girava il mondo, coglieva stimoli ovunque. Ricordo che fin da piccolo mi portava a visitare mostre d’arte invece che portarmi allo zoo, come avrebbero desiderato tutti i bambini, perché l’arte era la sua passione più grande e anche la sua più grande forma di ispirazione. Nel suo dna c’erano anche grandi dosi di curiosità e di ironia che hanno fatto di lui il grande personaggio che era. Era un visualizzatore globale, come diceva Gillo Dorfles, ma con un cuore torinese, come dico io. E non è solo una questione di nascita, ma di legame profondo con questa città: la sua agenzia l’ha fondata e voluta qui e ancora oggi qui l’agenzia ha il suo cuore. Mi piace pensare che in tutti gli ismi di Armando Testa, il futurismo, il surrealismo, l’astrattismo al quale artisticamente è stato avvicinato, mio papà avesse anche un altro ismo: il torinismo, un legame unico con la sua città”, ha concluso.
Informazioni e orari:
Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 Biglietteria presso le Sale Chiablese
Biglietto mostra:
intero € 12, ridotto € 6, in vigore gratuità di legge e tessere convenzionate.
Biglietto integrato (mostra Armando Testa + Musei Reali di Torino):
intero € 20, ridotto € 10, in vigore gratuità di legge e tessere convenzionate.
In occasione della Notte delle Arti Contemporanee, sabato 3 novembre la mostra sarà straordinariamente aperta dalle 19 alle 23.