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Mediaset, raccolta pubblicità 2019 a – 3,6%, ma il covid peggiora la situazione 2020. Confalonieri: “Tra le priorità di Mediaset quella che il governo recepisca integralmente le disposizioni previste dalla Direttiva Avms soprattutto in tema di maggiore flessibilità del 20% di affollamento pubblicitario. Va limitato lo strapotere dei colossi del web”

L’Assemblea degli Azionisti di Mediaset, tenutasi oggi sotto la Presidenza di Fedele Confalonieri, ha approvato il bilancio d’esercizio di Mediaset S.p.A. al 31 dicembre 2019, il bilancio consolidato e le relazioni degli amministratori così come deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 10 marzo 2020.

Nonostante le oggettive difficoltà registrate dal settore media a livello nazionale e internazionale, il bilancio consolidato 2019 ha registrato la crescita del ‘Risultato operativo’ e della ‘Generazione di cassa’, mentre i ‘Costi totali’ hanno visto una netta riduzione.
I Ricavi consolidati netti sono stati pari a 2.925,7 milioni di euro (3.401,5 milioni nel 2018), l’Ebit è cresciuto a 354,6 milioni di euro (73,7 nel 2018) e il Risultato netto di Gruppo si attesta a 190,3 milioni di euro (468,2 nel 2018).

A seguito dell’Assemblea degli Azionisti Mediaset, il Presidente Fedele Confalonieri ha tenuto un discorso di cui riportiamo alcuni passi:

“Sono passati solo pochi mesi dal nostro ultimo incontro assembleare di gennaio e a me è affidato il compito di richiamare gli eventi più importanti che hanno influenzato in modo significativo la nostra azienda.

Dopo un gennaio e un febbraio che avevano mostrato una discreta vitalità con ricavi pubblicitari in Italia superiori del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019, l’intero mercato pubblicitario italiano è stato investito dalla pandemia del coronavirus. Il successivo lock- down e la gestione della crisi sanitaria hanno generato uno scenario completamente diverso da quello che ognuno di noi si era immaginato.

Tracciamo velocemente cosa è successo con l’emergenza, che ha avuto ripercussioni pesanti sul mondo intero…

…Sin dalle prime settimane della crisi ci siamo adoperati per rinforzare la nostra liquidità e struttura patrimoniale, rinnovando ed estendendo tutte le linee di credito in scadenza nel 2020. Abbiamo, inoltre, messo in atto tutte le azioni economiche e finanziarie necessarie per affrontare questa crisi con un bilancio solido…

…E’ stata incrementata la partecipazione nel broadcaster tedesco ProsiebenSat1, raggiungendo una quota vicina al 25% dei diritti voto. Di fatto questa quota ci dà il diritto di partecipare da protagonisti al consolidamento europeo e al futuro di una grande azienda televisiva, leader nel più grande mercato pubblicitario d’Europa.

Questo investimento si colloca all’interno della strategia di crescita di Mediaset, iniziata nel giugno del 2019 con il lancio di MFE-Mediaforeurope.
Dal punto di vista strategico, operativo e industriale, l’operazione si pone l’obiettivo di creare un gruppo media paneuropeo nel settore dell’intrattenimento lineare e non lineare, con una posizione di leadership nei propri mercati di riferimento, una solida struttura patrimoniale e una scala che consenta di essere maggiormente competitivi nel futuro scenario di consolidamento del settore media in Europa.

Dopo oltre un anno dall’annuncio di MFE, siamo ancora più convinti della necessità e della bontà di questo progetto…

…Quella di MFE è un’operazione che parte da un’azienda italiana che cerca di crescere all’estero, senza delocalizzare e continuando a pagare le imposte in Italia e in Spagna. Come noto, MFE resterà quotata alla borsa di Milano e di Madrid. Un’operazione di sviluppo, quella di MFE, che viene rallentata dall’atteggiamento ostruzionistico di Vivendi…

…Sono consapevole che, considerati gli avvenimenti degli ultimi mesi, parlare del bilancio 2019 sembra descrivere un passato remoto, ma questo è il nostro obbligo e anche la nostra responsabilità.

Il Risultato netto consolidato si attesta a 190,3 milioni di euro, in forte crescita rispetto all’utile 2018 che, depurato dalle poste straordinarie, è stato pari a 97,3 milioni di euro.

I Ricavi netti consolidati ammontano a 2.925,7 milioni di euro rispetto ai 3.401,5 milioni di euro del 2018.

Il Risultato operativo di gruppo è positivo per 354,6 milioni di euro rispetto ai 73,7 milioni di euro del 2018.

I Costi operativi complessivi di gruppo si attestano a 1.988,4 milioni di euro rispetto ai 2.335,4 milioni di euro del 2018…

Il Risultato netto delle attività italiane si attesta a 76,3 milioni di euro rispetto ai 364,8 milioni di euro del 2018 che comprendevano le citate poste straordinarie.

I Ricavi netti si sono assestati a 1.982,1 milioni di euro rispetto ai 2.421,4 milioni di euro dell’anno precedente.

Con il mercato pubblicitario che nel 2019 ha chiuso in negativo a -5,1% (calo che si aggiunge al -0,2% registrato nel 2018), i ricavi pubblicitari lordi di Mediaset sono stati 1.939,0 milioni di euro nel 2019 rispetto ai 2.112,2 milioni di euro del 2018. Senza considerare i fattori di discontinuità, l’andamento organico della raccolta Mediaset 2019 mostra un calo del 3,6%, un dato migliore di quello del mercato che al netto dell’effetto dei Mondiali di Calcio 2018 registra un risultato del 4,2%…

Nel 2019 abbiamo ulteriormente rafforzato la nostra leadership crossmediale nelle piattaforme in cui operiamo (tv, radio, digital). La nostra azienda oggi ha raggiunto un livello tecnologico e di innovazione non secondo a nessuno in Europa tra i nostri pari. Basti guardare alle innovazioni implementate nel campo dell’adtech, della profilazione dei target e della distribuzione dei nostri contenuti, lineari e non lineari, su tutte le piattaforme, in particolare sulle televisioni connesse.

I nostri canali tv continuano a essere focalizzati sulla produzione di contenuti locali. Una strategia oggi seguita da altri broadcaster europei e che non verrà messa in discussione nel contesto di MFE.

Solo nel 2019 abbiamo trasmesso 15 mila ore di prodotto originale Made in Mediaset.

I contenuti originali sono la risorsa più importante e rappresentano il punto di forza della nostra programmazione e la caratteristica distintiva rispetto alla competizione emergente. Aumentare la produzione di contenuti locali e fortemente identitari di intrattenimento, di cinema e di fiction, rimarrà prioritario in avvenire, visto il successo e il vantaggio competitivo che ce ne deriva in raffronto agli operatori internazionali (Netflix, Amazon Prime Video…).

A proposito di fiction. Stiamo lavorando con successo per riconquistare le nostre posizioni presso il pubblico. Abbiamo in serbo titoli molto promettenti. Si tratta di investire e scegliere le storie più belle e meglio raccontate.

Vi è poi l’informazione, altra cifra distintiva dei media tradizionali, dove non temiamo la concorrenza della rete…

Molti dei problemi che già avevamo, oggi si sono intensificati. Parto dalla totale non correttezza e disparità concorrenziale degli Over-the-top, che dalla crisi hanno solo guadagnato.

Parlo dei colossi del web che, in competizione con noi per l’attenzione degli utenti e per gli investimenti pubblicitari, come noi hanno aumentato il tempo di visione e di consumo. Ma i loro fatturati, spinti spesso da disinformazione e sensazionalismo informativo, sono cresciuti mentre i nostri si sono contratti. Per non parlare delle tasse, che in Europa continuano a non pagare.

L’Autorità Antitrust europea dovrà dare uno sguardo più attento alle posizioni dominanti negli snodi chiave della catena del valore, che svantaggiano economicamente gli operatori comunitari, sottraendo loro risorse vitali ed estraendo valore (imponibile e occupazione) dal mercato europeo.

Ma qualcosa di importante nell’Europa post-Covid si muove e stanno cadendo tabù consolidati: la nuova Commissione si mostra consapevole dell’urgenza di ristabilire una sovranità culturale e digitale europea. Gentiloni, Commissario all’Economia Ue, si schiera contro il dumping fiscale, dice che alcuni stati Ue consentono pianificazioni fiscali aggressive e che non può esserci spazio per questo nell’Europa della solidarietà e dell’equità…

…Tutti provvedimenti tesi a limitare lo strapotere delle piattaforme nell’uso dei dati, ad asseverare la responsabilità delle piattaforme stesse quando fanno comunicazione al pubblico, a limitare le strozzature derivanti da tecnologie chiuse e proprietarie, a bloccare, anche tramite una serie di misure ex post, fenomeni di concentrazione anticompetitiva, a consentire infine ai media europei l’accesso a risorse sufficienti a irrobustire in termini industriali la filiera produttiva dei contenuti.

E’ il momento per costruire un vero ‘Level playing field’ fiscale e regolamentare.

L’economia dei dati è sicuramente lo scenario in cui stiamo vivendo e al riguardo condividiamo pienamente l’obiettivo della Commissione Europea di creare un’economia dei dati, dove prevalgano i diritti fondamentali che sono parte integrante del trattato dell’Ue. L’obiettivo a Bruxelles è quello di rendere i nostri utenti edotti e consapevoli, utilizzando il consenso informato in piena conformità con il Regolamento generale per la protezione dei dati personali (Gdpr). A tendere, sarà necessario fare chiarezza sull’utilizzo dei cookie di terze parti e sulle modalità utilizzate dai player d’oltreoceano per fare affari con i dati dei nostri utenti.

Passiamo all’Italia, dove sempre in tema di regole europee dovranno essere recepite la Direttiva Avms (Servizi media audiovisivi) e la Direttiva Copyright. Entrambe sono in fase di recepimento in Italia con il Disegno di legge di delegazione europea, nel quale saranno inseriti i principi da implementare, lasciando poi al governo la stesura definitiva.

Le priorità di Mediaset sono che il governo recepisca integralmente le disposizioni previste dalla Direttiva soprattutto in tema di maggiore flessibilità del 20% di affollamento pubblicitario e che ci sia puntuale e fedele recepimento anche delle misure in materia di responsabilità delle piattaforme che, evitando la scure regolamentare per oltre due lustri, hanno ottenuto un vantaggio competitivo ineguagliabile.

La recente crisi Covid19 ha dato ulteriore conferma che il codice di condotta sulla disinformazione si dimostra inadeguato e non rispettato. Per funzionare bene avrà bisogno di attuare sistemi efficaci di ‘notice-and-action’.

Quanto alla Direttiva Copyright, questa riveste una priorità per Mediaset: è fondamentale che la necessità di acquisire licenze ex-ante per le piattaforme che comunicano al pubblico (come Youtube) – prevista all’art. 17 della Direttiva Copyright – non sia ulteriormente mitigata.

Produttori e broadcaster, da parte loro, si impegneranno per licenziare i propri contenuti in termini pro-competitivi e di mercato, ai fini di tutelare la catena del valore per tutti gli attori.

Concludo con un invito alla speranza e alla concretezza. Si continua a dire ce la faremo, bisogna ripartire, lavoriamo e ne usciremo. Ora è finito anche il tempo degli slogan. L’unico viatico è lavorare, lavorare, lavorare. La pandemia ha colpito duro, ma i sogni di una grande azienda italiana non si fermano. Pensiamo in grande, pensiamo alla crescita.

Non ci piangiamo addosso, ma da imprenditori quali siamo, continuiamo a ideare, costruire mettendoci per primi, anzichè chiederlo a chi ci governa, lavoro, orgoglio, ingegno, coraggio e cuore”.