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Nasce Ogilvy OZ, servizio di ricerca integrata creato da Ogilvy Consulting per fornire ai brand report customizzati con indicazioni strategiche pronte per la creatività

Parte dalla GenZ la nuova offerta di Ogilvy Consulting, ideata da Antonella Miano (Head of Data & Analytics) e sviluppata da Luca Tapognani (Head of Strategy & Consulting) e Carlotta Monzani (Senior Strategist). OZ è basata su un approccio di ricerca integrata che permette di comprendere il target di riferimento, mettendone in luce esigenze, desideri e comportamenti autentici, con l’obiettivo di fornire ai clienti report pratici e raccomandazioni strategiche pronte per la creatività.

“Perché OZ? Perché ci immergiamo davvero nel mondo che andiamo ad esplorare.

Per iniziare abbiamo deciso di capire davvero la GenZ. E’ stato meraviglioso vedere l’agenzia popolarsi per 3 settimane di ragazzi desiderosi di contribuire alla reale comprensione della loro generazione. L’interazione diretta con loro, la possibilità di approfondire tematiche essenziali per i brand che seguiamo (partendo dal dialogo sulle loro abitudini e su macro-tematiche che vanno dal food al beauty, dai viaggi all’entertainment fino ai temi di salute e benessere) ci ha permesso di colmare il gap tra la teoria (le migliaia di articoli, dati e papers sulla genZ) e l’esperienza diretta. Attraverso accordi con le scuole, abbiamo oggi una vera e propria GenZ Squad per Ogilvy in attesa di ampliarla con il coinvolgimento di ulteriori categorie generazionali”, spiega nella nota Roberta La Selva, Ceo OGILVY ITALIA, che aggiunge “La Generazione Z attualmente rappresenta il 32% della popolazione globale e si stima abbia il livello di reddito aggregato in più rapida crescita di qualsiasi gruppo demografico. Per questo motivo molti guardano con attenzione a questa generazione, noi abbiamo voluto ascoltarli direttamente”.

Attraverso l’approccio OZ, che si evolverà con il coinvolgimento anche della Gen Alpha e gruppi specifici di interesse per i clienti, Ogilvy integra analisi etnografiche, text mining, audit culturali e soprattutto un coinvolgimento diretto col target di riferimento.

“Oggi abbiamo un volume di dati a disposizione senza precedenti, ma per poterli davvero comprendere fino in fondo dobbiamo ricordarci che i fenomeni che analizziamo sono profondamente umani. Solo così possiamo dare una nuova vita ai dati che non restano fredde “evidenze analitiche”, ma diventano insight che saranno integrati nel processo creativo”, aggiunge Antonella Miano, Head of Data Ogilvy.“Solo partendo da insight connessi alla realtà e raccontando storie in grado di emozionare e coinvolgere le persone, potremo meritarci il loro tempo e la loro attenzione”.