Ogilvy Consulting, team di consulenza dedicato alla strategia e all’innovazione di Ogilvy, con ‘aBetterPlace’ – divisione di Iescum, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, presenta il white paper ‘COVID-19: i brand e le persone. Come le Scienze Comportamentali ci aiutano a comunicare al meglio quando il mondo sembra impazzire’.
“Oggi più che mai, la missione di Ogilvy ‘Making Brands Matter’, è ancora più importante”, afferma nella nota Roberta La Selva, Chief Executive di Ogilvy in Italia. “Con il team di Ogilvy Consulting ci siamo impegnati a comprendere lo scenario che ci circonda e la ‘nuova normalità che si sta definendo’”.
Dopo aver presentato il modello di coinvolgimento RAISE, basato su una survey condotta dal team Influence & PR, per aiutare i brand a comprendere come cambia il rapporto tra brand e influencer, Ogilvy questa volta mette a disposizione gli studi svolti con le Scienze Comportamentali di Ogilvy Consulting per dare ai brand uno strumento in più per comprendere i comportamenti delle persone in questo periodo di confusione e incertezza.
Tramite le Scienze Comportamentali, spiega la nota, è possibile ipotizzare e descrivere i meccanismi sottostanti alle reazioni di individui, brand e governi, sia per interpretare e comprendere il presente, ma soprattutto per tracciare scenari futuri.
Dopo una analisi dei comportamenti sorti, interpretabili a volte come ‘irrazionali’, e dei loro metodi di interpretazione, il paper presenta una serie di DOs and DONTs utili per i brand e, per sostenere le marche in questo momento di turbolenza e individuarne le opportunità celate, Ogilvy Consulting propone un metodo iterativo in 5 step:
1. Comprensione – Da cosa sono mossi i consumatori? 2. Definizione – Su cosa posso intervenire?
3. Ideazione – Qual è la soluzione migliore?
4. Attuazione – Come implemento la soluzione?
5. Validazione – Qual è stato l’impatto dei nudge? Dove posso migliorare?
Sono molti gli esempi di comportamenti giudicabili come irrazionali che stiamo riscontrando e vivendo, come l’acquisto smodato di beni di largo consumo, si veda il fenomeno della carta igienica – andata a ruba in diverse parti del mondo – oppure la violazione della quarantena, nonostante per questo aspetto siano state chiarite le motivazioni per cui non dovremmo farlo.
“Le euristiche sono frutto dell’evoluzione del pensiero umano: ci consentono di interpretare e valutare molto rapidamente situazioni che richiederebbero, altrimenti, grandi risorse”, aggiunge Emanuela Lovotti, Strategic Planner & Behavioral Strategist, “uno degli aspetti interessanti di questo nuovo scenario è l’estrema importanza che assumono le decisioni dei singoli individui. Oggi tutto parte da noi: siamo noi che, con il nostro comportamento, facciamo la differenza fra il diffondersi del virus o il suo contenimento. Se le euristiche infatti talvolta possono accelerare i nostri processi decisionali, risparmiandoci tutte le valutazioni necessarie, in altri casi come quello attuale possono indurci a valutazioni e comportamenti controproducenti rispetto alle circostanze, i bias”.
Il White Paper è disponibile sul sito www.ogilvy.it.