In questo Cannes Lions 2023, Luca Grosso porta a casa 7 Leoni. Quest’anno, con quasi 27mila candidature, la percentuale di vincere uno dei tanti ambiti Gold Lions era appena dello 0.3%. La campagna Periodsomnia, creata da Luca Grosso con la compagna Anzhela Hayrabedyan, ha portato a casa due Ori, incluso uno nella categoria più ambita di tutte e presente sin dall’origine del Festival di Cannes, ossia Best Film. Quello che hanno creato con l’agenzia AMV BBDO rompe gli stigma delle mestruazioni notturne:
“Le donne sono spesso mostrate nelle pubblicità come belle principesse addormentate che aspettano il bacio del principe oppure ancora truccate con il taglio di capelli perfettamente intatto. Ma anche la comunicazione deve fare il suo e mostrare la surreale realtà di quello che tante devono subire ogni mese mentre il resto del mondo dorme beatamente senza problemi”.
Il film rompe anche lo stigma di mostrare macchie di sangue, la masturbazione durante il ciclo (che può alleviare il dolore dei crampi ma tanti non lo sanno), l’esperienza crampi di un uomo trans, il sogno ricorrente di svegliarsi in una mare di sangue e tanti altri.
Da quanto sei all’estero e perché?
“Sono andato via non appena completato il diploma all’Istituto d’Arte di Aosta, quindi sono qui a Londra dal 2010. Sin da giovane ho sempre avuto le idee molto chiare e non ho mai avuto paura di fare il passo più lungo della gamba. Sono ambizioso e la Valle d’Aosta mi è sempre stata un po’ strettina. Non lo dico in maniera provocatoria, ma nel settore della comunicazione non è una regione che abbia molto da offrire. Gli Stati Uniti in quel periodo non mi attraevano più di tanto quindi ho preso e sono andato a Londra, che reputo la città migliore per quello che offre creativamente e come opportunità”.
Cosa significa vincere a Cannes?
“Cannes è il massimo riconoscimento mondiale per la creatività della comunicazione. Anche per chi non è ossessionato dai premi come me, non posso negare faccia sicuramente piacere essere riconosciuti da un palcoscenico globale come questo. Non penso sia lunga la lista di creativi che sono passati dai banchi dietro all’Arco d’Augusto al palco di Cannes, quindi certo che fa piacere, è un bellissimo riconoscimento per il duro lavoro. Ne sono molto orgoglioso”.
Cosa ritieni di rimpiangere e cosa invece da consigliare nel confronto Italia – estero rispetto al modo di lavorare, al rapporto con i clienti e con la propria agenzia nonché nella capacità di esprimere il proprio talento?
“Non sono la persona più qualificata nel rispondere a questo perché non ho praticamente mai lavorato in Italia. Il rimpianto è sempre quello che l’Italia manca. Non importa quanto meritocratico o avanzato il paese in cui vivo possa essere, l’Italia è sempre l’Italia. Però, nonostante tutto l’amore, il mio lavoro in Italia non potrei farlo, o almeno dovrei cambiare troppo le mie aspettative. Basti pensare al fatto che il lavoro che ci ha portati a Cannes in Italia non lo potrebbero nemmeno mandare in onda nelle tv. Ho detto tutto…”
Quindi un plauso anche a Londra?
“La comodità non mi ha mai attratto quindi per me è la vita perfetta. Londra non è una città facile. Arrivano in milioni, ma restano solo in centinaia. Venirci per qualche mese o anno è facile ma riuscire a restarci facendo quello che si ama è un altro discorso. Londra ti apre gli occhi e spalanca la mente. Ti espone a realtà che non esistono in altri posti e le opportunità sono dappertutto, ma per cogliere devi lottare parecchio. Non ti regala niente nessuno”.
Tornare in Italia?
“Resterà per me sempre il paese più bello del mondo, ma per adesso non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello”.
Chi è Luca Grosso
Studente dell’Istituto d’arte di Aosta, Luca ha più volte ammesso che gli ha dato una base superiore a studenti di qualsiasi altro paese. “Non ho mai capito questo concetto in Italia di ridicolizzare chi studia Arte o tutto quello che ha a che fare con la creatività. Il nostro paese è anche nato da questa cultura ma ce lo siamo un pò dimenticati” Dopo un breve stage formativo ad Aosta presso lo studio Grafico di Stefano Massetto, capisce che per quanto fosse bella, la Valle d’Aosta era troppo piccola per le sue ambizioni.
“Stefano è stato il mio primo mentore creativo perché mi ha spinto a guardare oltre le montagne, in senso figurato e letterale. Stavo per andare a Milano ma quando mi ha buttato lì l’idea ‘hai mai pensato a Londra?’ ho cominciato a rifletterci. E una volta che mi metti un’idea del genere in testa diventa dura toglierla. Non volevo avere rimpianti ed ero molto ambizioso. Ho messo il parmigiano in valigia e dopo il diploma ho subito lasciato la comodità delle nostre montagne e mi sono trasferito a Londra senza mettere insieme due parole di inglese. Qui ho cominciato gli studi in Design e ho incontrato lì mia compagna, Anzhela, con cui abbiamo formato anche una coppia creativa.
Laureato all’università di Greenwich con medaglia di outstanding achievement (la lode italiana), dopo qualche breve stage, abbiamo cominciato la nostra carriera creativa insieme presso R/GA, una delle più innovative agenzie americane. Lavorando per Nike e Guinness i progetti ci hanno portati in giro per il mondo, dalla Danimarca agli Stati Uniti, fino all’Africa.
Ma il grande cambiamento è stato cominciare in una delle migliori agenzie di comunicazione al mondo, AMV BBDO, dove lavoriamo tutt’oggi come direttori artistici. Un posto dove ogni giorno sono esposto ai migliori talenti in circolazione e dove le idee non hanno limiti. Non vedo l’ora di tornare al lavoro lunedì perché chissà cosa succederà la settimana prossima”.