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Assocom fa il punto sulla nuova direttiva europea che riguarda le attività commerciali, per capire quale sarà l’impatto sulle aziende e sui consumatori. L’Antitrust potrà comminare sanzioni fino a 5 milioni di euro alle imprese che non rispettano la normativa

Assocom, associazione delle aziende di comunicazione (nella foto il presidente Marco Testa), ha presentato oggi a Milano le novità introdotte dal nuovo Codice di Consumo. Dal prossimo 13 giugno avrà effetto il decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014 che recepisce la nuova normativa europea in materia di maggior tutela dei consumatori.

Le nuove norme si applicano a tutte le transazioni commerciali, sia quelle tradizionali, condotte nei negozi, sia quelle effettuate via internet o telefono. Restano esclusi solo i contratti a distanza di valore inferiore ai 50 euro, i contratti di credito al consumo, quelli a distanza di servizi finanziari, la multiproprietà, i contratti stipulati con l’intervento di un pubblico ufficiale, i contratti turistici.

“La riforma del nuovo Codice del Consumo, che recepisce la nuova direttiva europea, entrerà in vigore in Italia il prossimo 13  giugno”, spiega nella nota Marzia Curone, consigliere Assocom, ideatrice e coordinatrice del seminario. “Assocom ha voluto occuparsi tempestivamente di questo tema, convinta  che occorra fare un punto della situazione concreto e ricercare un possibile equilibrio tra i maggiori diritti per i consumatori e i maggiori impegni e oneri per le imprese. Noi agenzie vogliamo essere a fianco dei nostri clienti per dare il nostro significativo contributo alla gestione del cambiamento. Si preannuncia infatti una sfida per la comunicazione commerciale. Occorrerà  comunicare i diritti in modo trasparente, efficiente e responsabile  per  rendere i consumatori consapevoli del loro ruolo e dei loro diritti  evitando inutili contrapposizioni con le imprese”.

Ad illustrare i punti chiave del nuovo decreto l’avvocato Marco Maglio:

  • per tutti i contratti: più informazioni per i consumatori; tempi stretti per le consegne; no a supplementi per l’utilizzo dei mezzi di pagamento; per i danni, rischi a carico del venditore; tariffe base per i numeri telefonici dedicati; no a format precompilati per i servizi aggiuntivi; maggiore protezione nell’acquisto di contenuti digitali;
  • in particolare, per i contratti stipulati “a distanza”: mai più costi nascosti e ‘trappole’ su Internet; contratti telefonici validi solo dopo la firma; prezzi trasparenti e comprensivi di tutte le voci; 14 giorni per ripensarci; rimborsi più veloci in caso di recesso; modello standard per il recesso; informazioni chiare sui costi della restituzione della merce.

Il decreto attribuisce all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato gli stessi poteri istruttori e sanzionatori previsti per le pratiche commerciali scorrette. L’Antitrust potrà quindi comminare sanzioni fino a 5 milioni di euro alle imprese che non rispettano la nuova normativa.

“Questa riforma del Codice del Consumo è stata presentata come un punto di arrivo che sancisce un elevato livello di  tutela per i consumatori”, commenta Maglio. “Indubbiamente con queste nuove regole le persone godranno di diritti più estesi nelle transazioni commerciali. Ma dire che i consumatori hanno vinto e le imprese devono fare buon viso a cattivo gioco mi sembra una lettura superficiale di un fenomeno complesso. Non sempre disporre di maggiori diritti significa godere di una migliore posizione giuridica. I diritti hanno sempre un costo sia economico che sociale ed il rischio è che tale costo si scarichi  sul prezzo finale dei prodotti e dei servizi, a danno del consumatore. Per evitarlo, serve uno sforzo comune di istituzioni, imprese, consumatori e giuristi perché leggano queste norme come uno strumento per migliorare l’efficienza del sistema che regola le relazioni tra consumatore e imprese, passando da norme giuste in astratto, a norme efficienti in concreto”.

Questi i principali spunti emersi dalla tavola rotonda.

Giovanna Maggioni, direttore generale UPA
“Le nuove normative imporranno uno sforzo ancora maggiore di comunicazione alle imprese. UPA sta già lavorando per aiutare le aziende, ad esempio mettendo a disposizione format e strumenti richiesti dalla normativa. Ma soprattutto continuerà a collaborare con le associazioni dei consumatori per arrivare a scelte condivise nella logica del reciproco rispetto. Le aziende hanno bisogno di certezze e queste norme sono ancora poco chiare. E’ necessario, quindi, lavorare insieme, imprese e consumatori, con l’obiettivo di educare sia al rispetto sia all’applicazione dei diritti”.

Rossella Zollino consulente legale di Netcomm, avvocato Partner CBM & Associati
“La nuova normativa ha sicuramente il fine condivisibile di tutela dei consumatori. Tuttavia sembra sbilanciata a favore di questi ultimi ponendo alle imprese oneri informativi eccessivi e non realizzando l’obiettivo di dare certezza nei rapporti commerciali poiché introduce norme che potranno creare contenziosi fra consumatori e imprese. Sarebbe invece auspicabile creare una maggiore consapevolezza e responsabilità nei consumatori stessi. Gli operatori italiani si potrebbero, inoltre, trovare in una situazione di concorrenza non alla pari con altri operatori, anche di area comunitaria, che potrebbero offrire processi più semplici ad esempio per gli acquisti online”.

Luisa Crisigiovanni, direttore di Altroconsumo
“A livello europeo questa normativa nasce con l’obiettivo di regolamentare in maniera uniforme i rapporti fra consumatori e imprese, sul territorio comunitario. Sicuramente alcune delle nuove norme sono farraginose e Altroconsumo l’ha sottolineato fin dall’inizio. Tuttavia il bilancio complessivo è positivo perché la normativa estende in maniera omogenea alcune tutele, come ad esempio quella relativa al diritto di recesso. Le nuove norme rappresentano senz’altro una sfida per le imprese chiamate a maggior trasparenza e competitività anche sul fronte del rispetto dei diritti dei consumatori. Un’efficace collaborazione tra imprese e associazioni dei consumatori consentirà di trovare un equilibrio, a livello concreto, fra le diverse esigenze e a vantaggio di entrambe le parti”.

Vincenzo Guggino, segretario generale di IAP
“Uno degli elementi sicuramente importanti della nuova normativa è la centralità dell’Autorità Antitrust come organismo garante del rispetto delle norme. Molti contenuti previsti dalla nuova disciplina sono già presenti nella nostra legislazione e nel codice di autodisciplina pubblicitaria che ha un articolo, il n° 18, dedicato alla pubblicità delle vendite a distanza. Il nuovo testo crea una grande armonizzazione anche per quanto riguarda la comunicazione e questo avvantaggerà senz’altro le aziende virtuose”. 


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