“La percentuale delle donne italiane che lavora è del 47%. Fra le donne senza figli il 65%, mentre scende al 42% se i figli sono tre.
Siamo il paese che ha la percentuale di occupazione femminile più bassa in Europa. In Islanda, ad esempio, lavora l’85% delle madri con figli sotto i 15 anni. A fronte di queste classifiche che mortificano la nostra nazione, nessun intervento è stato previsto neppure nel recente Jobs Act.
Ma il dato più incredibile è quello Ocse. Si tratta di un vero primato planetario delle donne italiane che per lavori domestici e di cura, casa, figli e genitori anziani, lavorano piu’ di tutte le altre donne al mondo. 36 ore la settimana. E sarebbe secondo me da aggiungere anche il tempo impiegato per aiutare i figli a fare i compiti. In nessun altro paese, poi, la differenza di ore di lavoro domestico fra uomini e donne è alta come in Italia. Ancora. Siamo al 124esimo posto su 136 paesi nella classifica che concerne la parità degli stipendi.
Insomma, un quadro penoso e fosco a cui pare non ci sia rimedio, almeno nel prossimo futuro.
Secondo un recente studio le donne ritengono che le cause di tale situazione siano soprattutto da ricercarsi nella discriminazione fra sessi, nella penuria di asili e servizi pubblici, nella difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, nell’assenza di sostegno economico effettivo per la maternità, nella mancanza di flessibilità sul lavoro. Mi ha sorpreso dal medesimo studio apprendere che uomini e donne concordano nel pensare che i primi preferiscono lavorare piuttosto che stare con i figli e che quando è la donna ad avere successo sul lavoro si rischia di mandare in fumo il rapporto. Più scontato, invece, come oltre la metà degli uomini ritenga che un marito che guadagna bene sia sufficiente a far decidere alla donna di rimanere a casa. Insomma, inutile dire che la nostra società sia di fatto la più maschilista nel nord Europa.
Ma c’è un’eccezione, Milano. La donna milanese fa meglio della media europea e la percentuale di occupazione è del 60.8%. Le milanesi si dimostrano, quindi, con buona pace del resto della nostra nazione, perseveranti, capaci e caparbie.
Non a caso, ‘El diavol el fa la torta e i donn ghe la fan mangia’ come recita un antico proverbio milanese sulle donne”.
Chi è Barbara Ciabò
48 anni, laurea in legge, sposata, due figli. Per due mandati, vicepresidente di zona città studi e per 10 anni presidente della commissione casa e demanio di Palazzo Marino. Priorità dei lavori della commissione è stata la trasparenza nella gestione del patrimonio immobiliare comunale. Con lo scandalo di Affittopoli nel 2011 la commissione casa e demanio ha portato in luce la gestione pessima degli immobili pubblici, a cominciare da quelli del Pio Albergo Trivulzio.