Youmark

1° Forum Wpp: scatto d’orgoglio della comunicazione. Così si muore. Obiettivo tornare a contare per la business community. Non agenzie, ma aziende, che creano valore incrementando più che esponenzialmente il Pil. Di un’Italia con le spalle al muro, che o si desta o verrà dimenticata

Sicuramente dagli investitori internazionali, tanto l’abbiamo bistrattata in termini di reputazione. Ma anche dai nostri giovani, dalle donne, dall’innovazione, dal digitale, dalla crescita. Con un gap generazionale rispetto l’estero di circa vent’anni (youmark ne ha parlato anche con Andrea Caletti, global web content and design Acer). (segue)

E non si tratta solo di un problema di età. Soprattutto di cultura (come al microfono di youmark spiega Massimo Costa, country manager Wpp). Ma andiamo con ordine. Stiamo parlando di quanto emerso dal 1° Forum Wpp – The European House Ambrosetti, tenutosi lo scorso venerdì a Milano, per divulgare i risultati dell’anno di lavoro svolto (da sottolineare che la stima di chiusura 2012 per Wpp si attesterà al -12,5%, peggiorativa rispetto alle previsioni Upa e Nielsen, con un mercato che dai 9,9 miliardi di euro del 2008 ne vale oggi 7,8) dall’Advisory Board Wpp, raccontato in un documento di sintesi (clicca qui Position Paper – Wpp Forum Italy per leggerlo) che spiega il da farsi perché il ruolo della comunicazione torni centrale nella creazione di valore e nello stimolare il cambiamento culturale.
Senza scuse per nessuno. Né per i pubblicitari, che dopo gli strapagati guru anni ’80 si sono messi a schiena china (lo stesso Vicky Gitto, evp ed executive creative director Young & Rubicam Group, in un intervento ha ammesso la frustrazione di professionisti costretti a limitarsi creativamente per soddisfare il cliente. Così come Pino Rozzi, ceo e direttore creativo esecutivo 1861united ha invocato “meno testa, più pancia e cuore”), né per le aziende (ascolta al microfono di youmark Antonio Baravalle, ad Lavazza a proposito di remunerazioni e trasparenza, puntando il dito contro i dn), tantomeno per il sistema, della comunicazione e Paese (leitmotiv emerso nella maggior parte degli interventi dei membri dell’advisory board). (segue)

Comunicazione che oggi più che mai ha il compito di tornare a farsi sentire, interagendo, parlando e dialogando. In primis con l’economia, anziché solo con se stessa. In un linguaggio nuovo, giovane, femminile, innovativo, digitale. Seppellendo per sempre quello di una ‘Milano da bere’ che non c’è più, così come la convinzione (e sono le aziende spesso a pensarlo) che con un 30” si risolva tutto. Coraggiosamente, sapendo premere l’acceleratore creativo in nome della sintonia col nostro tempo. Perché, è sempre il caso di ribadirlo, o si pensa strategico ora, o potrebbe essere tardi.
I protagonisti dell’Advisory board Wpp
– Paolo Ainio, ceo Banzai
– Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza
– Fabio Caporizzi, ceo Burson-Marsteller Italia
– Massimo Costa, country manager Wpp Italia
– Marco Costaguta, senior consultant Fast Moving Consumer Goods Expert
– Valerio De Molli, managing partner The European House – Ambrosetti
– Gad Lerner, giornalista La7
– Franco Riva, senior banker Credit Agricole
– Donatella Treu, amministratore delegato Il Sole 24 Ore
– Andrea Zappia, amministratore delegato Sky Italia