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Prisma: al via dal 6 giugno la seconda stagione, sempre su Prime Video. Ludovico Bessegato: “I giovani sono frontiera. Il segreto della scrittura? Voler bene a tutti i personaggi. Non tradirli”

di Maurizio Ermisino

“Secondo te che vuol dire, che sono gay, sono un trans.” “Che hai un’identità di genere complessa, che stai esplorando, lo puoi sapere solo tu”. Andrea ha fatto una domanda a un telefono amico, e questa è stata la risposta. In cui c’è tutto il senso Prisma, young adult drama di Ludovico Bessegato, una serie tv unica, di livello internazionale, tra i migliori prodotti italiani in assoluto. La seconda stagione di Prisma è prodotta da Maddalena e Rosario Rinaldo per Cross Productions in collaborazione con Prime Video e sarà disponibile dal prossimo 6 giugno in esclusiva su Prime Video in Italia. Identità di generi complesse, persone che stanno esplorando, si stanno formando, e non hanno bisogno di essere immediatamente definite. Prisma esplora la generazione degli adolescenti di oggi, una generazione a suo modo unica, come nessuno ha mai fatto prima. Il mondo di una persona nata nel nuovo millennio è un mondo molto diverso da chi è nato anche solo un decennio prima. È un enorme spazio pubblico dove il successo e il fallimento, la vergogna e l’orgoglio, la gogna e la militanza si intrecciano, si contaminano e si accelerano a vicenda, come scrive Ludovico Bessegato nelle note di regia.

Ma di cosa parla Prisma?

È la storia Marco e Andrea, due gemelli (entrambi interpretati dal bravissimo Mattia Carrano). Marco ha iniziato a frequentare una ragazza, Carola (Chiara Bordi), che aveva avuto una relazione con Daniele (Lorenzo Zurzolo). Durante una festa è accaduto qualcosa, e ora tra Marco e Carola è sceso il gelo. Andrea, l’altro gemello, con un profilo falso, e fingendosi una ragazza, aveva iniziato a chattare con Daniele. La prima stagione si era chiusa con i due che si erano finalmente incontrati, per la sorpresa di Daniele. Andrea, che ama truccarsi e vestirsi con abiti femminili, sta scoprendo se stesso. E ad aiutarlo c’è Nina (Caterina Forza), una sua compagna di classe. Ma non vogliamo raccontarvi altro. È una storia che dovete vedere.

Prisma è un racconto unico dei ragazzi di oggi

Gli adolescenti di questa generazione sono diversi da quelli che li hanno preceduti. Sembrano avere meno paura di essere se stessi. E allo stesso tempo sembra che non vogliano essere definiti, incasellati. “Credo che sia un tratto che fa parte di tutte le generazioni giovani quello di uscire dagli schemi che ereditavano dalla generazione precedente” ci ha raccontato Ludovido Bessegato. “I giovani di oggi sono aiutati da un contesto che dà comunque loro una spinta. Venti, trenta, cinquanta anni fa uscire dagli schemi voleva dire aprire delle maglie molto strette. Oggi c’è quel bisogno ma viene aiutato da un contesto che aiuta le persone – cito una persona famosa – a pensarsi liberi. I social, che tanti demonizziamo, permettono alle persone di guardarsi e rendersi conto che sono tante le persone che vogliono uscire dagli schemi”. Ludovico Bessegato ha passato sette anni ad osservare gli adolescenti e il lavoro di ascolto si vede tutto nella serie. “Si tratta di stare tanto tempo ad osservare, sforzarsi di superare i pregiudizi iniziali. E quando uno la fa scopre che non solo è un esercizio, ma è piacevole. Le persone giovani sono divertenti, libere, sono una frontiera. Sperimentano, guardano al di fuori hanno una grande voglia di vivere”.

L’asticella delle serie italiane si sta alzando

E Prisma è un esempio di questa tendenza. La serie di Ludovico Bessegato non ha niente da invidiare a un successo come Euphoria: l’empatia per i personaggi, l’intensità e lo standard produttivo altissimo non sono da meno, anzi. Ma la serie di Sam Levinson cerca sempre il dramma, la scena forte, il pugno nello stomaco. Il racconto di Ludovico Bessegato cerca sempre la verità, la naturalezza, la delicatezza. Ha un incedere ipnotico e avvolgente, che ti farebbe seguire la storia per ore e ore. “Siamo stati molto bene tra questi personaggi” ci spiega la co-sceneggiatrice Francesca Scialanca. “Il piacere che abbiamo provato nello stare con questi personaggi forse si trasmette anche nel creare”. “Noi volevamo bene vogliamo bene a tutti i nostri personaggi” conferma Bessegato. “E quando vuoi bene a una persona e a un personaggio viene da sé che non la tradirai mai con un’immagine sbagliata o un giudizio veloce o con un colpo ad effetto che serve solo a sviluppare trama”.

La delicatezza di Bessegato è anche pudore

Lo sguardo di Ludovico Bessegato sui corpi di questi ragazzi è sempre attento a trasmettere la loro bellezza, la loro sensualità, ma è anche molto pudico, rispettoso. “Nella prima stagione di Prisma ero rimasta ammaliata dalla delicatezza di Ludovico” ci racconta Caterina Forza, che in Prisma è Nina. “Anche al di là dei corpi fisici, anche con uno zoom su un fiore. Ha un’armonia visiva e cinematografica che ha dato la marcia in più alla serie”. “Ludovico va ad analizzare situazioni e tematiche complesse con una delicatezza e un’umiltà che non vedo molto spesso” concorda Chiara Bordi, che interpreta Carola. “Ogni tematica è raccontata non sulla base di stereotipi, ma da un punto di vista interno che ha alla base un ascolto che rende il prodotto molto vero, molto delicato, in cui le persone si possono veramente immedesimare”.

Uno dei momenti più intensi di Prisma 2 è l’intervista di Carola

Un video in cui faceva sesso è diventato virale, e le ha reso la vita un inferno. Quando accetta di fare un’intervista parla anche della sua disabilità e di come questa condizione possa scatenare dei commenti negativi. Carola ha una gamba amputata, come l’attrice che la interpreta, Chiara Bordi, che qui ha ritrovato qualcosa della sua storia, quando in occasione della partecipazione a Miss Italia ricevette commenti terribili. “Ho rivissuto quella storia, ovviamente con un background molto diverso perché nel caso di Carola è una violenza che le accade” ci racconta. “Nel mio caso ho rivissuto il fatto di entrare in un caso mediatico che diventa grande e in cui le persone si sentono libere di dire qualsiasi cosa. È un po’ quello che succede tutti i giorni sui social, in cui le persone si esprimono senza pensare che le parole hanno le stesse conseguenze in cui le diciamo nella realtà”.

Qual è il segreto di Prisma?

Ce lo rivela proprio Mattia Carrano, il protagonista che dà il volto ad Andrea e Marco. “Secondo me Prisma non è una serie fatta per i ragazzi, ma che parla dei ragazzi” ci spiega. “È una serie che può vedere chiunque. Io in primis ho imparato dai miei stessi personaggi”. “Credo sia una serie che parla di ragazzi e di temi molto attuali” fa eco Lorenzo Zurzolo, che nella storia è Daniele. “Ho imparato molto dal mio personaggio, un ragazzo che è vittima del contesto in cui è cresciuto e sta facendo un percorso per conoscere se stesso, senza giudicarsi e senza aver paura del giudizio degli altri”. Un altro dei segreti di Prisma è come comunica i sentimenti. “Una delle cose belle di questa serie è che non viene mai spiegato quello che accade ai personaggi ma viene sempre fatto capire attraverso le emozioni e gli stadi d’animo” spiega Zurzolo. “Daniele sta affrontando un periodo dove si sta conoscendo, deve capire chi è. E non lo sentirai mai dire: ho difficoltà mi sento giudicato. Ma lo capisci solo dalle cose che fa”.

Mattia Carrano è una vera rivelazione

L’attore riesce a impersonare benissimo due personaggi che sono gemelli, ma sono molto diversi. A volte lo fa anche girando le stesse scene, da due punti di vista, a pochi minuti di distanza l’una dall’altra “È molto divertente, un po’ faticoso” ci racconta. “Giro tutto in pochi minuti. Faccio tutta la scena con tutte le inquadrature in cui c’è, ad esempio, Andrea. E dopo 15-20 minuti cambio capelli e outfit e devo entrare dentro Marco ed essere lui. All’inizio era molto complicato. Adesso mi sono abituato. Prima era schizofrenia”.

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