Luca Scotto di Carlo, Creative Partner & Co-Founder M&C SAATCHI
Qual è il luogo che più ti rappresenta tra quelli dove hai trascorso queste vacanze estive?
“Stromboli, isola di, arcipelago delle Eolie o Lipari.”.
Perché. Cos’ha di speciale per te?
“E’ il mio posto. La mia isola. La prima volta ci sono stato a 11 anni e ho continuato ad andarci per una quindicina d’anni tra estati, pasque e festività varie. Poi un break di svariati anni per una serie di motivi (trasferimento da Napoli a Milano, figli piccoli, viaggio più scomodo) e poi il ritorno insieme ai figli che se ne sono innamorati come accadde a me. The circle of life, praticamente.”.
Come consigli di viverla a chi intende respirarla nella sua dimensione più inedita e creativa? Ci dici in pillole i must have – be?
“E’ un’isola dura, o la ami o la odi. Persone a cui l’avevo caldamente consigliata mi hanno insultato per anni, altri ancora mi ringraziano. C’è il vulcano, uno dei due soli attivi in Italia (l’altro è l’Etna) che è una presenza che si sente, non solo per il rumore che fa. La sabbia è nera, mista alla cenere, verso mezzogiorno brucia più di un barbecue e per entrare in acqua devi superare un tappeto di sassi. Non proprio Lido di Camaiore. Ma una volta in acqua, la sensazione è speciale, e guardare l’isola dal mare ti riempie gli occhi e, cosa fondamentale, ti ricarica nel vero senso della parola. Ecco, questa è Stromboli: poche cose, ma potentissime”.
Quanto ha pesato nel ‘sentire’ questo luogo la coronavirus era?

“Come in tutti gli altri luoghi di turismo, il Coronavirus ha allontanato gli stranieri e radunato gli italiani, ma in realtà a parte i giorni a cavallo di Ferragosto, non c’è stato troppo caos. Ci sono altre Eolie più facili, soprattutto per chi arriva in barca e vuole ormeggiare sereno. A parte il mio socio compare Vincenzo che ha veleggiato tra le isole. L’atmosfera era di certo diversa dal solito, ed è stato interessante parlare con persone provenienti da diverse zone d’Italia su come avessero vissuto il lockdown”.