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Women in cdp direction: Nicoletta Gurioli, Executive Producer Made Production Company. La fortuna di essere ‘figlia d’arte’ e di lavorare in una realtà fondata al femminile. Serve un cambiamento culturale. La sfida? La qualità non ha sesso. Per mia figlia, un mondo senza preconcetti

Perché i produttori donna sono in minoranza, in Italia e nel mondo?

“Il settore della comunicazione non si discosta purtroppo da tutti gli altri settori e nonostante gli importanti passi compiuti fino ad ora siamo ancora lontani dall’obiettivo di avere parità reale nei ruoli apicali in tutti i settori, compreso il nostro. Il motivo credo risieda nel fatto che il paradigma che vede coincidere il potere e il denaro con la mascolinità sia ancora molto radicato nell’immaginario collettivo e, mi permetto di dire non solo in quello degli uomini, a volte siamo noi stesse le prime a non credere di poter scalare alcune montagne. Questa è una sfida che dobbiamo continuare a portare avanti con fermezza e coraggio, per noi e per le donne che oggi stanno ancora crescendo, consapevoli che sono proprio le diverse caratteristiche tra il femminile e il maschile a costituire un patrimonio eccezionale in termini di efficacia, di competenze e di opportunità”.

Però questa è una industry ricca di donne, cosa manca per permettere loro di fare carriera, cosa vorresti cambiasse?  

“Le donne dovrebbero credere di più nelle capacità e nelle competenze tipicamente femminili smettendo di pensare che per poter arrivare al vertice di qualunque azienda, settore o industria si debba necessariamente sacrificare il nostro femminile per favorire la mascolinità. La vera parità ci sarà nel momento in cui le stesse opportunità saranno offerte a uomini e donne solo in funzione delle loro capacità, peculiarità e meriti in tutti i settori creando un dialogo costruttivo fra uomini e donne sullo stesso piano. Quando questo cambiamento, per ora solo accennato, vedrà il suo compimento sono sicura che il nostro settore respirerà una nuova aria di modernità”.

Nella tua storia personale, qual è la difficoltà maggiore che hai trovato e a chi o a cosa dai invece il merito per avercela fatta?

“Sono nata e cresciuta in un’azienda con un forte accento femminile, Made Production è stata infatti creata, cresciuta e portata al successo da mia madre, una delle prime donne imprenditrici del nostro settore, all’epoca quasi totalmente maschile. Fin da bambina ho quindi respirato l’espressione femminile applicata ad un ruolo manageriale e decisionale di rilievo. Oggi osserviamo l’inizio di un cambiamento che però ha davanti ancora una lunga strada da percorrere, ci vengono infatti riconosciute capacità e ruoli organizzativi e di controllo ma è ancora difficile trovarci in posizioni imprenditoriali o gestionali”.

La produzione di cui sei più orgogliosa e quella che ti piacerebbe aver firmato?

“Tutte le nostre produzioni sono per noi motivo di orgoglio, abbiamo sempre accettato con entusiasmo e grande dedizione tutte le sfide che i nostri clienti ci hanno chiesto di affrontare. La grande cura del dettaglio, la velocità di reazione e l’efficace network composto dai migliori professionisti del nostro settore sono solo alcune delle caratteristiche che abbiamo sempre messo al servizio dei clienti, siano essi piccole o grandi realtà. La soddisfazione che ci regala un lavoro all’altezza delle aspettative del cliente e del pubblico va aldilà dei budget e degli stessi prodotti che rappresentiamo”.

Prossime sfide?

“Professionalmente la sfida è continuare a migliorarci cercando di contribuire al cambiamento e all’adeguamento, del nostro settore, ai tempi contemporanei continuando sempre a credere che la qualità possa e debba fare la differenza. Il mondo del lavoro di oggi ci impone sfide caratterizzate soprattutto da rapidità, ferree contrattazioni e tecnologie sempre più avanzate ma la vera battaglia è quella di non far dimenticare ai clienti l’importanza della competenza e dell’esperienza, aspetti che ritengo imprescindibili per raggiungere l’eccellenza nel risultato finale. Personalmente invece la mia sfida più difficile è di continuare a crescere mia figlia libera da preconcetti, nella convinzione che il merito e la capacità possano e debbano diventare, un giorno, i veri fattori differenzianti nel lavoro e nella vita”.

MADE PRODUCTION COMPANY

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