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Monica Riccioni/Think Cattleya: a questo Cannes felici per la vittoria dei tre Leoni del progetto Responsibly The Beer/Ubrew prodotto con McCann Worldgroup, ma anche per la shortlist di Ningyo con Publicis e Renault. Il futuro? Ci muoviamo come motore, convertitore di idee, senza mai dimenticare la logica precisa che ha strutturato la nostra natura di cdp. Lavoriamo senza sosta l’oggi per un advertising del domani

In occasione di questo Cannes 2017, uno scambio di battute con Monica Riccioni, Amministratore Delegato Think Cattleya, sul mood del Festival e sui futuri obiettivi della cdp.

Passione, innovazione, empatia, precisione, ambizione, coraggio. Vi riconoscete in queste parole?
“Assolutamente sì con un ritmo effréné, una produttività che impressiona e ci fa entrare nel cuore dei progetti. Progetti caratterizzati da una precisa esecuzione e ambiziosi in corso di sviluppo, che ci hanno ricompensati per il risultato. Ciò che per noi conta è provare che è possibile, partendo da costruzioni di pensieri esistenti, un cambiamento radicale. E’ ciò che abbiamo utilizzato per rinnovare il sistema, siamo dei concettualisti pratici, proteggendo quello che è lo stile della Think Cattleya, coerenti con quello che ci ha formati”.

Cosa è cambiato nel metodo di lavoro che caratterizzava l’advertising,  nello specifico nelle produzioni branded/digital.
“Lo abbiamo ripensato dalla base. Per questi progetti abbiamo messo in campo un panel allargato di specialisti, un caleidoscopio di grandi professionisti: direttori creativi, sceneggiatori, registi, producer e reparto sviluppo. Tutti hanno lavorato insieme al processo creativo/produttivo, un metodo di lavoro che applichiamo ai nostri content, un metodo  in cui crediamo fortemente,  affinché ciascuno possa esprimere il suo punto di vista al di fuori dalle zone di confort del proprio ruolo, senza preclusioni.  Ossessionati dalla perfezione, con una forza di trasposizione del processo produttivo”.

Questo perché ogni progetto è fatto di mille sfaccettature? Di molteplici anime? Di un accordo che va ricercato nelle singole parti per dar vita a un tutt’uno armonico?
“Un progetto è fatto di pensieri e di uomini e deve riflettere l’umanità, con le sue accordanze e discordanze, in nome di un processo di verità. Non è mai esistito nei nostri lavori  l’affermazione ‘uno più bello’, perché quello che ci preme è produrre un content in cui emerga alla fine uno stato di vita, di emozione, uno stato dei fatti  siglato da un’autenticità”.

Ma lo scopo finale di un video content, per voi qual è?
“Puntiamo a far nascere un’emozione pensante. Con l’ambizione di creare progetti che abbiano una stratificazione di valori: il contenuto, l’estetica, lo stile preciso, la riconoscibilità, la modalità di fruizione. Questo sono le serie branded/digital su cui puntiamo, con fruizione come parola d’ordine, in una modalità semplice, veloce, naturale come il mobile presente sempre nelle nostre mani detta”.

E quanto conta la serialità?
“Per noi la serialità è stato il nucleo su cui puntare, ci siamo posti come partecipi al progredire di questa modalità content, investendo e supportando i nostri interlocutori con la nostra esperienza, la multidisciplinarietà del milieu con cui interagisce il nostro Gruppo (Cattleya) all’interno del quale sono strutturate writers room ad hoc, ed il valore delle professionalità con cui collaboriamo per i progetti di serie tv, per cui Cattleya è riconosciuta a livello internazionale”.

Un insegnamento da questo Cannes? Una traccia, una tendenza in cui anche voi potete riconoscervi
“In perfetta sintonia con ciò che abbiamo detto, la vittoria dei tre Leoni per il progetto Responsibly The Beer Ubrew prodotto con McCann WorldGroup Milan, campagna che ha guadagnato una nomination anche nella prestigiosa categoria Titanium, a dimostrazione di quanto la forza di un messaggio individui nuove strade e ispiri. Onorati anche dell’entrata in shortlist per il progetto Ningyo con Publicis e Renault, un cortometraggio interattivo che dalla presentazione al Festival di Venezia, al premio speciale vinto ai Nastri D’Argento – Corti D’Argento,  fino alle giurie di questo Cannes Lions, coinvolge come esempio di rara qualità  di contenuti ed estetica. Quello che emerge è la forza della storia, l’autenticità di contenuti che nutrono con un forte valore etico e  l’esperienza di fruizione, elementi che sanciscono i nostri intenti e le nostre scelte produttive”.

Sarà anche il futuro?
“La solidità importante delle nostre basi ci porta a realizzare molte delle prospettive di sviluppo che ci prefiggiamo. Questo oltre il risvolto banale di un privilegio, ha un peso di responsabilità importante sui focus da porsi. Quello di cui siamo certi è che lavoriamo senza sosta l’oggi per un advertising del domani. E per questo ci muoviamo come motore, convertitore di idee, senza mai dimenticare la logica precisa che ha strutturato la nostra natura di cdp”.