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Cristina Mazzantini: GNAM perché Galleria Nazionale non ha fatto breccia. Il logo di Lorenzo Marini è stato scelto tra altre proposte di professionisti blasonati. Le polemiche? Studiate il codice degli appalti

Punta dritto al sodo Renata Cristina Mazzantini, direttrice GNAM, in merito alla scelta del nuovo logo proposto da Lorenzo Marini, invitando innanzi tutto a leggere quanto in tema disciplina il Codice degli Appalti, dichiarando (articolo 50 del decreto legislativo 36,1 lettera B) la libertà di procedere ad affidamento diretto di servizi e forniture fino a una soglia di 140.000 euro.

Non una gara ma una consultazione privata

Considerato che un nuovo logo rappresenta in qualche modo una dichiarazione di intenti e di indirizzo, volendo il meglio si è chiesta consulenza a più operatori, che hanno presentato le loro proposte (a quanto risulta a youmark tra loro, Studio Fabio Novembre, Lissoni & Partners, Carmi e Ubertis, Inarea di Antonio Romano), concordando comunque al 95% sul ritorno a GNAM. Commenta Mazzantini: “Non si è trattato di gara ma di consultazione privata, comunque agli atti. Ho ricevuto proposte bellissime e sono stata confortata nella scelta di tornare a GNAM, visto che la quasi unanimità del loro parere in merito. Ho imparato, infatti, che per cambiare nome a un’azienda, a un istituto museale così come a una realtà istituzionale, occorre spendere molto in pubblicità e questo non è compatibile con i nostri budget. Dopo otto anni, infatti, il tentativo di chiamare la GNAM, Galleria Nazionale non aveva fatto breccia nel cuore delle persone e neanche nell’immaginario collettivo. In quanto alle polemiche, dunque, fanno capire che fondano su altri obiettivi, o sono capitanate da haters. Molti musei, infatti, hanno cambiato i loro loghi negli ultimi anni e generalmente quasi tutti con affidamento diretto, visto che il budget lo consente. Se sulla GNAM si è fatto un caso, forse, bisognerebbe domandarsi perché…”.

La C del logo

A convincere del logo di Lorenzo Marini è stata la dinamicità di una C che cambia continuamente, rappresentando l’essenza del contemporaneo. Può mutare ispirandosi a un quadro nuovo acquisito, o a una mostra allestita, o in onore all’artista dell’anno. Il nome è GNAM, la C non si legge, è pittorica, è un’immagine, è lettera che si trasforma vestendo via via obiettivi di comunicazione differenti.

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