Dopo un biennio tragico, il 2022 aveva rappresentato l’anno dell’inversione di tendenza per lo spettacolo dal vivo. Il 2023 conferma la ripresa del settore e, con circa 3,5 milioni di spettacoli, segna una crescita a doppia cifra sull’anno precedente (+14,9%) anche se ancora con un ritardo rispetto all’offerta complessiva del 2019 (-18,5%). Con circa 640mila eventi nel 2023 (18% del totale nazionale) la Lombardia si conferma il centro nevralgico dello spettacolo in Italia, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna. Il Centro è, invece, l’area con i tassi di offerta pro-capite più elevati d’Italia in tutte le regioni (+23% rispetto alla media nazionale), grazie alla performance di Roma, la provincia più ricca di eventi (351mila). Nota positiva per il Sud: si rileva una crescita sull’anno precedente superiore a quella nazionale, tra il +16% (Abruzzo) e il +27,5% (Basilicata).
Con quasi 265 milioni di spettatori, 60,5 milioni in più rispetto all’anno scorso (+30%), il 2023 ha sfiorato il livello del periodo pre-pandemico (-6% sul biennio 2018-19). Inoltre, in molti settori, le affluenze medie per spettacolo sono in aumento rispetto al 2019: con circa 75,8 partecipanti in media a ogni evento di spettacolo, le affluenze non sono mai state così elevate, segnando un +13% sul 2022 che presentava livelli allineati a quelli del 2019. Alcuni settori sono stati particolarmente determinanti per attestare la ripresa complessiva dello spettacolo, quali il Cinema o il Calcio, che in un anno soltanto hanno recuperato rispettivamente 26,4 milioni di spettatori (+55%) e oltre 9 milioni di spettatori (+46%). Discorso analogo per i concerti di musica pop, rock e leggera, che con 23,7 milioni di spettatori hanno confermato il corso già straordinario avviato nel 2022, abbattendo ogni record di presenze.
Con oltre 4,2 miliardi di euro, il 2023 segna un aumento della spesa complessiva del 37% sull’anno precedente e supera i livelli del 2019 di circa il 10%. Nel 2023 la spesa media individuale ha vissuto un ulteriore incremento del 5,7% sull’anno precedente, arrivando fino a 15,91 euro. Rispetto al 2019, si tratta di un aumento di circa il +20%.
CINEMA
I dati vedono il settore in netta ripresa dopo i recenti anni bui, e lasciano ben sperare per il futuro: per il 2023 l’Osservatorio dello Spettacolo registra poco meno di 2,6 milioni di proiezioni (+14% sull’anno precedente). Anche l’affluenza ha registrato un grande balzo in avanti, con 74,1 milioni di spettatori (+55,4% sul 2022). Nel complesso si tratta del 51% del pubblico dello spettacolo in Italia. Tuttavia, la presenza in sala si attesta intorno a valori ancora molto distanti dal 2019 (-29%).
Con la crescita del pubblico crescono anche gli incassi, in maniera più che proporzionale a causa dell’effetto dell’inflazione sui costi dei biglietti: la spesa media supera, per la prima volta, la soglia dei 7 euro. Il volume di incassi dalle sale italiane è di 530,5 milioni di euro, cifra ben superiore a quella dell’anno precedente (+59%).
Il Cinema riprende quota anche nella stagione estiva, tradizionalmente più debole dal punto di vista dei risultati, grazie in particolare all’uscita di due pellicole americane attesissime come Barbie e Oppenheimer. Inoltre, grazie a Cinema Revolution, la misura di sostegno del Ministero della Cultura che, da giugno a settembre, ha offerto i biglietti a 3,50 euro per i film italiani ed europei, a luglio 2023 si registra il 117% in più degli spettatori sullo stesso mese del 2022, mentre agosto e settembre 2023 segnano +102% e +84% di partecipazione. Come conseguenza, nei mesi estivi si registrano valori di affluenza media superiori a quelli registrati in gennaio e dicembre, tipicamente i mesi più “vivaci” per le sale cinematografiche.
Nonostante i numeri, non migliora la situazione di sostanziale divario tra Nord e Sud del Paese sia in termini di offerta che di partecipazione. L’attività di spettacolo si concentra in Lombardia e Lazio, che da sole rappresentano quasi un terzo dell’offerta complessiva (rispettivamente 17,9% e 13,5% sul totale).
PROSA
Se nel 2022 il teatro di prosa mostrava buoni segnali di ripresa, nel 2023 si assiste ad un totale recupero dei livelli pre-pandemici di offerta (+5% rispetto al 2019), realizzando la performance migliore di sempre. Gli oltre 90mila spettacoli, trainati da una forte crescita del numero di organizzatori rispetto al 2022 sull’intero territorio nazionale (+59%), hanno portato oltre 15 milioni di spettatori nelle sale, superando quota 250 milioni di spesa da parte del pubblico. Questi risultati rendono la Prosa il più vivace settore dello Spettacolo in Italia. La maggior parte degli spettacoli si concentra nelle regioni del Nord (47%), in particolare in Lombardia, che con 14,6 mila spettacoli è la regione più prolifica d’Italia (16% dell’offerta nazionale). Seguono Sud e Isole con il 28% dell’offerta e Centro con il 25%. Con 12 mila spettacoli, il Lazio è la seconda regione per offerta in Italia (13%).
Anche il dato di pubblico ha superato i livelli del 2019, seppur in percentuale più contenuta (+1,74%) segno da un lato del definitivo superamento degli effetti della pandemia sulla partecipazione ma anche di una risposta prudente del pubblico all’aumento dei costi di fruizione (spesa media +7% vs 2019).
La spesa nel 2023 supera i 250 milioni di euro con un +44% rispetto al 2022 e un +9% rispetto al 2019, con oltre 20 milioni di euro di incremento sullo stesso anno. La Lombardia guida la classifica delle regioni e rappresenta oltre il 21% della spesa nazionale, seguita dal Lazio, unica altra regione con percentuale a doppia cifra (13%) grazie ad una spesa media unitaria, insieme alla Liguria, superiore alla media nazionale. La regione che, invece, garantisce una maggiore accessibilità, in termini economici, è il Trentino-Alto Adige, l’unica che si attesta al di sotto dei 10 euro.
LIRICA
Nel 2023 l’offerta per la Lirica ha continuato un importante percorso di crescita, avviato già nel 2022, incrementando il suo valore del 12% rispetto all’anno precedente e arrivando a realizzare poco meno di 3 mila spettacoli, un valore pari all’86% dei volumi di attività del 2019. Le aree del Nord Italia, da sole, rappresentano circa il 55% della proposta nazionale; segue il Centro con il 24% dell’offerta mentre la restante quota (circa il 21%) viene proposta dalle 8 regioni del Sud e delle Isole.
Il numero di spettatori nel 2023 supera i 2,1 milioni di persone, confermando una crescita generalizzata del pubblico che coinvolge tutte le regioni (ad eccezione del Molise). Rispetto al periodo pre-pandemico, in cui il pubblico era cresciuto quasi fino a toccare la soglia dei 2,5 milioni di partecipanti, rispetto al 2019 mancano ancora all’appello circa 320 mila tra ingressi e presenze (-13%). La partecipazione agli spettacoli si concentra in Lombardia e Veneto che, da sole, accolgono il 44% del pubblico nazionale (oltre 941mila spettatori) grazie alla presenza di due strutture di eccellenze di fama internazionale: Teatro alla Scala e Arena di Verona. Due regioni hanno visto un notevole incremento del pubblico non solo sul 2022, ma anche sugli anni antecedenti allo scoppio della pandemia, registrando affluenze record sul territorio: Trentino-Alto Adige (+151% sul 2022 e +227% sul 2019) e Basilicata (+261% sul 2022 e +201% sul 2019).
Il settore della Lirica, pur rappresentando solo il 2% degli spettacoli del Teatro, pesa ben il 21% della spesa realizzata dal comparto teatrale nel 2023. La spesa del pubblico nel settore nel 2023 è stata pari a oltre 110 milioni di euro con un incremento rispetto al 2022 del 30%, arrivando a quota -5,5% dal 2019.
BALLETTO
Tra i diversi settori del comparto teatrale, già nel 2022 il Balletto si era distinto per un’ottima ripresa post-pandemia, con livelli di offerta che avevano largamente superato anche quelli degli anni antecedenti (+31% sulla media del biennio 2018-2019). Con quasi 11,5 mila spettacoli realizzati, il 2023 conferma l’espansione del set- tore (+13% sul 2022), grazie soprattutto a numerose produzioni internazionali in tournée e al lavoro dei festival. Sul territorio, l’offerta si presenta più omogenea tra le aree rispetto ad altre categorie di attività teatrale. Al Sud e nelle Isole emerge ancora la Sardegna, che con circa 670 spettacoli (6% dell’offerta nazionale) presenta il più elevato rapporto tra spettacoli e numero di abitanti.
Con poco meno di 2,4 milioni di spettatori, il settore del Balletto ha guadagnato circa mezzo milione in più di ingressi e presenze, per un incremento pari al 24% rispetto al 2022. Come per l’offerta, anche la domanda ha superato i livelli pre-pandemici: rispetto al 2019, il pubblico è aumentato di circa il 6%. Sul territorio, invece, la distribuzione appare più polarizzata nelle regioni del Nord e del Centro Italia, dove, inoltre, il tasso di crescita sull’anno precedente è ovunque più alto rispetto alla media del Paese. La Lombardia detiene il record di parte- cipazione con oltre 400 mila spettatori (17% del pubblico nazionale).
Insieme al pubblico è in crescita anche la spesa complessiva, che per il 2023 supera di poco i 41 milioni di euro, realizzando quasi dieci milioni in più sull’anno precedente (+31%). Il valore è praticamente tornato ai livelli del 2019, in cui il volume di affari si aggirava intorno ai 40 milioni di euro. Gli incassi per il Balletto si concentrano in poche regioni, prevalentemente al Nord, caratterizzate da dinamiche di offerta e domanda premianti: prima tra tutte la Lombardia, che riunisce quasi un quarto della spesa nazionale (24%), per un valore di circa 10 milioni di euro; segue il Lazio con oltre 5 milioni di euro, e il Piemonte, che ne raccoglie circa 4,7 milioni.
I concerti di musica pop, rock e leggera continuano a crescere anche nel 2023, superando quota 36mila eventi (+16% sul 2022). Rispetto ai livelli pre-pandemici, il numero di spettacoli è praticamente raddoppiato (+98% sul 2019). Non essendoci più, nel 2023 l’effetto connesso alla riprogrammazione degli spettacoli annullati cau- sa pandemia è prevedibile che questi numeri possano essere tecnicamente replicabili anche in futuro. E per il momento i primi dati del 2024 sembrano confermare l’andamento. Per quanto riguarda il numero dei soggetti organizzatori di spettacoli di musica pop, rock e leggera sia aumentato del 59% rispetto al 2022.
A livello territoriale permane un forte accentramento nelle regioni settentrionali e centrali del Paese e, in particolare, in quelle dotate di maggiore capacità in termini di strutture ospitanti (arene, grandi stadi) e di infrastrutture di collegamento (Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte in primo luogo, ma anche Lazio e Toscana), fattore di fondamentale importanza nell’organizzazione di grandi eventi, in particolare di artisti internazionali. Non è un caso, infatti, che gli eventi più partecipati nel 2023 si siano tenuti in poche, grandi location, come la RCF Arena di Reggio Emilia, l’Ippodromo e lo Stadio Meazza di Milano, l’Autodromo di Monza, il Circo Massimo di Roma. Allo stesso tempo è da rilevare che le regioni più attrezzate sono cresciute, nel 2023, a un tasso nettamente inferiore rispetto a diverse regioni del Sud come, ad esempio, Basilicata (+55%), Sicilia (+45%), Calabria (+38%), Puglia (+34%), Liguria (+28%), Marche (+26%), e Valle d’Aosta (+23%).
Con 23,7 milioni di spettatori realizzati nel 2023 (+13,6 % sul 2022) il settore dei concerti ha quasi raddoppiato i risultati del 2019 (+88%). La Lombardia si conferma la principale tappa italiana per i grandi eventi di respiro internazionale, nonché meta obbligatoria per numerosi altri concerti capaci di generare grande affluenza: con 5,7 milioni di spettatori (+20% sull’anno precedente), la regione rappresenta quasi un quarto della domanda nazionale; seguono Lazio ed Emilia-Romagna che, tuttavia, fanno appena la metà dei volumi.
La predominanza dei generi Pop, Rock e Leggera nel comparto della musica dal vivo è particolarmente evidente se si guarda al volume di incassi generato dal settore, che nel 2023 è 894 milioni di euro, pari al 92% dei rica- vi complessivi realizzati da tutti i concerti. A contribuire a questo risultato non è solo l’aumento generale del pubblico, ma anche un complessivo incremento dei prezzi dei biglietti. Sulla scia dei rincari generali aumenta, infatti, anche la spesa media individuale, che arriva a circa 37,7 euro (+16,8% rispetto all’anno precedente): si tratta del livello di spesa più alto del settore, pari a circa il doppio di quella per il Jazz e oltre il doppio di quella per la Classica, nonché tra i più alti in tutti i comparti.
CONCERTI – JAZZ
Per la musica live Jazz in Italia, il 2023 conferma il risultato già ottimo e ben sopra le aspettative realizzato l’anno precedente, che superava di gran lunga quanto fatto nel periodo pre-pandemico. Il numero di concerti, infatti, continua a cresceree con un tasso a doppia cifra (+10,5%) rispetto al 2022, arrivando a un valore poco in- feriore ai 6,7 mila (+42% rispetto al 2019). Gli spettacoli si concentrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, che si confermano le regioni dove l’offerta è più abbondante, rappresentando, insieme, appena meno di un terzo degli spettacoli. Il divario di offerta tra le aree settentrionali e centrali del Paese rispetto al Mezzogiorno e alle Isole appare meno netto rispetto agli altri settori dei concerti; inoltre, appare rilevante sottolineare che in tutte le regioni del Sud Italia i tassi di crescita dell’offerta superano largamente la media nazionale, attestandosi su un +31% sul 2022 per l’area. Come già osservato anche per il 2022 nella scorsa edizione del Rapporto SIAE, emergono i risultati positivi di Sicilia, Sardegna e Puglia, dove l’offerta – rapportata al numero di abitanti – presenta risultati che si allineano o sono anche superiori alla media nazionale.
Sempre più spettatori per il jazz in Italia nel 2023, con un +24% rispetto al 2022 (che con i suoi 800mila spettatori già rappresentava un risultato straordinario per il settore), fino ad arrivare poco sotto la soglia del milione di persone. Da notare che nel Mezzogiorno, il pubblico segna un +42% rispetto all’anno precedente; anche le Isole registrano livelli di crescita superiori alla media nazionale (+35%).
Le regioni dove si concentra maggiormente il volume d’affari restano Lombardia e Lazio, che insieme realizzano il 40% del totale nazionale, e l’Umbria, che da sola rappresenta l’11% della spesa complessiva del Paese.
CONCERTI CLASSICA
Nel 2023 il numero di concerti classici ha proseguito il suo trend di crescita, arrivando poco sotto i 19mila spettacoli (+8,4% vs 2022 e 23,2% in più rispetto al 2019), anche con il sostegno dei contributi ministeriali e regionali che sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente. Sono in crescita anche i luoghi di spettacolo (+6,7% il dato nazionale rispetto al 2022) e, soprattutto, il numero di soggetti organizzatori (+17,6%). La Lombardia mantiene il primato nazionale con oltre 2,3 mila concerti; seguono poco distanti Lazio e Toscana, uniche altre due regioni italiane che ospitano più di 2 mila spettacoli nell’anno, ed entrambe in ottima crescita sull’anno precedente.
Con quasi 3,5 milioni di spettatori, il settore dei concerti di musica classica è quello che più cresce sull’anno precedente (+28%). Con un +6% sul 2019, Il 2023 segna anche la completa ripresa dagli effetti della pandemia per il comparto, anche se con un anno di ritardo rispetto ai settori della musica pop, rock e leggera e della musica jazz. In generale, però, meno di un italiano su dieci ha partecipato a un concerto di musica classica, nonostante un buon incremento della partecipazione sul 2022. Rispetto all’offerta, la concentrazione della domanda sul territorio è più marcata, specialmente in alcune regioni storicamente riconosciute per ospitare luoghi di spettacolo di prim’ordine: tra tutte spiccano Lombardia e Veneto (rispettivamente circa 615mila e 390 mila spettatori), che possono fregiarsi di location particolarmente prestigiose e rinomate e degli effetti del turismo internazionale. Nel Lazio la domanda è aumentata del 44% sull’anno precedente, arrivando quasi a 370 mila spettatori, ma anche la Puglia si registra un +22% sull’anno precedente e +60% sul 2019.
Grazie a un pubblico che, finalmente dopo la pandemia, ha fatto ritorno nelle sale da concerto, il 2023 ha portato ai concerti di musica classica poco più di 56 milioni di euro di incassi, segnando la crescita sul 2022 più marcata del comparto musicale. Osservando i dati nazionali, il prezzo del biglietto non costituirebbe il principale ostacolo alla fruizione, dal momento che la partecipazione a uno spettacolo di musica classica costa in media 16 euro: si tratta del livello più basso dell’intero comparto dei concerti. Come conseguenza, la musica classica genera appena il 6% dei ricavi della musica pop, rock e leggera. A livello regionale, Veneto, Lombardia, Lazio e Toscana rappresentano insieme quasi i due terzi del volume d’affari nazionale.
MOSTRE
Nel 2023 si sono registrati un totale di oltre 78mila eventi, in crescita a doppia cifra sull’anno precedente (+17%) ma anche sul 2019 (+9,8%). L’offerta, in termini di numero di esposizioni e giornate di apertura, appare estremamente concentrata in pochissime regioni d’Italia e, spesso, nella città capoluogo: basti pensare che, sul totale nazionale, uno spettacolo su due (52%), è nei comuni capoluogo di regione. Solo in Lombardia si contano oltre 14,8 eventi, il 18,7% del totale registrato nel Paese; segue il Piemonte, con quasi 10,6 spettacoli, pari al 13,4%. Terza regione per consistenza di offerta è il Lazio, che con circa 9,2 mila spettacoli copre il 11,7% della quota nazionale.
Il pubblico delle mostre in Italia nel 2023, con 16,5 milioni di spettatori, segna un +35,8% sull’anno precedente e registrando una performance migliore persino del 2019 (+6,9%). Tra i fattori a sostegno della crescita del pubblico ritroviamo senz’altro la ricchezza e la diversità delle esposizioni offerte da un settore in piena ripresa, la fine dello stato d’emergenza e la crescita dei flussi turistici internazionali. I grandi nomi dell’arte continuano a regnare incontrastati nelle classifiche: in Italia, la mostra di Van Gogh al Palazzo Bonaparte di Roma, realizzata in occasione dei 170 anni dalla nascita dell’artista, è stata la mostra più gettonata (oltre 327mila ingressi). Si tratterebbe della quarta esposizione più visitata al mondo nel 2023. Forte di un’offerta solida, la Lombardia registra 4,5 milioni di spettatori (27,4% della quota nazionale), di cui oltre 3,5 milioni solo a Milano; segue il Lazio, con 2,7 milioni di accessi (pari al 16,3% del valore nazionale).
Per il 2023, gli incassi crescono del 52% sull’anno precedente, superando quota 153 milioni di euro e ben oltre le cifre realizzate prima della pandemia (+19% sul 2019). Oltre alla crescita del pubblico, fattore determinante di questo risultato è stato certamente il generale aumento dei prezzi: la spesa media individuale sale a 9,3 euro, +11,4% sull’anno precedente dopo oltre cinque anni di sostanziale invariabilità del dato. Prima per offerta e per pubblico, la Lombardia incassa oltre 57 milioni di euro, pari al 37,3% del totale della spesa nazionale. Secondo il Lazio, che con 23 milioni di incassi raccoglie il 15% del totale realizzato nel Paese. Insieme, le due regioni rappresentano poco più della metà del totale degli introiti diretti generati dalle Mostre in Italia nel 2023.
DISCOTECHE E BALLO
Il 2023 ha registrato un’offerta di 197mila spettacoli, con incremento percentuale del 20,4% rispetto all’anno precedente, a fronte di una crescita del numero di soggetti organizzatori ben più consistente (+47%). Il divario con i dati del biennio 2018-2019 rimane però ancora significativo (-34%). La distribuzione territoriale degli spettacoli è decisamente in linea con il trend dell’anno precedente, confermando il divario territoriale tra Nord e Sud del Paese. Quattro regioni contribuiscono a più della metà dell’offerta nazionale: Lombardia leader assoluta, con il 21,6% degli eventi totali; seguono Piemonte (12,7%), Emilia-Romagna (10,6%) e Toscana (10,5%).
Con quasi 34 milioni, il numero degli spettatori è in moderata crescita (+15%) rispetto al 2022 ma, come per gli spettacoli, il livello raggiunto è ancora inferiore di circa il 20% rispetto al biennio 2018-19. Così come per l’offerta, anche la distribuzione della domanda è sbilanciata a favore del Centro-Nord. Infatti, quasi due terzi degli spettatori si sono concentrati nelle regioni del Nord-Ovest (36,5%) e del Nord-Est (27,5%).
Nel 2023, il settore degli spettacoli di intrattenimento legati a discoteche e ballo ha registrato una spesa totale di quasi 490 milioni di euro. Pur rappresentando un aumento significativo (+19%) rispetto al 2022, la spesa totale del 2023 rimane notevolmente inferiore (-32%) rispetto ai livelli pre-pandemici.
PARCHI DIVERTIMENTO
Negli ultimi anni i parchi divertimento in Italia hanno vissuto notevoli variazioni nel numero di spettacoli offerti, con una dinamica chiaramente influenzata dalla pandemia. Nel biennio pandemico 2020-2021 si stima che, solo in Italia, siano stati persi oltre 250 milioni di euro di fatturato e decine di migliaia di posti di lavoro.
Già nel 2022 i dati dell’Osservatorio SIAE avevano rilevato una forte inversione di tendenza e con il 2023 si è andati persino oltre: con oltre 21,3 mila spettacoli (+14% rispetto all’anno precedente) è l’anno più prolifico di sempre per i parchi da divertimento italiani, con livelli di offerta superiori al periodo pre-pandemico di oltre il 20%.
A livello di pubblico, anche se di poco, si sono superati gli ingressi del 2019 (19,6 milioni vs 19,15). Il Veneto e l’Emilia-Romagna restano le regioni più attrattive del Paese, come già rilevato nel 2022, raccogliendo il 41% della domanda nazionale.
A livello di spesa nel 2019 la spesa totale ammontava a circa 266 milioni di euro, per poi passare ad appena 100 milioni nel 2020 e poi una costante risalita che nel 2023 ha segnato il picco di 346,5 milioni di euro. Oltre alla domanda, in completa ripresa rispetto ai livelli pre-pandemia, al risultato ha contribuito un adeguamento dei prezzi che si riflette nella spesa media individuale arrivata a 17,64 euro per partecipante; rispetto al 2019, si tratta di un incremento di circa il 30%, il più alto registrato tra tutti i settori oggetto di questo annuario. Anche per la spesa, come per il pubblico, al primo gradino del podio si conferma il Veneto, in cui il sistema dei parchi divertimento genera un volume d’affari di oltre 135 milioni di euro, quasi il 40% del valore nazionale. Al secondo posto l’Emilia-Romagna che, con quasi 58 milioni di euro, ha mantenuto l’ottimo risultato dell’anno precedente. Insieme si dividono oltre la metà della spesa nazionale del settore. Da segnalare la significativa crescita del Lazio rispetto al 2022 (+30,3%).
FIERE
Il sistema fieristico italiano si dichiara ripartito e in salute, grazie anche alla crescita di eventi nazionali e internazionali. Tuttavia si rileva una contrazione di oltre il 10% nel numero di giorni di apertura rispetto al periodo precedente (2,3 mila rispetto ai 2,7 mila nel 2022). La concentrazione degli eventi sul territorio nazionale riflet- te non solo il tessuto imprenditoriale e manifatturiero particolarmente fitto di quelle aree. Le regioni con il più alto numero di giornate di apertura restano, infatti, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto, che insieme rappresentano una quota del 60% sul totale del Paese. Tuttavia, tra queste, solo la Lombardia, con 500 spetta- coli nel 2023, è l’unica regione a segnare una crescita sull’anno precedente (+11%), arrivando a rappresentare oltre il 20% dell’offerta nazionale.
Nonostante gli eventi in calo, nel 2023 il pubblico delle fiere (oltre 10,4 milioni di persone) è quasi tornato ai livelli del 2019, quando il numero di partecipanti si è attestato a poco meno di 11 milioni. E’ in aumento quindi l’affluenza media per evento che, con oltre 4,3mila partecipanti registrati per ogni evento, registra un’impen- nata del +30% sul 2022, e un +24% sul 2019. A livello territoriale, Lombardia ed Emilia-Romagna si confermano i centri nevralgici del sistema fieristico nazionale, con gli eventi più importanti e attrattivi del Paese. Con un tasso di crescita del +35% sul 2022, inoltre, la Lombardia presenta il più consistente incremento di pubblico sull’anno precedente. Rilevante anche l’afflusso in Veneto, che rappresenta oltre il 10% del dato nazionale. Da segnalare che la Campania ha duplicato il pubblico delle manifestazioni fieristiche in un solo anno.
Con un volume d’affari di oltre 80 milioni di euro, il 2023 realizza il miglior risultato per il settore, segnando una crescita del 49% rispetto all’anno precedente, e leggermente superiore anche al 2018, un anno d’oro per il comparto fieristico. In valori assoluti, la Lombardia primeggia con oltre un quarto della spesa nazionale, per circa 21,3 milioni di euro, seguita da Emilia-Romagna e Veneto rispettivamente con poco più di 12 e 11 milioni di euro.
CALCIO
Il Calcio, da solo, rappresenta l’83,2% degli eventi sportivi fruiti nel Paese. Nel 2023, l’offerta di eventi calcistici è arrivata a oltre 63 mila spettacoli, più di uno spettacolo ogni mille abitanti: un segnale chiaro della progressiva ri- presa del settore, anche se non ancora ai livelli pre-pandemia del 2019, quando gli eventi superavano i 100 mila. Valutando l’offerta di spettacolo sul territorio, le differenze regionali raccontano una storia di ineguaglianza tra le più marcate nel Paese: oltre il 40% degli spettacoli calcistici, pari a più di 25 mila eventi, si concentrano in sole due regioni nordoccidentali: Lombardia e Piemonte. Nel centro Italia, la Toscana si fa notare con il più alto numero di spettacoli calcistici d’Italia, pari a oltre 17 mila (4,8 ogni mille abitanti), contribuendo da sola a quasi il 30% dell’offerta sull’intero panorama nazionale. Al Sud e nelle Isole si concentra meno dell’8% degli eventi nazionali.
Il calcio si afferma tra i generi di spettacolo più popolari per la popolazione italiana, il terzo per attrattività di pubblico nel 2023, dopo il cinema e il comparto delle discoteche. Nel 2023, il pubblico degli spettacoli calcistici ha superato i dati del 2019, con oltre 28,7 milioni di partecipanti (+20%), cresciuto di oltre il 45% sul 2022, un incremento tra i più elevati rilevati dall’Osservatorio SIAE. Quasi un italiano su due è andato a vedere una partita di calcio almeno una volta nel 2023: Il tasso di partecipazione territoriale è pari, infatti, a circa 486 spet- tatori ogni mille abitanti. Questo evidenzia che il futuro dello spettacolo calcistico poggia su una base più che solida: un pubblico nutrito e capace di affezionarsi. All’interno del panorama nazionale, il pubblico si distribuisce in maniera meno sbilanciata rispetto all’offerta. Lombardia e Piemonte restano in ogni caso le regioni più at- trattive, con oltre 9 milioni di spettatori, poco meno di un terzo della domanda nazionale. Il Lazio si conferma un importante punto di riferimento per lo spettacolo calcistico italiano con eventi di richiamo, capaci di attrarre 3,7 milioni con appena 720 spettacoli.
Scendendo verso il Sud Italia, la Campania emerge con forza con quasi 2 milioni e mezzo di spettatori, complice lo scudetto del Napoli. Nel resto del Mezzogiorno e nelle Isole la partecipazione rimane tra le più alte dello spettacolo.
Nel 2023, il calcio ha rappresentato il 76,1% della spesa complessiva per gli eventi sportivi svolti in Italia, con volume di affari oltre i 611 milioni di euro, secondo solo al settore dei concerti di musica pop, rock e leggera. La cifra supera significativamente la soglia dei 450 milioni di euro del 2019, andando a confermare ulteriormente la buona salute complessiva del settore. E’ in aumento anche il costo associato alla partecipazione all’evento. In media, ogni partita costa a uno spettatore 21,3 euro, +10% sull’anno precedente. Lo stesso valore supera però ampiamente i 30 euro in Lombardia e Piemonte e resta superiore anche in Lazio e Campania.