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La creatività è in declino, in Italia ancora di più. I talenti li abbiamo, ma spesso sono le aziende a non ‘fidarsi’. EyeCandy vuole fare la sua. Con ‘Ann Idea’ dimostra l’importanza di saper dire no. Per il bene del progetto, della creatività e pure delle aziende. Perché le produzioni possono fare la differenza

Ne parliamo con Greg Ferro, regista founder EyeCandy.

L’occasione per conoscervi è il film ‘Ann Idea’ da voi creato per parlare in modo divertente del processo creativo. Come vi è venuta l’idea, perché, a chi è indirizzato e con quali obiettivi di comunicazione?

L’idea nasce durante la sosta per le vacanze natalizie dello scorso anno.Eravamo coinvolti in varie gare per nuove produzioni, ma tutti i film sembravano incagliati in un processo creativo che non trovava la sua vera forma. Siamo partiti da board incredibili e pieni di ispirazione per arrivare, modifiche dopo modifiche, a film che sembravano concepiti all’inizio degli anni ‘80  e non in senso positivo. Call dopo call sentivamo i creativi più demoralizzati e gli account sempre più pragmatici nell’assecondare le idee dei clienti. Beh, 3 di questi 4 progetti non sono mai partiti. Il motivo? Alla fine del percorso tutti e 3 i clienti hanno rigettato la creatività! Ora, non sosteniamo certo che il cliente non abbia il diritto di decidere del proprio film, anzi, il suo intervento è sempre, e sottolineo sempre, necessario, ma troppo spesso si perde la fiducia nei creativi a cui ci si affida e nel processo creativo stesso.

Abbiamo l’impressione che alle volte valga la pena difendere un po’ di più il proprio lavoro. Questo è un processo che a livello mondiale, ovunque, si sta perdendo. Insomma eravamo frustrati, come lo è ogni regista pubblicitario quando perde una gara dopo tanto lavoro, ma non fa parte di noi abbatterci e abbiamo deciso di provare a raccontare il processo creativo, nelle sue dinamiche, alla nostra maniera. Piano piano, coinvolgendo nella creazione anche degli esterni che stimiamo molto, siamo arrivati ad Ann Idea, un film che amiamo intensamente e che rappresenta il nostro modo di vedere e vivere questo fantastico lavoro.

Lo potremmo definire un film B2B. È indirizzato a tutti i creativi che condividono come noi questi pensieri quando vengono coinvolti nel vortice delle modifiche ed a chi dovrebbe proteggere con tutte le proprie forze il lavoro creativo, ma a volte sfinito da logiche commerciali, si ritrova tra due fuochi e non può fare che adeguarsi al marketing e/o al budget. È anche rivolto ai clienti, soprattutto a quelli a cui piace l’autoironia. Insomma, è un messaggio d’amore verso il nostro lavoro e verso la creatività, che è e deve rimanere un lavoro di team, ma spesso finisce per essere bistrattata e si trasforma in qualcosa di troppo semplice, troppo banale, troppo visto.

Entriamo nel merito di chi siete. EyeCandy è una power-house creativa, da te, Greg Ferro, fondata come progetto per incidere nell’universo tabletop, beauty e food, collaborando, come è successo, con top brand del calibro di Ferrari, P&G, Unilever, Pepsico, CocaCola, Nestlé, Lego, Heineken e McDonald’s. Cosa è successo da allora, qual è il vostro posizionamento oggi?

Il mio percorso è curioso, lo definirei camaleontico. Ero e rimango un regista di live-action, ma circa 8 anni fa non ero soddisfatto del mio lavoro. La mia carriera si trovava ad un punto che definivo ‘morto’; lavoravo sì, ma era finito in quella fascia di registi che ricevono sempre lo stesso film, lo stesso board, le stesse cose. Insomma quella fascia media in cui non trovavo soddisfazione. Ero deciso a mollare e a dedicarmi completamente al lavoro di creativo.

Poi arriva Cannes, uno dei party più famosi (Shots per intenderci) e conosco Antonella Scoliero di 360fx. Ecco, posso affermare senza dubbio che quella conoscenza ha cambiato il futuro del mio percorso lavorativo. Le racconto le mie frustrazioni e lei mi invita ad andare a provare a girare qualcosa nel suo studio. Io non sapevo nulla di tabletop, ma giravo molto sport e amavo lo slow-motion. Quindi ci chiudiamo in studio con quel genio degli effetti speciali chiamato Andrea Bonomi e prima di tutto cerco di imparare il più possibile, di capire tecniche e dinamiche. In un anno era diventata la mia vita, praticamente i miei sogni erano ormai in macro e slow-motion!Inizio a lavorare su diversi progettiinternazionali, ma mi manca qualcosa. Decido di fermarmi per un po’ di tempo e inizio a studiare fotografia, torno e opto per un re-brand: Greg Ferro è vecchio, nasce così EyeCandy.

Nel corso degli ultimi 4 o 5 anni mi sono poi trovato a lavorare sempre con la stessa montatrice, con lo stesso copywriter, con la stessa visualizer, fino a quando, senza nemmeno dircelo, siamo diventati un team creativo a tutto gli effetti. Quindi perché occuparsi solo di regia? Abbiamo iniziato a collaborare, soprattutto in Asia, con le Agenzie Creative, fin dalla fase di creazione del board, e qui abbiamo trovato la nostra dimensione, dei creativi che dirigono ciò che scrivono – non è certo una novità assoluta no? Tutte le volte che abbiamo avuto la fiducia del cliente e dell’agenzia i nostri rapporti non si sono mai fermati ad un solo film. Certo, partecipiamo sempre e comunque a gare da registi, ma anche lì cerchiamo sempre di dare un’idea in più, rischiando spesso (molto spesso) per seguire quello in cui crediamo.

E studiamo, studiamo tanto, oggi siamo convinti che l’AI sia qualcosa da saper governare al meglio possibile e che il futuro delle demo di tabletop sia tutt’altro, ovvero una completa integrazione fra live-action e tabletop: basta con la live-action che si ferma, fa vedere colate di cioccolato in ambienti surreali, per poi tornare alla famiglia che sorride in casa, packshot e avanti un altro.

Cosa vi rende differenti rispetto alle altre proposte sul mercato?

La differenza fra noi e un altro regista di tabletop, inteso nella maniera più classica, è proprio il lavoro che possiamo fare sulla creatività prima che lo storyboard sia completato. Il lavoro che sappiamo fare con le agenzie di supporto prima di andare dal cliente a presentare l’idea. Per carità, ci sono altri che lo fanno e molto bene, non siamo gli unici, ma noi abbiamo all’interno del team professionalità molto diverse fra loro, e questo ci aiuta tantissimo. Per esempio, ma chi mai penserebbe di inserire nel proprio team un copywriter per fare Tabletop?

Quali sono i principali successi raggiunti e quali e prossime sfide?

Dal nostro punto di vista i successi raggiunti sono moltissimi: nel 2020 abbiamo diretto una campagna worldwide per Pepsico, il brand era Lay’s, formata da 18 diversi film (produzione 360fx). Abbiamo curato il tabletop per i film di McDonalds con Ghali (Agenzia Leo Burnett/PH MovieMagic), abbiamo diretto due campagne molto grandi per Nestlé in asia (Brand Milo) e per Eucerin, anche questa ha coinvolto tutta l’Asia. Forse il progetto più particolare per noi è stato curare i lanci delle Ferrari di Formula 1 nel 2021 e nel 2022 per l’agenzia Ninetynine di Roma, applicando tecniche e studi del tabletop sui reveal delle Auto – una scommessa che Ninetynine ha fatto su di noi e che ha portato a tanti successi e ad una collaborazione salda che ancora dura.

Attualmente siamo impegnati su diversi fronti, stiamo capendo come e se è il momento di integrare un producer nel team per gestire al meglio sia la parte creativa che quella registica. Il futuro? Abbiamo ancora molto da imparare, dobbiamo studiare e apprendere il più possibile dalle persone con cui lavoriamo, ma sicuramente il sogno è arrivare ad avere uno studio nostro, che sia un Lab dove la creatività venga al primo posto, ma sempre con un occhio al fatturato.

La vostra visione del mercato delle produzioni. Come è cambiato e come diventerà, insomma quale sarà nel prossimo futuro il modo migliore di fare questo lavoro all’interno del processo di comunicazione?

Negli ultimi 5 anni è cambiato tutto, sono cambiati i media, i budget, le tecnologie, le agenzie, tutto. Il mondo del tabletop sta cambiando più lentamente, questo lo sappiamo bene. Il motivo è semplice: è tecnicamente ancora molto costoso, occorrono attrezzature che non sono acquistabili da chiunque. Però sta cambiando anche questo, i budget si riducono sempre più e non ci sono più tanti giorni per girare e/o per testare (la cosa più importante in assoluto nel tabletop, testare) e quindi? Cosa faremo? CGI? Ancora troppo presto e troppo costoso.

Quello che sto per dire farà storcere il naso a molti, Dobbiamo essere creativi nella produzione, dobbiamo imparare da chi con pochi mezzi sta lavorando creativamente molto bene sui nuovi media. Impariamo anche da chi gira il video di una pizzeria locale con lo smartphone. Non dobbiamo arrivare a fare quello, ma dobbiamo integrare quelle idee nelnostro modo di lavorare, che è spesso ingombrante e costoso. Inutile ostinarsi a voler fare solo grandi produzioni ed in grandi studi, quel modello non è più sostenibile, o non lo sarà più a breve. Bisogna sapersi adattare, èarrivato il momento di farlo anche per tutto il mondo del Tabletop. Siamo già stati fortunati -abbiamo avuto 5/6 anni in più di chi fa live action… dobbiamo dire che gli studi più lungimiranti lo stanno già facendo creando team più giovani aperti alla sperimentazione. Riuscendo a mixare l’esperienza alla sperimentazione, il futuro del tabletop e degli effetti speciali reali sarò ancora radioso nel mondo pubblicitario.

Sogni nel cassetto?

I nostri sogni nel cassetto sono molto concreti.Il lavoro del regista di adv e in parte anche quello di creativo consiste in progetti molto volatili. Un anno sei sulla cresta dell’onda, sei mesi dopo non giri un film. Il nostro sogno è continuare a fare quello che ci piace, fare ancora qualche anno per poi riuscire ad aprire un posto chiamato casa in cui sperimentare e formare nuovi membri del team. Insomma, e qui parlo a titolo personale, riuscire a lasciare qualcosa di concreto, un lascito. Sogno fra 20 anni un team EyeCandy con nemmeno più un membro originario che faccia tabletop solo con l’AI, usando come device delle semplici lenti a contatto che sfruttano la realtà aumentata. Il futuro non deve farci paura, dobbiamo integrarlo nel nostro modo di essere creativi.

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