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Provocare per costruire un futuro migliore. Finto massacro di orsi polari scatena la rete, ma è una bufala per sensibilizzare sui cambiamenti climatici. Da un’idea di Tribe Communication e Shaman

Isolare gli edifici con pellicce di orso polare in nome dell’efficienza energetica e della lotta al surriscaldamento globale? Era una provocazione quella lanciata nei giorni scorsi sul web da Arsu Systems, fantomatica azienda svedese che si proclamava paladina dell’eco-sostenibilità.

Oltre 685mila le persone coinvolte sui social network, più di 21mila insulti ricevuti provenienti da 24 diverse nazioni del mondo, quasi 5mila sostenitori della petizione per dire stop al massacro dei poveri animali, oltre 1500 tweet inviati per esprimere sdegno e preoccupazione, più di 30mila visualizzazioni del video di presentazione dell’azienda. Tutto nel giro 72 ore.

Numeri che testimoniano il risultato di questa campagna fake e virale, studiata  per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al cambiamento climatico in corso da Tribe Communication con Shaman.

Sponsor dell’iniziativa, Ursa (produce in Europa sistemi isolanti), che insieme all’associazione Italian Climate Network onlus ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini per invitarli a fare delle scelte forti nella direzione del risparmio energetico.

In collaborazione con il Politecnico di Milano, l’azienda ha anche lanciato l’Ursa Award: best project for a better tomorrow, bando internazionale che intende incoraggiare una nuova idea di architettura nel segno della sostenibilità ambientale. Una giuria premierà i migliori progetti architettonici di riqualificazione e nuove costruzioni caratterizzati dalla massima efficienza energetica e dal minor impatto ambientale.

Non casuali, le tempistiche dell’operazione mediatica e del bando internazionale. Il prossimo 24 febbraio, infatti, sarà festeggiata la riapertura dello stabilimento Ursa di Bondeno, in provincia di Ferrara, distrutto dal terremoto che colpì l’Emilia Romagna nel maggio 2012. Una ricostruzione realizzata grazie al supporto delle istituzioni italiane e soprattutto alla volontà dell’azienda di non abbandonare l’Italia e le 50 famiglie che lavoravano nell’impianto.

Per il video teaser clicca qui

Pagina Facebook ‘Siamo tutti orsi contro Arsu Systems’

La petizione