Fondazione Ente dello Spettacolo da diversi anni promuove il dibattito sul tema della parità di genere nel mondo cinematografico e in occasione di ‘Castiglione Cinema 2019 – RdC incontra‘, durante l’evento ‘Con il mio lavoro: la professionalità femminile verso la piena parità’, esponenti al femminile del mondo cinematografico si sono confrontate attorno al tema della parità di genere.
L’eco delle violenze e molestie contro le donne nel mondo del cinema che ha scosso Hollywood è arrivato anche in Italia. Attrici, registe e produttrici hanno fatto sentire la propria voce per ribadire la necessità di affermare i principi di rispetto e uguaglianza fra uomini e donne.
E’ il caso di Women in film, Television & Media Italia, la branca italiana della rete mondiale dedicata a promuovere lo sviluppo professionale e la rappresentanza delle donne nei settori legati all’audiovisivo e i media. Antonietta del Lillo, presidente dell’associazione, ha ricordato durante l’incontro di Castiglione Cinema l’impegno preso al Festival del cinema di Venezia: “Le professioni legate al mondo del cinema dovranno entro il 2020 essere composte per il 50% da donne. In Italia i dati sono scoraggianti, le registe e attrici donne sono il 25%, i film finanziati a donne sono soltanto il 12%”.
La giornalista Paola Casella ha ricordato che le donne nelle professioni del cinema non sono equamente distribuite e la regia, la produzione, la sceneggiatura, ma soprattutto la direzione della fotografia sono le professioni meno coperte. “Avere più sceneggiatrici e produttrici significherebbe dare più possibilità e spazio alle donne. A differenza degli uomini se una donna fa un film mediocre difficilmente le vengono concessi altri fondi”.
Isabella Ragonese, ripercorrendo la sa carriera professionale ha evidenziato come sia stato fatto un passo in avanti rispetto al ruolo della protagonista donna. “Ho avuto la fortuna di iniziare con un film che parlava di lavoro, mentre ‘Sole cuore e amore’ è un film che parla di una donna che lavora in un bar in nero e ha quattro figli. E’ un personaggio in cui anche gli uomini possono identificarsi e questo è un grande passo in avanti”.
Tiziana Ferrario, ha posto l’attenzione sui dati: “in Italia lavora il 49% delle donne, e le donne sono pagate in media il 20% in meno degli uomini. Significa invecchiare con una pensione più bassa e con meno soldi. In Europa, dopo Malta, l’Italia è il paese con la massima disparità salariale”. Dal punto di vista del salario, considerando la professione dell’attore, c’è stata una progressione verso la parità di genere perché i compensi nel tempo si sono abbastanza livellati proprio perché le sceneggiature e le storie viste dal punto di vista femminile sono molte di più. La strada da fare però è ancora molta.