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Trust Barometer Edelman 2014 Italia, stabile la credibilità delle imprese, gap tra aziende e governi in termini di fiducia

Non c’è mai stata tanta distanza fra la (poca) fiducia nei governi e quella nei confronti delle imprese. In Italia il gap raggiunge addirittura i 21 punti percentuali, ma la situazione non è molto migliore negli altri Paesi: stessi 21 punti in USA, 26 in India, 36 in Brasile. Lo rivela l’edizione 2014 dell’Edelman Trust Barometer, l’indagine condotta ogni anno da Edelman per misurale il livello di fiducia nei principali Paesi del mondo (27 nell’edizione 2014). 

Non è quindi solo un fenomeno italiano: la fiducia nei governi cade globalmente di 4 punti collocandosi a quota 44%, ultimo posto per il terzo anno consecutivo. In Usa il calo è di 16 punti (37% il risultato), in Francia di 7 punti (32%), a Hong Kong di 18 punti (45%). L’opinione del pubblico in generale (campione rappresentativo dell’intera popolazione) è altrettanto netta perché rivela un livello di fiducia sotto al 50% in 22 dei 27 Paesi presi in esame dall’indagine, con livelli particolarmente bassi nell’Europa Occidentale: in Spagna è al 14%, in Italia al 18% e in Francia al 20%.

“Rispetto al 2009, quello di oggi è uno scenario radicalmente cambiato: allora il business doveva riguadagnare terreno insieme ai governi per riconquistare credibilità, oggi è il business che deve guidare il dibattito sul cambiamento”, commenta nella nota Richard Edelman, presidente e ceo di Edelman.

“In Italia meno di un quarto delle persone che rappresentano l’élite, vale a dire il 24% del campione, ha fiducia nel governo, e questo rappresenta un calo del 26% rispetto all’anno precedente”, spiega Fiorella Passoni, amministratore delegato di Edelman Italia. “E quello che colpisce ancora di più è che solo il 3% ha piena fiducia nel suo operato. Il livello più basso degli ultimi cinque anni. C’è solo un’area nella quale la gente ha attese nei confronti del governo: la sua funzione regolatoria del mercato. Infatti sono tre volte tanti gli italiani (in crescita del 6%) che affermano che le regole della competizione sono il compito più importante al quale il governo è chiamato”.

Imprese

Meno della metà degli italiani (élite) ha fiducia nelle imprese, il che rappresenta un calo di circa il 24%. Livello in linea con la media europea, ma che vede le imprese italiane fra le meno credibili in Europa. Ciò nonostante agli italiani piacciono le imprese familiari e le piccole aziende, con livelli di fiducia doppi rispetto alle aziende di Stato. Il Trust Barometer di Edelman rivela inoltre che proprio dalle imprese ci si aspetta che giochino oggi un ruolo più importante nel dibattito e nella definizione delle regole future, dato che il 79% delle persone è convinto che i governi non debbano essere lasciati soli a decidere. La maggioranza di chi ha partecipato all’indagine (84%) crede che le imprese debbano difendere i propri interessi se sono positivi per la società nel suo complesso. E il 74% pensa che il business dovrebbe essere coinvolto nella definizione delle regole che riguardano l’energia e l’industria alimentare.

In linea generale, le imprese familiari ottengono un livello di fiducia del 71% (in Italia 69%) e le piccole e medie imprese del 68% (in Italia 64%), livelli migliori del 61% delle grandi aziende (46% in Italia). Nell’America del Nord, le aziende famigliari si collocano addirittura all’85% e le piccole e medie imprese al 78%, molto meglio dei grandi gruppi che ottengono il 45%. Diversa la situazione in Asia, dove le aziende famigliari (62%) e le piccole e medie imprese  (65%) non sono al primo posto: le aziende pubbliche si collocano al 74%.

Il Trust Barometer permette di individuare quattro fattori chiave per la credibilità di un’azienda: il settore industriale, il tipo di impresa, la fiducia nel suo ceo e il Paese d’origine. Il settore della tecnologia (79% a livello globale, 81% in Italia) e quello dell’automobile (70% nel mondo, 66% in Italia) sono ancora una volta quelli che ottengono maggiore fiducia, mentre le banche (51% nel mondo, 23% in Italia) si collocano drammaticamente all’ultimo posto nell’Europa Occidentale, come in Spagna (16%), Uk (32%), Germany (33%) e Francia (38%).

Leader

Gli italiani hanno fiducia nei tecnici molto più che nei ceo (61% conto 31%) e gli accademici continuano a collocarsi al primo posto nella fiducia con il 66% (in crescita di 8 punti percentuali). Eppure i ceo hanno un ruolo chiave se si tratta di risolvere crisi aziendali, con livelli di fiducia doppi rispetto ai rappresentanti delle istituzioni. C’è quindi una sorta di bilanciamento fra gli italiani (47%) che chiedono protezione al governo contro il potere delle imprese e più regole che ne fissino i limiti. Su un punto tutti sono d’accordo: i ceo devono comunicare in modo chiaro e trasparente sia con gli impiegati sia con la comunità locale. Anche se non sempre è il ceo il miglior rappresentante dell’azienda.

La fiducia nei ceo si è stabilizzata: dal 31% del 2009 si sono portati al 43% quest’anno (media mondiale), ma in Italia sono ancora al 31%. Mentre gli accademici (67% nel mondo, 66% in Italia), gli esperti tecnici (66% nel mondo, &1% in Italia), le “persone come te” (62% nel mondo, 58% in Italia) e i dipendenti (52% nel mondo, 48% in Italia) continuano a essere di gran lunga più attendibili. Gli amministratori delegati potrebbero costruire la fiducia verso se stessi e le loro aziende comunicando in modo chiaro e trasparente (82% media mondiale), dicendo la verità indipendentemente da quanto sia impopolare (81%) e prendendo impegni regolari nei confronti dei propri dipendenti (80%).

“Prendere impegni con gli stakeholder deve essere visto come un lavoro di squadra”, aggiunge Fiorella Passoni, amministratore delegato di Edelman Italia. “I ceo devono continuare a guidare le aziende, ma per farlo in modo efficace devono anche informare e responsabilizzare i dipendenti e gli esperti. E dovrebbero anche prendere parte al dibattito se si sta discutendo di una possibile regolamentazione, o della gestione della filiera o della gestione di una crisi. I ceo, per acquistare credibilità, devono lavorare al fianco delle persone che sono normalmente considerate più credibili”.

Media

Anche se i media tradizionali sono quelli che riscuotono la maggior fiducia in Europa, gli italiani hanno invece più fiducia nei motori di ricerca (15 punti percentuali più della media), nei media online, nei blog, in Facebook e nei siti aziendali.

“E’ responsabilità delle imprese ridefinire e ridare priorità al modo di concepire il valore”, aggiunge Ben Boyd, responsabile Corporate a livello mondo di Edelman. “Il mondo di oggi richiede uno spostamento dalla storica natura mercantile del capitalismo verso un modello di creazione di valore che porti benefici alla società così come valore agli azionisti”.

Altri spunti emersi dall’Edelman Trust Barometer 2014:

La fiducia nei media è tornata indietro ai livelli del 2010: un calo di cinque punti percentuali che la riporta al 52% a livello globale e al 40% in Italia. Quasi l’80% dei Paesi considerati ha dichiarato di fidarsi dei media meno rispetto allo scorso anno. Tuttavia si è rivelato un lieve incremento di fiducia in tutti i media on-line tra cui motori di ricerca (65% nel mondo, 69% in Italia), i media tradizionali (65% globale, 54% in Italia), i media ibridi (54% globale, 50% in Italia), i social media (47% globale, 44% Italia) e dei mezzi di comunicazione di proprietà (45% mondo, 44% Italia).

  • Le Organizzazioni no profit (NGO’s) restano le istituzioni più credibili nel mondo attestandosi a un livello complessivo del 64% (in Italia del 62%). Con livelli di fiducia superiori al 50% in 23 dei 27 Paesi sono le istituzioni che in 20 Paesi su 27 si collocano al primo posto e in 20 superano le imprese.
  • I dipendenti delle aziende si rivelano essere le fonti più attendibili quando si parla di impegno (50%), integrità (37%), prodotti e servizi (32%) e di operazioni (34%).
  • Le aziende con sede in paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) continuano a soffrire di un deficit di fiducia rispetto a quelle con casamadre nei Paesi Occidentali. A livello globale, gli intervistati hanno valutato società con sede in Germania, un mercato noto per efficienza e produttività, più alta (80%), seguita da vicino dalla Svezia (79%) e dalla Svizzera (79%), tutti Paesi noti per avere forti politiche volte a proteggere l’ambiente, i dipendenti e le comunità. Al contrario, aziende con sede in Messico (34%), India (35%) e Cina (36%) appaiono nettamente distaccate, anche se si è rilevato qualche segno di miglioramento negli ultimi cinque anni.
  • Questa mancanza di fiducia ha conseguenze chiare. Secondo il Trust Barometer si fidano dei Mercati Emergenti e vorrebbero acquistare un’azienda con sede Bric solo un terzo degli intervistati nei mercati sviluppati. Ma c’è una grande differenza di prospettiva: la fiducia delle imprese con sede in Cina tra gli intervistati cinesi è del 76% rispetto al 36% della media globale e del 21% degli Stati Uniti.

Il Trust Barometer

L’Edelman Trust Barometer è un’indagine annuale che misura la fiducia e la credibilità di aziende, istituzioni, governi e media. Il sondaggio è stato realizzato dalla società di ricerca Edelman Berland e si basa su interviste online di 20 minuti (effettuate fra il 16 Ottobre 2013 e il 29 Novembre 2013). L’indagine online ha un campione di 27.000 rappresentativi della popolazione in generale, con un ulteriore campione di 6.000 persone rappresentanti l’élite, con età compresa fra i 25 e i 64 anni in 27 Paesi. Per élite si intende persone che rispettano i seguenti criteri: istruzione universitaria; reddito familiare nel 25% superiore in rapporto all’età e al Paese; letture frequenti (almeno diverse volte alla settimana) con interessi per le questioni di politica ed economia.