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SMG rielabora per l’italia lo studio Publicis ‘Europe 2013. A continent adrift’

Starcom Mediavest ha rielaborato ad hoc per l’Italia lo studio Publicis ‘Europe 2013. A continent adrift’ sulla recessione in Europa, condotto da Ipsos/CGI e Free Thinking in sei Paesi Europei (Francia, Germania, Italia, Spagna, Uk e Polonia). L’obiettivo dello studio è stato quello di intercettare il sentiment dei cittadini consumatori in relazione al periodo di recessione economica e alle proposte di soluzione per uscirne nel prossimo futuro.

La crisi ha avuto un forte impatto sulle attitudini e i comportamenti degli europei. In particolare, italiani e spagnoli sono i più colpiti sebbene l’11% degli intervistati di queste nazionalità sia entrato in contatto con opportunità vantaggiose scoperte proprio grazie al periodo di criticità, una percentuale più alta rispetto a quella rilevata negli altri Paesi.

La variazione nei comportamenti ha avuto alcuni effetti positivi, tra cui la maggiore propensione a intraprendere nuove iniziative imprenditoriali superando la paura del rischio come dichiarato da circa il 61% degli intervistati (percentuale uguale in Italia). Ancora, il 62% degli europei dichiara una maggiore attenzione all’impatto sui consumi e sull’ambiente (in Italia la percentuale arriva al 75%). Infine, il 39% afferma che la crisi li ha costretti ad assicurarsi contro i principali rischi sulla vita (in Italia la percentuale è del 37%).

Anche se tre europei su quattro pensano che lo scenario economico tenderà a peggiorare nel proprio Paese anche nel 2014 e, soprattutto nel Sud Europa, permanga una elevata percezione di sconforto verso il futuro, si iniziano a individuare possibili spazi di ripresa. Sono innanzitutto le pmi a essere segnalate dal 45% dei rispondenti europei come ‘le aziende capaci di trovare nuove soluzioni e di promuovere la crescita’ attraverso la qualità dei prodotti/servizi offerti, l’innovazione di prodotto, l’export capacity.

Nello specifico, i cittadini del Sud Europa (Francia, Italia e Spagna) pensano che per uscire dalla crisi occorra preservare la qualità e la tradizione delle economie locali, in modo da generare occupazione per le nuove generazioni. Per poterci riuscire è indispensabile agire strutturalmente, sia a livello economico che istituzionale. Nel Regno Unito, al di fuori dell’Eurozona (fatto questo che ha garantito all’Inghilterra un certo distacco rispetto alla crisi europea), resta solida la convinzione che il Paese sia una potenza globalmente riconosciuta e quindi non ci sono incentivi per cambiare lo stato delle cose. Per i tedeschi, la priorità resta salvaguardare le esportazioni, senza perdere di vista la qualità di prodotti e la forza lavoro che li ha sempre contraddistinti. Se l’Europa stagna nella recessione, allora i nuovi canali di sbocco del mercato tedesco vanno ricercati nei Paesi emergenti.

[pdf]Europe 2013. A continent adrift – Sintesi risultati Europa