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‘La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré’, Milano celebra uno dei grandi maestri della moda

La mostra, promossa dal Comune di Milano, Assessorato alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design e Assessorato alla Cultura, è organizzata e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Gianfranco Ferré, in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato. E’ curata da Daniela Degl’Innocenti ed è dedicata al talento di una delle figure più significative della moda internazionale.

“La mostra rappresenta un omaggio della città a un grande interprete della moda italiana e al suo stile inconfondibile. Uno stile che ha sempre escluso gli eccessi, legando la creatività a punti di riferimento precisi e sicuri sia nelle forme, sia nei materiali e nei colori”, commenta nella nota l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design, Cristina Tajani, che prosegue: “Un’esposizione utile soprattutto ai tanti giovani che, apprestandosi a muovere i primi passi nel mondo della moda, possono apprendere un’autentica lezione di stile e creatività per continuare la grande tradizione del Made in Italy”.

Concepita con l’intento di mettere in luce la poetica sartoriale e creativa di Gianfranco Ferré, la mostra conduce il visitatore, attraverso diverse forme di lettura, alla scoperta della camicia bianca, vero e proprio paradigma dello stile Ferré, evidenziandone gli elementi progettuali più innovativi e le infinite interpretazioni. Presenza costante che corre come un fil rouge lungo tutta la sua carriera, la camicia bianca è stata definita dallo stesso stilista ‘segno del mio stile’, oppure ‘lessico contemporaneo dell’eleganza’.

Il percorso espositivo gioca con la valorizzazione di elementi differenti, a corollario dei capi indossati su manichino: disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali. Il suo fulcro è costituito da ventisette camicie che esemplificano circa un ventennio del talento creativo di Ferré (collezioni di PàP dal 1982 al 2006).

L’incipit della mostra è affidato ad un passaggio attraverso teli di tulle su cui scorrono macro-immagini dei disegni autografi di Ferré per cogliere segni che delineano la sua visione creativa e rappresentano un mezzo per accedere al progetto di tutti i capi esposti.

Ai lati della sala espositiva sono presenti i diversi materiali provenienti dell’Archivio della Fondazione Ferré, come i disegni originali che illustrano la capacità di dare vita ad ogni creazione, sintetizzando gli elementi necessari alla realizzazione del modello: silhouette, volumi, dettagli, leggerezza o corposità della materia sono già descritti nel tratto più o meno marcato, elegante e velocissimo.

A soffitto, proiezioni fotografiche (simulazioni indagine rx di Leonardo Salvini) offrono una lettura tecnica e suggestiva allo stesso tempo, mettendo in evidenza texture e stratificazioni.

A chiudere il percorso, le immagini realizzate da Luca Stoppini sottolineano ancora una volta come la leggerezza e la trasparenza siano una precisa chiave di lettura dell’intero progetto.

Edito da Skira, un libro-catalogo, la cui direzione artistica è di Luca Stoppini, accompagna la mostra. I