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Premio Film Impresa, la nuova serialità entra nel cinema d’impresa. Serie e web serie sempre più centrali nella strategia dei brand. ENI, Philadelphia, ATM e OTB si raccontano

Roma, Casa del Cinema Unindustria PFI
di Maurizio Ermisino

Il mondo della nuova serialità è entrato a tutti gli effetti del mondo del cinema d’impresa. È di questo che si è parlato nella seconda giornata del Premio Film Impresa, in scena dal 9 all’11 aprile alla Casa del Cinema di Roma. La serialità è così importante che è stato dedicato un panel speciale al tema, dal titolo Streaming, web, serie: l’avventura continua. La nuova serialità sbarca nella comunicazione d’impresa.

“Ci si è accorti che molti dei film iscritti al premio Film Impresa erano tratti da alcune serie”, ha spiegato il Direttore Artistico Mario Sesti. “E così sono stati accorpati in una categoria apposita”. Si è parlato anche di formazione, perché le arti visive oggi sono uno sbocco lavorativo importante, e si creano master universitario che legano il cinema alla comunicazione d’impresa.

“Le giovani generazioni che intendono trovare un lavoro nell’audiovisivo e le nuove generazioni di imprenditori che vogliono investire in questo campo devono trovare il posto giusto per incontrarsi e trovare qualcosa di nuovo”, spiega Mario Sesti. “E possono farlo nell’ambito di Film Impresa”. Nell’ambito del panel dedicato alla serialità si è parato di progetti molto interessanti. ‍The Yellow Sofà, prodotto da Adnkronos/Traipler per ENI, ATM Uncovered – La serie di Andrea Stagnitto, prodotta da Social Content Factory per Azienda Trasporti Milanesi, Yolo di Michele Bertini Malgarini, prodotto da QMI per Mondelez Italia – Philadelphia e M.A.D.E. Made in Italy. Made Perfectly di Francesco di Giorgio, prodotto da Frame by Frame per OTB, l’azienda di Renzo Rosso che possiede brand come Diesel.

Yolo, prodotta da QMI per Mondelez Italia – Philadelphia è una rom com

Sì, proprio una commedia romantica di quelle che guarderemmo volentieri su Netflix o RaiPlay, un vero e proprio prodotto di Serie A, con una scrittura vivace, un montaggio veloce e, soprattutto, attori di primo piano, tra cui ci sono Ludovica Martino, la star di SKAM Italia e Vita da Carlo, e Alberto Paradossi, il protagonista di Zamora, il nuovo film di Neri Marcorè. Gli episodi, velocissimi, si gustano con piacere, e uno tira l’altro, come delle tartine con Philadelphia. La regia di Michele Bertini Malgarini è vivace e punta a valorizzare gli attori e i dialoghi. Il prodotto si vede per un attimo in cucina, mentre è usato per preparare il sushi, e viene nominato per la ricetta più tardi. “Philadelphia è venuta da noi chiedendoci qualcosa di nuovo”, ha spiegato Domenico Ravaioli, Cmo QMI. “Tutti parlano di branded content in questi anni, noi lo abbiamo fatto. La caratteristica è quella di mettere insieme il mondo dell’impresa, un brand importante come Philadelphia, e il mondo del cinema. Quando Philadelphia ci ha detto che voleva raggiungere un determinato tipo di target, abbiamo deciso di alzare l’asticella. Philadelphia voleva far vedere il meno possibile il proprio prodotto, perché più andavamo avanti con il montaggio più si sentiva ospite e produttore della serie, e sempre meno prodotto da pubblicizzare”. Come aveva detto ieri Ferzan Ozpetek, lo stile viene prima del prodotto, e questo è un esempio riuscito.

The Yellow Sofà, prodotto da Adnkronos/Traipler per ENI, è divulgazione scientifica pop

È un genere che oggi va per la maggiore, ed è amatissimo dai ragazzi, come è evidente dal successo di fenomeni come GeoPop. Il giallo, il colore di ENI, è il filo conduttore, simboleggiato dalla poltrona gialla su cui si siede il divulgatore scientifico. Con la macchina da presa su di lui, e brevi montaggi e inserti grafici, The Yellow Sofà diventa un prodotto piacevole da vedere. “È una docuserie di piccoli episodi su temi scientifici”, ha spiegato Giorgio Rutelli, vicedirettore Adnkronos. “Gli ospiti si siedono su una poltrona gialla e raccontano la scienza in modo divertente. ENI è una delle aziende in prima fila sulla nuova tecnologia. Nella stagione 2 parliamo di una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia”. “La serie è una cosa fatta molto bene, che potrebbe esser ospitata su piattaforma” continua Rutelli. “La prima stagione è disponibile su YouTube ed è andata in onda su Sky. È fatta con grande impegno e riesce a coniugare accessibilità e approfondimento scientifico”.

ATM Uncovered, prodotta da Social Content Factory per ATM, è una classica docuserie

È un documentario a puntate, che ha la lunghezza giusta e il giusto respiro per raccontare il lavoro delle persone, e allo stesso tempo riesce a creare l’emozione di entrare in un’officina e vedere i corpi di mezzi storici come i vecchi tram. “Di solito organizzavamo il Porte aperte ATM”, racconta Carmen Adinolfi, Responsabile Pubbliche Relazioni ATM. “Durante il Covid era impossibile farlo: così insieme alla cdp abbiamo cominciato a raccontarci in maniera diversa, siamo entrati nelle case dei cittadini. E, essendo la serie disponibile su YouTube, siamo andati oltre i confini di Milano”. “ATM a Milano ha un’ottima reputazione” interviene Diego De Donà, produttore di Social Content Factory. “La resa che le 5 puntate da 10 minuti l’una hanno avuto lo hanno dimostrato. Abbiamo avuto 120 mila visualizzazioni: le puntate uscivano ogni domenica alle 18, ed era un appuntamento molto atteso. Le puntate sono state girate con un taglio documentaristico, con una tecnica di buon livello, e interviste posate in luoghi apprezzabili”.

M.A.D.E., prodotto da Frame by Frame per OTB, è una docuserie dal ritmo veloce  

Nasce per raccontare il Made in Italy, la produzione del lusso, quella che viene fatta in Italia ma molti non lo sanno. “Quando parla di moda, una persona pensa al direttore creativo e al prodotto che arriva in negozio”, spiega Marita Spera, Chief Public Affairs and Corporate Communication Officer OTB. “Ma non sa che in mezzo c’è una filiera che è bellissima. Volevamo toglierla dal dietro le quinte. Volevamo andare dentro i laboratori. E solo alla fine è apparso l’autore di tutto questo, che è Renzo Rosso, il nostro presidente, un campione del Made In Italy”. “Abbiamo raccolto questa sfida, che è motivo di grande orgoglio” interviene Silvia De Pasquale, produttrice di Frame by Frame. “Abbiamo dato voce e volto a questi artigiani che stanno tramandando il Made In Italy”. La serie è in 9 episodi.

Università La Sapienza: un master in sceneggiatura, produzione e marketing

Dai progetti che abbiamo visto è evidente come il cinema, declinato nel linguaggio della serialità, sia anche versatilità. Tra le serie che abbiamo visto oggi, c’è una grande ricchezza, stili diversi, che ci fa capire come il cinema possa essere utilizzato dal mondo imprenditoriale nelle maniere più interessanti, come ha spiegato Mario Sesti. Che ha presentato Andrea Minuz, professore di Storia del cinema alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza. Presso l’università è nato il master in cinema, serie tv, format: sceneggiatura, produzione, marketing. L’obiettivo è proprio preparare i giovani a lavorare per un obiettivo. “Chi scrive deve sapere quando costa la pagina che ha scritto, chi produce deve sapere il valore che ha quella pagina” spiega Minuz. “Le storie sono un capitale per le aziende. E investire sulle storie è il futuro dell’imprenditoria” riflette il professore. “Attraverso le storie le imprese si dotano di un’identità. Sono contento che l’imprenditoria abbia fatto passi avanti, abbia capito l’importanza di investire nelle storie”. “È importante cominciare a scrivere avendo una committenza, un obiettivo preciso, dentro delle regole, un ipotetico datore di lavoro” argomenta Minuz a proposito del suo master. “Andare a raccontare il cuore di un’impresa è molto più difficile dello scrivere partendo da quello che uno ha da dire”.