In ottica di collaborazione, avendo come obiettivo comune quello della crescita del Paese, con il volano dell’Expo a fare da traino, come ha sottolineato anche Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, intervenuto all’incontro.
Dunque di questo si è parlato venerdì scorso a Milano in occasione di un nuovo appuntamento WPP-Ambrosetti. Titolo ‘Il ruolo della comunicazione per la società di domani – Generare valore e cambiamento culturale’. Con Massimo Costa, country manager WPP Italia e membro dell’Advisory Board WPP, ad aprire il dibattito (clicca play e ascoltalo qui sotto al nostro microfono).
E, nonostante i numeri non siano di conforto (il mercato della comunicazione in 5 anni ha perso un terzo del suo valore – 7 miliardi l’investimento stimato per quest’anno, su 60 milioni di abitanti abbiamo 21,5 milioni di lavoratori, la disoccupazione è al +4%, nei primi 9 mesi dell’anno i primi 25 produttori nel grocery hanno perso il 2,2%), dal palco in ogni caso è arrivata una ventata di ottimismo (ascolta più sotto l’intervista a Valerio De Molli, managing partner The European House – Ambrosetti, nonché membro dell’Advisory Board WPP, che ricorda tra l’altro come su 2.700 start up nate negli ultimi 2 anni il 60% sia nell’area web, ma che in fatto di cultura digitale siamo in fondo alla classifica europea).
Convinti, tutti i relatori (c’erano, tra gli altri, anche Paolo Ainio/Banzai, Massimiliano Ventimiglia/cdo WPP e Sir Martin Sorrell/ceo WPP Group), che lo sviluppo futuro può passare solo da una strada, quella del digitale appunto. Che sempre più permeerà le nostre vite, avendo già di molto modificato i nostri consumi mediatici e non solo, e che rappresenta un cambiamento culturale, come lo stesso Costa sostiene, ma anche opportunità di business per le infrastrutture e per il marketing. Con il dato a diventare centrale per la comprensione e la lettura dei comportamenti delle persone e nuovi oggetti che nascono e nasceranno per soddisfare bisogni di cui magari oggi non siamo ancora consci.
A patto che ci siano le competenze per soddisfare le richieste. E dunque qui viene chiamato nuovamente in causa il Governo, a cui spetta il compito di intervenire nel breve, medio e lungo periodo con decisioni che ci possano mettere sulla giusta carreggiata (stiamo parlando di istruzione, burocrazia, giustizia, ad esempio).
Ma intanto WPP ci vuole mettere del suo, convinta che in ogni settore a un leader spetti anche l’onere (e l’onore) di intraprendere strade nuove. Auspicando, Costa, una maggiore capacità di fare sistema. Responsabilmente.