Marco Delle Donne, amministratore delegato e direttore generale AIDA PARTNERS.
“Nella tarda serata di sabato, vengo richiamato, come la maggioranza degli italiani, dall’attesa dichiarazione del Presidente del Consiglio che, stranamente, viene realizzata privilegiando una piattaforma digitale privata al posto dei canali pubblici e di informazione. Ma vado oltre.
Mi appresto ad ascoltarne con i migliori intenti i contenuti, con una certa preoccupazione e ansia sia come cittadino di questa Repubblica sia come Amministratore Delegato di Società che operano nel settore della consulenza d’Impresa.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio si susseguono con la solita ricca narrativa ma deficitaria di precisi e puntuali contenuti.
Sono certo che i diversi punti saranno meglio articolati e precisati nelle domande che seguiranno.
Mi sbagliavo. Nessuna possibilità di domande.
Si viene pertanto congedati con tanti, troppi dubbi, ma con la ‘rassicurazione’ che ‘stiamo duramente lavorando…’ per redigere l’apposito nuovo Decreto che verrà quanto prima rilasciato.
Vedrai che domani riceveremo risposte certe sul nuovo decreto, mi dico, anche se la scelta del fine settimana potrà causare ulteriore difficoltà al sistema paese, ne potremmo leggerne i contenuti e l’esatta composizione dell’elenco ATECO delle Società che non verranno interessate dal provvedimento di chiusura per ragioni di necessità, urgenza e servizio pubblico ed altro ancora.
L’indomani, come sempre, leggo tutti i giornali che naturalmente aprono sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, non trovando alcuna risposta alle mie domande notturne.
Tutti i media azzardano la pubblicazione dei possibili codici Ateco, evidenziando però che gli stessi non sono quelli ufficiali.
Ne scorro l’elenco e cerco quello che mi pertiene. Forse è questo, mi dico, ma attendiamo notizie certe che arriveranno solo nella serata di Domenica u.s..
Ora, pur considerando le difficoltà oggettive della situazione, in queste settimane, troppo spesso, la scelta di disintermediare il Paese ha portato spesso più confusione che chiarezza.
Ricordiamo la malcerata strategia delle anticipazioni off the records, la rincorsa al voler essere princeps inter pares, con la conseguente ultima ‘querelle’ generatasi nella presa d’assalto dei treni in partenza per il Sud dalla Stazione di Milano, e via via dicendo.
La comunicazione istituzionale è fondata e segue regole precise e impone comportamenti altrettanto adeguati.
Soprattutto di fronte a una situazione tanto imprevedibile quanto grave.
Questa (in)capacità di governare il binomio corretta informazione e tempi è inaccettabile.
Un Governo prima di tutto è chiamato a redigere il provvedimento in modo puntuale, confrontarlo con tutte le parti attraverso un passaggio Parlamentare, a seguire invia un comunicato stampa con gli elementi di contenuto essenziali (data di inizio/termine, i precisi settori che saranno abilitati e quali no, dandone precise motivazioni, etc.) solo dopo arriva il discorso del Presidente del Consiglio, non a notte fonda e durante il fine settimana, ma in orario di massimo ascolto per la popolazione e su tutti i media, con successivo momento di confronto e di approfondimento da parte dei mezzi di comunicazione.
Aver ‘fatto atto di dimenticanza’ a questa semplice, ma fondamentale regola che tutti i professionisti che operano nella comunicazione istituzionale conoscono, ha generato ulteriore confusione nella gestione della stessa durante questa straordinaria emergenza nazionale e così producendo un ulteriore vulnus informativo tra l’annuncio del Presidente del Consiglio e l’ufficializzazione della stessa attraverso il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Non sempre la ricercata necessità del consenso ben si sposa con la corretta informazione.
Et de hoc satis”.