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Cinema e donne, aumentano le registe in sala, ma sono solo il 17% nella TOP100 degli incassi Cinetel

Domizia De Rosa, Presidente WIFTMI

WIFTMI – Women in Film, Television & Media Italia presenta un’analisi sui dati del 2023 relativi alla presenza dei film a regia femminile in sala, con un’anteprima sui primi mesi del 2024.

La ricerca è stata presentata durante l’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, all’interno del 6° Seminario annuale sulla parità di genere e l‘inclusività nell’industria cinematografica, promosso da La Biennale di Venezia, Eurimages e WIFTM Italia.

“Abbiamo deciso di fissare la nostra attenzione sulla distribuzione, poiché raggiungere e incontrare il proprio pubblico è fondamentale per ogni opera, ancor di più per quelle a regia femminile, che troppo spesso continuano ad essere percepite come una qualche forma di eccezione”, spiega Domizia De Rosa, Presidente WIFTM Italia.

Partendo dai dati pubblicati da Cinetel relativi ai primi 100 incassi di nazionalità italiana,  lo studio prende in esame i film a regia femminile singola sia fiction che documentario, per un totale di 17 opere.

L’analisi svolta ha puntato ad individuare i fattori chiave per la realizzazione, distribuzione e ricezione delle opere. Risaltano i seguenti elementi comuni:

  • La riconoscibilità della regista garantisce incassi migliori: entrano nella TOP5 delle registe due autrici amate e rispettate, ovvero Liliana Cavani e Alice Rohrwacher insieme alle esordienti e popolari attrici Pilar Fogliati, Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi.
  • La partecipazione ai festival è una strategia condivisa dal 94% dei titoli: 16 dei 17 film sono stati presentati in festival cinematografici, con Venezia e Roma che si confermano momenti cardine per la visibilità delle opere italiane. 9 opere a regia femminile su 17 hanno vinto premi nazionali e internazionali.
  • In sala 9 film su 17 sono opere prime: nei risultati, a differenza di Fogliati, Ramazzotti, Cortellesi (registe e protagoniste), sono stati penalizzati i titoli non diretti da professioniste già note.
  • Il contributo pubblico: 11 titoli su 17 hanno beneficiato dei contributi selettivi per la produzione del MiC, e di questi 5 sono opere prime. Tutti i titoli hanno beneficiato del tax credit.

I dati confermano la disparità di risorse ed investimenti fra i player in campo: dai 493 cinema della prima settimana di C’è ancora domani ai 63 di Misericordia agli 11 de La terra delle donne.

Vision Distribution e 01 Distribution sono le distribuzioni con le uscite più larghe che corrispondono, puntualmente, alle TOP5 Cortellesi (493), Fogliati (271), Ramazzotti (250), Cavani (171), Rohrwacher (105). Unica eccezione: la scommessa di Vision con l’esordiente Ambra Principato (167), che non ha completamente convinto il pubblico in sala.

Come prevedibile, molto limitata la circolazione dei due documentari a firma illustre (Kasia Smutniak, alla sua prima regia, e Anselma Dell’Olio). Deludente il valore del box office medio per i titoli fiction, una volta escluso il fenomeno Cortellesi, di €258.000 circa.

Nel primo semestre 2024 sono usciti 3 film italiani a regia femminile, che potrebbe essere un segno di una potenziata fiducia nell’appeal delle registe. Da segnalare i buoni risultati di Dieci minuti di Maria Sole Tognazzi, gli esordi alla regia delle attrici Margherita Buy con Volare e Michela Giraud con Flaminia, della cantante Margherita Vicario con Gloria! e, nel secondo trimestre, l’operazione L’arte della gioia diretta da Valeria Golino, e targata Vision Distribution.


La riconoscibilità della regista, il tema trattato, il cast e la distribuzione sono stati, dunque, gli ingredienti principali dei risultati al box office del 2023.

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