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Come le smart technologies stanno cambiando le dinamiche del lavoro nel nostro Paese. Da una ricerca Avanade Italy

Una recente ricerca di Avanade Italy in partnership con Digital4 spiega che l’evoluzione delle soluzioni tecnologiche e il fenomeno della consumerizzazione dell’It stanno mutando le modalità e l’ambiente di lavoro degli italiani.

Con la partecipazione di 500 It e Digital leader provenienti da dodici diversi settori di business (compresi Financial Services, Pubblica Amministrazione, Logistica e altri), la ricerca esplora le modalità nelle quali gli smart device (dispositivi intelligenti) vengono oggi utilizzati all’interno delle aziende italiane e quali saranno i prossimi investimenti in questo ambito, all’interno del processo di trasformazione digitale in atto nelle diverse organizzazioni economiche in Italia.

La nuova survey fa leva sulla recente ricerca di Avanade sulle Smart Technologies, pubblicata lo scorso mese, la quale aveva già rivelato che il 79% dei business leader italiani (63% a livello globale) stanno già investendo e traendo benefici dal maggiore utilizzo delle tecnologie intelligenti negli ambienti di lavoro.

I manager che hanno partecipato alla survey hanno evidenziato come lo smart working oggi è legato soprattutto allo smartphone. Dalla ricerca emerge la propensione dei lavoratori per gli strumenti di produttività personale e aziendale che favoriscono la collaborazione, l’accesso alle informazioni utili per lo svolgimento delle attività di business e il decision making.

Tra i principali dati della ricerca emerge che:

  • Il 78% degli intervistati ammette che lo smartphone è lo strumento preferito per il lavoro;
  • Il 74% dei manager conferma che i computer desktop tradizionali sono ancora molto utilizzati in azienda;
  • Il telefono fisso continua a ricoprire un ruolo chiave nell’ambiente di lavoro ed è utilizzato dal 67% degli intervistati;
  • Il 44% dei responsabili IT afferma di usare il tablet nel loro lavoro di ogni giorno, dato che sottolinea come i “PC portatili” hanno ancora un grande margine di crescita in ambito business rispetto ad altri smart device;
  • I notebook si posizionano all’ultimo posto in termini di preferenza negli ambienti di lavoro italiani, con appena il 34% dei manager che predilige i laptop per gestire le proprie attività di business.

Si nota poi una crescita in termini di adozione e investimento in soluzioni di Communication and Collaboration, Social Network, File Sharing e piattaforme di Sync Management.

L’email rimane la soluzione predominante nello scambio delle informazioni nel 92% dei casi, seguita con il 44% dalle soluzioni in Cloud come OneDrive, Dropbox e WeTransfer. Il meeting di persona resta la forma di riunione preferita per il 94% degli intervistati, seguito dalle conference call con il 55% delle preferenze. Guardando invece alle piattaforme di comunicazione più evolute, la ripartizione vede un 31% di aziende che utilizzano soluzioni di Ucc di tipo aziendale e un 27% che invece impiega soluzioni Ucc 2.0 legate alla social collaboration, come ad esempio Skype for Business di Microsoft.

Molte aziende italiane hanno mostrato attenzione nei confronti delle soluzioni di ultima generazione per lo scambio dei dati: oltre la metà, infatti, sarebbe interessata a soluzioni di bumping (device-to-device file transfer), e quasi la metà a soluzioni biometriche per potenziare la sicurezza di dispositivi e applicazioni, semplificando i processi di accesso ed elevando i livelli di protezione delle informazioni.

Tra le priorità di investimento evidenziate dalla nuova ricerca, con il 41% spicca la volontà di rendere più efficienti le postazioni di lavoro, seguita dal 32% di risposte che indicano un cluster tecnologico costituito da soluzioni a supporto della produttività individuale e della collaboration, mentre il 29% degli intervistati indica come priorità il potenziamento della sicurezza dei dispositivi fissi e mobili e dei dati.

Nel complesso, il 45% dei partecipanti alla survey ha rivelato che sta già pensando di introdurre le innovazioni sopra descritte ma che non è nei piani già per il 2016. Inoltre, solo il 10% dei responsabili It ha ammesso che le loro aziende hanno programmato e assegnato un budget specifico per l’innovazione tecnologica per quest’anno.